Disuguaglianza Altro che decrescita (poco) felice, meglio la socialdemocrazia
Si avvicinano le elezioni, il Pd è alla ricerca delle “alleanze perdute’’, lo stesso dicasi per Alfano, Casini, Verdini che bussano a qualsiasi porta pur di avere un posto sicuro in parlamento o in senato, ma chi sarà l’Indiana Jones della situazione?
Per la destra sembra sia ancora Berlusconi, per la sinistra non se ne parla nemmeno di Matteo Renzi. Forse gli unici che lo seguirebbero, se respinti da Berlusconi, sarebbero Alfano e Verdini. Ma sono tutte alleanze deboli per contrastare i Cinque Stelle. Allora ci vuole una grande santa alleanza tra Pd, Fi, Lega, Fd’i per continuare a mantenere privilegi e prelievi indebiti. Ma sì, chiamiamola “la santa alleanza” contro i “populisti’’, un’alleanza forte che permetta di salvare altre dieci volte il Monte dei Paschi dopo averlo svuotato, che applichi la scala mobile ai vitalizi, che distribuisca consulenze fasulle a pioggia, che finalmente.
Dia un’auto blu anche alle segretarie dei portaborse, che distribuisca pasti gratis, a poco più di sette euro, ai parlamentari, cucinati da grandi chef. Che inventi enti inutili con sedi fantastiche e con scopi irrilevanti per “piazzare” quelli esclusi dalle “liste corte” del Rosatellum, che permetta in fondo a pochi parassiti di indebitare lo Stato, cioè tutto il popolo, a loro esclusivo vantaggio.
Con una sinistra così non si andrà molto lontano
Nei momenti di marasma politico, quando cioè i politici attraversano uno stato confusionale, ecco che riappaiono quelli che in stato confusionale si trovano perennemente e intendono risolvere le impasse attuali. Parlo del ritorno di Pisapia con l’intento rinnovato di fare il centrosinistra, ma anche di Veltroni che afferma di sapere come si fa il centrosinistra. E così si parla di un Mdp che si dovrebbe ri-alleare con il Pd renziano, la qualcosa sarebbe una contraddizione in ter- STO LEGGENDO UN LIBRO sui rapporti sociali ed economici degli indiani d’America nel 1600. Nelle tribù indiane il profitto non aveva grande importanza nella loro scala di valori. Alcuni si arricchivano, ma senza creare un vistoso divario fra ricchi e poveri. Nel sistema economico Irochese, dominato dalle donne, produrre più del necessario non portava grandi vantaggi. L’individuo che ammassava granoturco diventava oggetto di recriminazioni perché il sistema si basava sulla cooperazione invece che sulla concorrenza. Lewis H. Morgan vide nell’uso di abitazioni in comune, nella proprietà tribale anziché privata della terra, e nella “legge dell’ospitalità” una prova dell’esistenza di un comunismo primitivo. Di fronte all’aumento della povertà e delle disuguaglianze nel pianeta, dubito che ci sia, fra tutte le istituzioni del mondo civilizzato moderno, qualche sistema più umanitario o caritatevole. CARO GIUSEPPE, sarebbe troppo facile risponderle che l’aspettativa di vita di quegli indiani Irochesi, il cibo o i piaceri culturali a loro disposizione non erano minimamente comparabili con quelli che questo vituperato capitalismo offre a lei e a me. E certo non vale adattare la solita battuta di Churchill e ricordarle che il capitalismo è la peggiore via allo sviluppo escluse tutte le altre. Lasciamo perdere anche ragionamenti su una decrescita che non è mai davvero felice (a meno che non sia soltanto frugalità o continenza). Come spiega l’economista Branko Milanovic nel suo ultimo libro Ingiustizia globale (Luiss University Press), stiamo tornando al Diciannovesimo secolo: cresce la disuguaglianza all’interno dei Paesi e non più tra Nord e Sud mini anche – almeno spero – per tipi come Bersani e Speranza. Come dire che la sinistra alternativa (dal Mdp al Sì, a Civati, a Fratoianni) si dovrebbe alleare con un partito che al massimo può essere considerato di centro, ma che guarda a destra. Morale della favola: a mio modo di vedere le cose se si vuole impedire la vittoria alle politiche del centrodestra, con il ritorno drammatico per il Paese di B., non c’è che una via, e cioè che i 5 Stelle, messo da parte il Grillo straparlante, si alleino con la sini- del mondo (non è affatto vero che aumenta la povertà). Per lei è di magra consolazione che ci sia una florida classe media cinese se percepisce che nella sua città o addirittura nel suo quartiere chi sta peggio non migliora mentre una ristretta élite prospera. Non è agli Irochesi che dobbiamo guardare in cerca di ispirazione, ma alle socialdemocrazie del Novecento che hanno garantito sicurezza a tutti, in un patto condiviso fondato su tasse alte in cambio di spesa pubblica. Dobbiamo adattare quel grande compromesso sociale a nuove sfide, non rassegnarci a un futuro nei tepee armati di arco e frecce. stra alternativa da Mdp a Fratoianni & compagni, perché diversamente loro da soli non governeranno mai e così faranno il gioco di B. sempre vincente.
Caso Weinstein, gli abusi sono un problema culturale
Ormai è una reazione a catena. Sembra che sia stato scoperchiato un verminaio e assistiamo a un crescendo di denunce. Si ha l’impressione che in ogni ambito, tutti gli uomini che esercitino un qualche potere, lo usino per ricattare, molestare e chiedere favori sessuali. Non solo nel mondo dello spettacolo, dove il fenomeno è da sempre, più o meno endemico, ma un po’ ovunque: da quello politico a quello sportivo. È qualcosa che, sia che si tratti di palpeggiamenti, ricatti o veri e propri stupri, mostra lo spaccato di una cultura da pollaio, in cui, il maschio non ha smesso di considerarsi padrone, né di considerare le donne delle prede sessuali. Una realtà primordiale sotterranea, permeata di violenza a preva- Sisma tra Iran e Iraq. “Siamo pronti a offrire il nostro aiuto” s'è affrettato a dire Paolo Gentiloni, forte dei sorprendenti risultati ottenuti sui territori del Centro Italia, dove, dopo un anno e mezzo dal devastante terremoto, le macerie sono ancora lì, le strade e i paesi ancora impraticabili e gli sfollati si ritrovano ancora senza casa e senza una vita dignitosa. Dove i contributi economici, pubblici e privati, non si sa che fine abbiano fatto e dove lo Stato, nonostante i ripetuti slogan sparati da Matteo Renzi, allora premier, e poi ripetuti da esponenti istituzionali di rango, era presente solo a parole. E, da mesi, neppure con quelle. Probabilmente, i prossimi sobbalzi su quelle terre del Medioriente, non saranno scosse di assestamento, ma le risate di quei poveri cristi, fra tante vittime, lacrime e disperazione.