“Sexy-provini: reati perseguibili anche senza la denuncia”
Nessuna qu er el a, questa è la notizia. E bocce ferme. Nessuna querela a Le Iene, nessuna querela alle attrici, una decina, che l’hanno accusato esplicitamente di molestie e che hanno scelto di rimanere anonime, con voce camuffata e volto nascosto, nel servizio televisivo di Dino Giarrusso. “Fermi su tutta la linea” è la strategia concertata da Fausto Brizzi con il suo legale, l’avvocato Antonio Marino. A parziale smentita, almeno per ora, di quanto prospettato dal regista stesso: “Procederò, pertanto, in ogni opportuna sede nei confronti di chiunque abbia affermato e affermi il contrario”, rispetto al fatto “che mai e poi mai nella mia vita ho avuto rapporti non consenzienti o condivisi”.
PIATTO FREDDO, mossa rimandata, surplace ? Chissà. Presunzione di innocenza e omertà, maschilismo e garantismo, regole del gioco e regole d’ingaggio, patriarcato e sofà del produttore (o del regista): i temi sono caldi e ultrasensibili, la applicazione e discussione è spesso sommaria, laddove non sconsiderata. Più che altro, par di capire, si attende.
Poco di nuovo sul fronte innocentista, dove hanno preso posizione Claudia Gerini, Nancy Brilli e Neri Parenti, idem su quello colpevolista, dove troviamo Asia Argento (“#FaustoBrizzi Italian predator shame on you”, twitta) e Miriana Trevisan. La maggioranza, d’abitudine, è silenziosa, se non silenziata: si danno, si negano, si trincerano dietro no comment amici, collaboratori, attrici e attori che con Brizzi hanno lavorato. Nessuno vuole pagare dazio, tutti, o quasi, hanno “nulla da dichiarare”, e più non dimandare.
Appeso anche il destino del nuovo film, Poveri ma ricchissimi , interpretato da Christian De Sica e Enrico Brignano, prodotto dalla sua ex società Wildside e dato in uscita il 14 dicembre con Warner Bros: la società di distribuzione sta per fare le proprie scelte, è da capire se il modello seguito sarà quello americano, ovvero cancellazione, procrastinazione sine die e affini.
Se le simmetrie con Kevin Spacey o Louis C.K. sono indebite, le convergenze parallele potrebbe riguardare gli esiti: contratti saltati, film già pronti abortiti ( Gore con Spacey, I love you, daddy di e con CK), iconoclastia e
damnatio memoriae a spron battuto. Fantascienza, viceversa, ipotizzare che Brizzi, regista e sceneggiatore con Marco Martani e Luca Vecchi, possa essere espunto, e rimpiazzato, dalla commedia natalizia come è accaduto all’attore Spacey con Tut
ti i soldi del mondo: Ridley Scott sta rigirando le sue scene con il sostituto Christopher Plummer.
Ridicolo, e purtroppo verosimile, che Poveri ma ric
chissimi approdi al cinema senza il nome di Brizzi nei credits: lo farebbe intendere il sito di WB, che contrariamente agli altri titoli in listino non ne indica la regia, anzi, non la indica più, salvo poi ripristinare campo e nome. Confusione, tanta: vedremo quale sarà la toppa prescelta.
NEL FRATTEMPO, sui social si combatte una battaglia senza quartiere e, spesso, senza ragione. A farne le spese, comunque poca roba rispetto a quel che sta presumibilmente vivendo, è la moglie di Brizzi, Claudia Zanella, il cui ultimo stato su Facebook scatena commen- ti vani ed eventuali, della serie leoni per agnelli o, meglio, leoni per rapanelli. L’attrice il 9 novembre posta un articolo sul suo libro, Meglio un giorno da vegana–
il compagno le aveva dedicato il romanzo Ho sposato una vegana. Una storia vera, purtroppo, sempre lì stiamo – e dopo le ultime rivelazio- ni sul marito incassa sostegno ma non solo: “Non è che per caso a qualcuno a te non lontano la dieta vegana ha fatto male al cervello ??!”, “coraggio, tu sei altro!”, “Sei giovane, troverai un marito migliore e un padre migliore per tua figlia”, “Per fortuna tua figlia è troppo piccola per capire chi è suo padre. Vi auguro il meglio con un vero uomo”,“ma fatevi i cazzi vostri!!!”.
Anche sul caso Brizzi, insomma, le cose migliori le ha scritte Flaiano qualche decennio fa: la situazione è grave ma non seria.
Confusione sul film Warner Bros nella scheda della pellicola cancella e poi riscrive la firma della regia