Visco 2, il film: “Tesoro, mi è sparito il risparmio”
Ieri Ignazio Visco, nella sua veste di confermato governatore di Banca d’Italia, s’è presentato - applauditissimo dalle molte grisaglie all’uopo convenute - alla Giornata del risparmio. Fra i molti “tutto va bene, madama la marchesa”, gli è sfuggito un dato, per quanto noto, interessante: “Il tasso di risparmio delle famiglie italiane, in passato elevato, è oggi inferiore a quello dei principali Paesi dell’euro”. Ma davvero? Pare di sì: ’sto benedetto tasso di risparmio “è diminuito dal 19% degli anni Novanta all’8,6% del 2016”. La causa? Mah, vai a sapere: sembra c’entri qualcosa “la debolezza del reddito disponibile” (meno stipendio) connesso al tentativo delle famiglie di non tagliare i consumi (mangiare, vestirsi, muoversi, ecc.). I dati, peraltro, sono peggio di come li racconta Visco: il risparmio delle famiglie superava il 30% a metà degli anni Ottanta e ancora nel 1995 risultava sopra il 22%; al secondo trimestre 2017 invece era al 7,5% (Istat). Ma, insomma, com’è che ’sto risparmio cala? Chi lo sa: il cambiamento climatico, l’avvento di Internet, la rivoluzione gender? Visco non lo sa. Una cosa, invece, la sa Sergio Mattarella: “Difendere il valore del risparmio è missione specifica che la Costituzione affida alle istituzioni”. Ecco, se però l’art. 47 della Carta è ancora in vigore e il risparmio delle famiglie - non quello dei fondi che guadagnano col recupero crediti sulle sofferenze bancarie - passa dal 30 al 7,5% in trent’anni allora mi sa che siete inadempienti: presidente, governatore, onorevole, eccellenza, vossia, cherie, mon amour (Nun ve reggae chiù).