Operazione verità su Pil e crescita
▶“TUTTI
gli italiani dovrebbero sapere qual è la vera situazione economica in Italia”. L’ex premier finlandese e oggi vicepresidente della Commissione europea Jirky Katainen non è mai stato tenero con l’Italia, fin da quando, nel 2011, guidava il fronte dell’austerità contro i Paesi all’epoca a rischio default, come l’Italia o la Grecia. Ma come si spiega un suo attacco così violento? Prima rifiuta di anticipare il giudizio della Commissione sull’impianto della legge di Stabilità inviato dal governo Gentiloni a Bruxelles. Poi però commenta che “tutti possono vedere dai numeri che la situazione in Italia non sta migliorando”. E questo nel giorno in cui l’Istat divulga numeri tutto sommato positivi sulla crescita in Italia in base ai quali il Pil nel 2017 dovrebbe crescere dell’1,6 per cento, più delle attese. È il solito pregiudizio nordico anti-italiano?
In parte sicuramente sì, la Commissione europea è molto meno ostile di quanto sembra dalle parole di Katainen, tanto da rinviare il giudizio finale sulla mancata correzione del deficit strutturale italiano (0,3 per cento del Pil invece dello 0,6 promesso) a dopo le elezioni 2018. Ma Katainen, pur con i suoi toni rudi, su una cosa ha ragione: gli italiani hanno una percezione distorta della situazione economica. Fatto 100 il Pil nel primo trimestre del 2008, cioè prima della fase acuta della crisi, secondo i calcoli della Lc Macro Advisors di Lorenzo Codogno, l’eurozona ha recuperato quel livello a fine 2014 e ora viaggia intorno a quota 107, cioè nel suo complesso sta meglio che dieci anni fa. L’Italia invece continua ad arrancare, pur con la crescita maggiore di quest’anno, è ancora intorno a quota 96 e chissà se e quando potrà tornare sui livelli di Pil pre-crisi, mentre ogni giorno si amplia il divario con le altre economie della moneta unica. Anche senza cataclismi tipo un aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico, la situazione resta critica. Dovremmo saperlo senza aver bisogno dei rudi richiami di Katainen.