Il Fatto Quotidiano

Paura nucleare Basterà Papa Francesco a cancellare le atomiche dagli arsenali?

- LUIGI FERLAZZO NATOLI MASSIMO MARNETTO GIOVANNA GALASSO STEFANO CITATI FRANCO TACCIA

Chiudendo la conferenza programmat­ica di Portici il segretario del Pd Matteo Renzi, presentato­si sul palco, si è rivolto alla platea dei suoi fedelissim­i, tra i quali anche personaggi discussi come De Luca, mostrando di essere aperto – grazie alla nuova legge elettorale detta Rosatellum – sia a destra che a sinistra. Ha dichiarato, altresì, che il Pd cercherà alleanze “larghe e plur al i” ( con neologismo politico dell’ultima ora), cioè le più ampie possibili e con partiti diversi, ma restando fermo nelle proprie idee. La risposta delle opposizion­i – in specie alla sua sinistra – non si è fatta attendere e la meno offensiva e più realistica mi è sembrata quella di Speranza del Mdp, il quale ha detto che Renzi è ormai un disco rotto, cioè bloccato sulle stesse convinzion­i e non disponibil­e a cambiare opinione. Se in Sicilia, alle regionali del 5 novembre Renzi dovesse subire il pronostica­to flop, allora farebbe bene a dimettersi anche da segretario.

Gli eroi siamo noi disabili silenziosi, la vita non è tv

Se non sei Bebe Vio, Alex Zanardi o Giusy Versace, resti uno dei milioni di disabili invisibili alle istituzion­i, ai politici e alla stampa. Siamo milioni a lottare quotidiana­mente per la nostra dignità e identità.

Gli eroi siamo noi disabili silenziosi, che devono superare ostacoli quotidiani, anche solo per attraversa­re una strada.

Siamo ignorati dalle istituzion­i che si mettono a posto la coscienza con 297 euro mensili. Molti di noi lottano per un lavoro in grado di restituirc­i un ruolo, un’identità, un valore sociale e l’autonomia. Nessuno ci incensa, nessuno ci applaude o magari ci offre la conduzione di un programma televisivo. Io non voglio visibilità. A me non interessa diventare parte dello star system. Chiedo da due anni di essere ricevuta dai vertici della mia regione, la Regione Campania, e questo diritto PAPA FRANCESCO VUOLE FAR PARLARE Usa e Corea del Nord tra loro per evitare il suicidio nucleare del pianeta.

Nel silenzio dell’Onu – e la fallimenta­re impotenza mostrata nella contrappos­izione tra Nord Corea e Stati Uniti – il Vaticano è l’altra agenzia morale mondiale, che può accreditar­si per rompere l’isolamento aggressivo in cui si è chiuso il leader Kim Jong-un, al quale si è opposto il narcisismo senza spessore culturale di uno dei peggiori presidenti americani. Il Papa ha capito che la decongesti­one della questione nord-coreana passa dalla rottura dell’embargo della parola. E la vuole dare anche a un leader che non la meriterebb­e, per aver oppresso il proprio popolo, imponendo stenti per armamenti. Non è facile, ma è un tentativo che merita sostegno. E da credente atipico e spesso critico, vedo in questa iniziativa l’essenza più profonda del messaggio evangelico: essere operatori di pace. LAICAMENTE OPERATORI DI PACE sono sicurament­e, in questi tempi incerti, anche i membri della coalizione civile dell’Ican ( Internatio­nal Campaign to Abolish Nuclear Weapons) premiati con il Nobel per la Pace proprio il mese scorso. Il progetto ideale dell’ombrello Ican, che riunisce quasi cinquecent­o organizzaz­ioni di oltre cento Paesi, è quello di ottenere la piena applicazio­ne del trattato sulla proibizion­e delle armi nucleari. Esattament­e vent’anni fa, il Nobel per la Pace andò a un’organizzaz­ione simile che propugnava l’adozione di un trattato globale contro le mine anti-uomo. Vuol dire che le grandi spinte ideali possono partire dal basso e arrivare sino al loro più alto compimento. Certo, la spinta della più alta autorità morale del tempo, come Papa Francesco è riconosciu­to globalment­e, può aiutare a mi viene negato. In Regione Campania non c’è uno sportello dedicato ai cittadini disabili, non ci sono servizi, non c’è alcun tipo di agevolazio­ne, piuttosto dilaga l’indifferen­za e il menefreghi­smo più bieco. La battaglia che conduco non rappresent­a solo me, ma milioni di persone come me, sulla carta tutelati da una legge dello Stato, ma in pratica trattati come poveri derelitti. Rivendico il diritto di arrabbiarm­i, di essere triste, di sentirmi sconfitta. Perché non tutti riuscia- raggiunger­e una massa critica tale da creare l’inerzia necessaria affinché la gran parte degli Stati del pianeta s’impegnino a una soluzione che viene vista tanto più urgente in un frangente confuso come quello creato dalla sfida atomica di Kim raccolta con enfasi da Trump. Un’escalation di toni bellicosi che ricordano i tempi della deterrenza nucleare della Guerra fredda, che il mondo pensava di essersi lasciati alle spalle: la Grande Paura che, dopo il breve sollievo di fine del XX secolo, si è frammentat­a nei decenni scorsi in tante piccole paure alimentate da crisi economica, migrazioni, conflitti regionali e cambiament­i climatici. mo ad affrontare i profondi disagi di una disabilità con il sorriso stampato in faccia. Non tutti ne usciamo per forza vincitori, pur avendo lottato fino allo stremo delle nostre forze. Per questo, noi che combattiam­o per un lavoro, o per una strada libera dai parcheggi selvaggi, per una carrozzina più agevole, per un mezzo di trasporto adeguato alle nostre possibilit­à, per qualsiasi altro diritto umano, siamo eroi senza riflettori e dunque ignorati. Moro, grande statista, inventò le “convergenz­e parallele’’, cioè democristi­ani e comunisti non si potevano incontrare politicame­nte ma tendevano tutti e due allo stesso scopo: il bene del Paese. Renzi e Berlusconi hanno inventato a loro volta, le “divergenze parallele’’, cioè divergono politicame­nte ma vanno nella stessa direzione per la gestione parassitar­ia del Paese. Nella puntata del 30 ottobre della trasmissio­ne Rai La vita in diretta uno degli ospiti, che appariva piuttosto “documentat­o”, ha affermato che le casette per i terremotat­i d e ll ’ ultimo sisma costano oltre 1.000 euro a metro quadro e che con gli oneri di urbanizzaz­ione si arriva a 1.500 euro. Il presentato­re è rimasto sorpreso, io che vivo a L’Aquila e ho già assistito agli sperperi del 2009 mi chiedo se sia uno scherzo. Se così non fosse, presumo che ogni casetta abbia almeno un paio di Jacuzzi, 3 televisori al plasma, e almeno i materassi con l’idromassag­gio.

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Ansa Kim Jong-un Il leader nordcorean­o in ricognizio­ne

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