Il Fatto Quotidiano

IL BESTIARIO NAZIONALE, LA FINE È NOTA

Azzurroten­ebra Raramente è accaduto che tutte le componenti di uno sport così popolare contribuis­sero alla distruzion­e di un sentimento e di un intero movimento

- » ANTONIO PADELLARO

Quello che: “Depression­e? Apocalisse? Catastrofe? Siamo abituati ai voli pindarici, queste tragedie non ci appartengo­no e non ci devono scalfire” ( Gian Piero Ventura prima dei play-off con la Svezia”.

Quello che: “Chiedo scusa al Paese”(egli medesimo dopo il disastro pindarico). Quello che: “Negli stadi bisogna portare la lap-dance” ( il presidente Figc Ca rl o Tavecchio si attizza prima dell'apocalisse”).

Quello che: “Ora serve un’analisi approfondi­ta” ( sempre Tavecchio impegnato alla lap- dance dopo l'apocalisse).

Quello che: “Che c’entro io, dovemo vince non pareggià” (il centrocamp­ista Daniele De Rossimanda­to a riscaldars­i smadonna dicendo quello che tutti hanno capito tranne Ventura”).

Quello che: “L’hai capito che alla prossima te butta fuori?” (il terzino Alessandro Florenzi rimb rotta Ventura digiuno d’inglese e gli spiega l’esatto significat­o dell’espression­e no more che l’arbitro Mateu Lahoz gli ha insistente­mente rivolto).

Quelli che “dopo la sconfitta in Svezia Ventura voleva dimettersi e ha detto ai senatori della squadra la formazione fatevela da soli” (esclusiva di Sky sport a dimostrazi­one dell’i nd i sc u ss o prestigio di cui il ct godeva presso gli Azzurri).

Quelli che “il meraviglio­so pubblico di Milano” (mentre la parte più becera dello stadio fischia l’in no svedese).

Quello che: “Poi a chi dice che i catenaccia­ri siamo noi gliene dico quattro” ( Walter Zenga durante la telecronac­a Rai visto che non può dirne otto agli scempi di Ventura).

Quelli che: “Rainews ha annunciato le dimissioni di Ventura” (scoop durante il tragico dopopartit­a con Fabio Fazio, notiziona che purtroppo si rivelerà falsa).

Quello che esibisce la maglietta di Salò e il saluto romano allo stadio del Marzabotto, a due passi dal Sacrario che ricorda i 1.676 morti della strage nazifascis­ta ( EugenioMar­ia Luppi, attaccante della “65 Futa”).

Quello che: “Annamo a fa sta sceneggiat­a” ( Cl aud io Lo tito , uomo forte della Figc prima di recarsi alla Sinagoga di Roma per chiedere scusa del dileggio su Anna Frank a cura degli ultras laziali).

Quello che: “Non ho niente contro gli ebrei ma è meglio tenerli a bada” ( forte contributo di Tavecchio nel dibattito sull’anti semitismo).

Quello che: “Tenete lontano da me gli omosessual­i” (Tavecchio sulle discrimina­zioni sessuali).

Quello che: “Le calciatric­i sono quattro lesbiche” ( Felice Belloli, presidente della Lega Dilettanti anima il confronto).

Quello che: “Optì Poba è venuto qua che prima mangiava le banane e adesso gio- ca titolare nella Lazio”(il più classico dei Tavecchio sulle discrimina­zioni etniche).

Quello che: “Se me porti su il Carpi... una può sali’... se me porti squadre che non valgono un cazzo noi fra due o tre anni non c'abbiamo più una lira” (Lotito spiega da par suo a un dirigente dell'Ischia la complessa questione dei proventi televisivi).

Quello che: “Oltre ad aver perso con una squadra di profughi, ci siamo fatti pure menare. Ma che siamo diventati tutti pariolini?” (dopo la partita in Svezia Sandro Pochesci, allenatore della Ternana, auspicava una sferzata di sana virilità. Chissà cosa avrà pensato quando ha visto i nostri buttati fuori dal Mondiale piangere come vitelli?).

Quello che: “L’ho detto e lo ripeto anche se con umiltà, l’Italia vuole andare ai Mondiali e ci andrà. Non c’è il rischio di sbagliare partita, l’abbiamo preparata nel modo giusto” (Ventura prima del playoff anche se in quanto a pronostici era stato preceduto da una voce assai autorevole).

Immancabil­e infatti quello che: “Vogliamo vincere i Mondiali di Russia del 2018” ( l’allora premier Ma t te o Renzirivol­to a Vladimir Putin durante una visita di Stato a Mosca).

Quelli che “con la squadra così ridotta come diavolo fa-

Vogliamo andare in Russia e ci andremo Non c’è il rischio di sbagliare partita, l’abbiamo preparata nel modo giusto

cevamo ad andare in Russia?” ( vox populi)

Abbiamo estratto soltanto alcune perle dal bestiario del calcio italiano contempora­neo. Raramente è accaduto che tutte le componenti di uno sport così popolare contribuis­sero, ognuno per la sua parte, alla distruzion­e sistematic­a di un movimento (e di un sentimento) capace di mobilitare la più genuina delle passioni, quella per la maglia azzurra della Nazionale.

Un bel sogno che dopo sessant’anni dalla storica figuraccia con l’Irlanda del Nord, si è infranto lunedì sera al fi- schio finale dell’arbitro spagnolo. Non tanto per la sconfitta sul campo, che fa parte di ogni competizio­ne, ma per la triste consapevol­ezza che gli incompeten­ti uomini dell’apocalisse, provvisti di una miseria intellettu­ale senza pari, non molleranno tanto facilmente la presa. Probabilme­nte fino a quando non avranno spolpato tutto ciò che resta di una gloriosa storia. Il tormentone su quelli che il calcio fu la geniale intuizione di Beppe Viola, maestro di giornalism­o di cui oggi sentiamo particolar­mente la mancanza.

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Ansa/LaPresse Non ci resta che piangere Festa svedese e lacrime azzurre a fine partita. Sotto, Gian Piero Ventura
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