Anonymous si infiltra: sbancata la sicurezza di Gentiloni e Viminale
Hackerato un sottufficiale della Marina e un funzionario della scorta di Renzi
Ci sono i numeri di telefono di agenti della Polizia e della Marina militare. Ma anche le ordinanze di servizio della questura, lo scambio di mail sulla visita del premier Paolo Gentiloni prevista per oggi a Bologna e le frequenze utilizzate dal premier per comunicare quando è in viaggio all’estero.
Sono i documenti messi on-line ieri da Anonymous, riuscito a entrare nelle mail di appartenenti alle forze dell’ordine da cui ha rubato dati personali e sensibili. Su questo ennesimo attacco hacker la Procura di Roma aprirà in queste ore un’inchiesta. Il reato di accesso abusivo è procedibile d’ufficio nel caso, come questo, in cui venga commesso ai danni di infrastrutture dello Stato.
L’ATTACCO – secondo quanto ricostruito la Polizia Postale – sarebbe avvenuto sabato, quando il gruppo di ‘hacktivisti’ è entrato nelle caselle mail personali di un dipendente della Difesa e di un appartenente alla Polizia. Da lì sono stati estrapolati documenti di diverse istituzioni.
Tra queste c’è, per esempio, una mail scambiata tra funzionari di Palazzo Chigi con i nomi degli appartenenti alle forze di polizia incaricati di fare un sopralluogo a Bologna per la visita di Gentiloni che oggi inaugurerà Fico Eataly World, la Fabbrica Italiana Contadina di Oscar Farinetti. Grazie all’intrusione nelle mail, Anonymous è riuscito a sapere do- ve e da chi sarebbero stati svolti i sopralluoghi il giorno prima dell’arrivo delle autorità.
E ancora, sono riusciti a scoprire anche le frequenze radio usate da Gentiloni per comunicare quando il 19 e il 20 ottobre scorsi era a Bruxelles per partecipare alla riunione dei leader del Partito dei socialisti europei e per incontrare il Presidente della Commissione europea Jean- Claude Juncker.
ANONYMOUS è riuscito a venire in possesso anche di alcune disposizioni di servizio, interne alla questura, per varie manifestazioni, come quella del 14 ottobre scorso organizzata a Roma da Azione Nazionale di cui è segretario Gianni Alemanno. Nel documento sono riportati anche il numero di agenti presenti al corteo e le loro posizioni. Non sono rimasti segreti neanche i numeri di telefono dei vari reparti della Marina Militare, i cedolini e gli scaglioni degli stipendi dei militari, i cellulari di personale del ministero dell’Interno in missione all’estero.
Poi, dati personali e foto di agenti e militari: curricula, dichiarazioni dei redditi, contratti di affitto, scansioni di carte d’identità e patenti. Hackerato anche dell’assistente di polizia di Stato, Giorgio Grossi, che – secondo il curriculum pubblicato da Anonymous – avrebbe avuto anche un incarico come scorta e sicurezza di Matteo Renzi quando era premier e del quale sono stati pub- blicati dati sensibili come busta paga, passaporto e gli sc re en sh ot della sua casella mail. E tra le vittime c’è anche Amoroso Pasquale, sottufficiale della Marina. Per la polizia postale “al momento non sono state evidenziate ulteriori compromissioni di sistemi informatici istituzionali”. Sarà la Procura di Roma a capire fino a che punto si sono spinti gli hacker. Sono diverse le indagini svolte in questi anni su Anonymous.
DUE INCHIESTE sono ancora in corso: in un caso si è scoperto che la maggior parte degli hacker erano minorenni. A maggio del 2015, invece, era stato il pm Eugenio Albamonte a mettere nel mirino due persone, (‘aken’ e ‘otherwise’ erano i nickname), considerati al vertice della parte italiana di Anonymous. Erano riusciti a entrare nei siti istituzionali e di grosse aziende, dalla presidenza del Consiglio alla Corte Costituzionale, all’Eni. Ma è solo un tassello. Unendo infatti il risultato di varie indagini, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire la rete, enorme, che porta il timbro di Anonymous.
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