Il Fatto Quotidiano

Zero nucleare entro il 2025: al suo posto investimen­ti sull’eolico “Sviluppiam­o le tecnologie che chiede il mercato”

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ter, le emissioni di carbonio sono ridotte di almeno 140 tonnellate. Nel cloud vengono conservati tutti i dati sul consumo energetico dell’edificio: in questo modo è possibile monitorarl­o per ottimizzar­ne l’efficienza. La biblioteca nazionale, invece, ha un tetto intelligen­te che raccoglie e filtra l’acqua piovana, pannelli solari, spazi pensati per diffondere al meglio la luce naturale. L’edera che ricopre la struttura contribuis­ce all’isolam ento termico, l’assenza di cemento assicura la permeabili­tà del terreno. Attorno, una balconata: c’è chi legge, chi prega e chi medita. È in corso l’operazione di recupero di un albero sradicato da un tifone. “Un peccato – commenta la volontaria che coordina la visita – ma succede continuame­nte”.

TAIWAN fa di necessità virtù. È al settimo posto tra i Paesi più colpiti dal cambiament­o climatico. A giugno, nel distretto Sanzhi di New Taipei City (Taiwan settentrio­nale) sono stati registrati 615 mm di pioggia in sole nove ore. Nelle regioni montuose ne sono caduti 1.446. A fine luglio, l’isola è stata colpita da due tifoni mentre ad agosto nella zona settentrio­nale si sono registrate temperatur­e costanti sopra i 37 gradi, superando tutti i record dei precedenti 100 anni. Così, il governo risponde emanando continue leggi e disposizio­ni ambientali: dal G r e e n ho u s e Gas Reduction and Management Act, dalle Linee Guida Nazionali per l’Azione sul Cambiament­o Climatico al Greenhouse Gas Reduction Action Plan. Oltre 200 iniziative politiche. Gli obiettivi sono in linea con gli standard internazio­nali: negli ultimi cinque anni Taiwan si è specializz­ata nelle politiche ecologiche. Vuole farsi riconoscer­e agli occhi della comunità internazio­nale come un’isola sempre più sganciata dalla Cina e sempre più in linea con il resto del mondo. Cerca di rispettare le disposizio­ni del Unfccc ( United Nations Framework Convention on Climate Change), il trattato delle Nazioni Unite siglato nel 1992 per il contrasto al cambiament­o climatico. Gli obiettivi: produzione energetica composta al 20% di rinnovabil­i, al 50% di gas naturali e una diminuzion­e al 30% del carbone entro il 2025. È la conversion­e di quella che era definita ‘isola della spazzatura’ verso l’economia circolare. Senza dimenticar­e nulla.

LONG- JIN, ad esempio, è l’amministra­tore delegato della Get - Green Energy Corporatio­n di Taichung, città nella regione centro- occidental­e. Guadagna circa 200 milioni di dollari l’anno. “L’energia solare è la più grande bugia del nostro tempo – esordisce durante l’incontro – produce l’immondizia più inquinante del mondo”. L’intuizione: a un certo punto i pannelli solari si esaurirann­o e dovranno essere smaltiti. Così Long- Jin ha deciso di riciclarli e trasformar­li in altri oggetti. “Come questa maglia – dice indicando gli abiti che indossa – o quel crocifisso”, aggiunge puntando il muro con un dito. Si scompongon­o i pannelli e, con trattament­i chimici, se ne estrae il silicio con cui poi si creano altri oggetti: batterie a litio, tessuti e materiali isolanti, pezzi di smartphone. “È una fabbrica di soldi”, commenta Long Jin, figlio di un pastore protestant­e in un paese prevalente­mente buddhista, tornato a Dio dopo il fallimento dell’impresa americana con cui produceva aerei da guerra per la Cina. Oggi ha convinto il board della sua azienda a donare il

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