Etruria Renzi sulla Banca d’Italia sapeva già tutto e non ha detto niente
Grande notizia! I politici hanno scoperto l’acqua calda. Il presidente della commissione d’inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casini ha solennemente dichiarato che in futuro servono nuove regole per le banche e il mercato finanziario. Finalmente si affronta un tema delicatissimo sul quale da tempo si discute ma che finora è stato accantonato per occuparsi di temi marginali, dimenticandosi dei drammi che hanno portato sul lastrico migliaia di famiglie.
Non bisogna avere un master universitario per sapere che non si può andare avanti con banche che vendono carta straccia ai clienti, con controllori che vedono ( a volte, non sempre!) irregolarità e truffe ma poi chiudono gli occhi, con politici che si intrufolano nelle banche per dare soldi a parenti ed amici. Purtroppo a fine legislatura sarà difficile fare qualcosa e nella prossima, come al solito, le buone intenzioni saranno rapidamente spazzate via.
La sconfitta ai play-off deve essere motivo di rivalsa
I titoli da disastro atomico visti un po’ ovunque dopo la partita dell’Italia rappresentano un più incattivito che amaro dispiacere per la nostra esclusione dai Mondiali. Un coro di “sfacelo”, “tragedia”, “catastrofe” e simili. E fa rabbia pensare che sarebbe stato sufficiente segnare le occorrenti due reti – e bastava un nonnulla fra i più di venti tiri che hanno bombardato la rocciosa contraerea svedese – e quei titoli sarebbero diventati un esaltante florilegio di “cuore azzurro”, “irriducibili”, “Svezia colpita e aff ondata ”, sino allo struggente “grazie ragazzi!”. Desolante vedere quanto la critica si sia accanita contro una squadra non eccelsa ma “in costruzione” fra i veterani e le nuove realtà. Il vero problema, in queste due sfortunate partite con la Svezia, è stato quello di non aver potuto attingere a un numero più vasto di possibili giocatori, essendo “SE SI PERDE IL REFERENDUM mi ritiro anch’io dalla politica” (le stesse parole del suo compagno di giochi). “Denuncio Ferruccio de Bortoli perché ha scritto il falso, ossia che io avrei fatto una telefonata all’Ad di Unicredit per il salvataggio di Banca Etruria, di cui non mi sono mai interessata”.
Queste due dichiarazioni di miss Sorriso, fatte coram populo, sono risultate in realtà due bugie clamorose, indegne di una onorevole sottosegretaria. Di fatto, è rimasta in politica e non ha denunciato nessuno. Ma a chiunque si deve dare la possibilità di riscattarsi. E allora, da cittadini, le rivolgiamo un paio di domandine: perché miss Sorriso non ci racconta le ragioni per cui, nel 2014, lei (ministra da pochi giorni), suo padre (nel Cda di Banca Etruria), il presidente di questa Giuseppe Fornasari, si incontrarono nella villa di Laterina col presidente Flavio Trinca e l’Ad Vincenzo Consoli di Veneto Banca? E visto che siamo in clima di confessioni, perché non ci dice pure due parole sulla telefonata intercettata in cui il padre, vicepresidente di Etruria, il 3 febbraio 2015, si rivolgeva a Consoli in questi termini: ”Io ne parlo con mia figlia, con il presidente domani e ci si sente in serata”. Sarebbe interessante sapere di che cosa doveva parlare con la figliola e col presidente (Renzi, forse). CARO BELLESI, noi sappiamo molte cose dell’interessamento dell’onorevole Maria Elena Boschi per la banca di cui suo padre Pier Luigi era vicepresidente fino al momento del commissariamento, una settimana dopo la telefonata che lei ricorda. È evidente che, dopo aver mentito al Parlamento giurando di non essersi mai occupata di Banca Etruria, la notizia data da De Bortoli l’ha messa in imbarazzo. Quando poi il Fatto ha rivelato la riunione nella villa di famiglia di Laterina, l’onorevole Boschi non ha nemmeno smentito, tanto meno ha minacciato que- le squadre del nostro campionato, formate con una media di 8 stranieri e 3 italiani: l’esatto contrario di quel che avveniva in passato. Dunque, non lamentiamoci oltre e fra le lacrime di un Buffon che ha fatto la storia e gli occhi lucidi di un Bernardeschi che proverà a farla, prepariamoci a una nuova futura Nazionale che capendo l’importanza di un più vasto parco di giocatori italiani in ogni club, sarà sicuramente più brava di quanto questa rele. Anche noi nei mesi scorsi abbiamo rivolto pressantemente una serie di domande alle quali la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio non ha mai voluto rispondere. Lei è però più fortunato perché alla sua domanda siamo in grado di rispondere noi: gli uomini di Veneto Banca ed Etruria spiegarono alla neoministra delle Riforme il comportamento a loro parere scorretto della vigilanza bancaria della Banca d’Italia. Ed è questa, in fondo, la cosa più grave della vicenda. Oggi Matteo Renzi denuncia l’inadeguatezza e gli errori della vigilanza da capo di partito in campagna elettorale. Peccato. Sapeva già tutto appena insediato a Palazzo Chigi, quasi quattro anni fa. E non ha fatto e non ha detto niente. Nel frattempo sono saltate sette banche. non lo sia stata. Il miglior titolo possibile, adesso, è un affettuoso: “Forza ragazzi, presto ci riconvincerete!”. Crediamoci.
Saluto romano in campo: a cosa è servita la Resistenza?
Come iscritto all’Anpi sento di dover chiedere scusa per l’ennesimo orrendo episodio accaduto la scorsa domenica. Chiedo scusa perché forse non abbiamo saputo spiega- re, visto che alla nostra associazione non è sempre permesso di andare nelle scuole, cosa è stata la Resistenza e il prezzo pagato per ottenere la Costituzione e leggi che vietassero l’apologia dei “ragazzi’’ repubblichini, al soldo dei nazisti e dei loro degni nipoti. Le leggi che vietano queste manifestazioni esistono e dovrebbero essere applicate in maniera severa e soprattutto, sollecita. Già si parla di voler mandare il ragazzo a visitare qualche L’umiliante eliminazione della Nazionale di calcio dai prossimi Mondiali mi sembra in qualche modo una metafora della condizione del nostro Paese: una classe dirigente inadeguata, che si balocca con qualche decimale di Pil e la retorica della ripresa. Un Paese confuso e senza idee; che continua a crogiolarsi nell’illusione di risolvere sempre le cose all’ultimo minuto; che non riesce mai a programmare il futuro e a valorizzare i giovani.