Brizzi fuori dalla Warner Bros: l’incognita resta il botteghino
PRESUNTI ABUSI Il regista non curerà la promozione di “Poveri ma ricchissimi” (comunque in sala). Il press agent Lucherini: “Come si fa a lanciare una pellicola senza il suo autore?”
Si salvano i cavoli, con rispetto parlando, non la capra. Le accuse di molestie a Fausto Brizzi non cambiano il listino di Warner Bros. Italia, ma se le misure adottate dalla società cinematografica separano condivisibilmente l’opera dall’autore è altresì vero che accolgono la presunta colpevolezza del regista senza attendere, ammesso ci si arrivi, un pronunciamento giudiziario. Per carità, in America stanno decisamente peggio, basti pensare alla cancellazione di Kevin Spacey quale interprete, attore e, non esageriamo, uomo promossa senza passare dal tribunale. Intendiamoci, la notizia è che il nuovo film diretto da Brizzi uscirà il 14 dicembre come preventivato o che l’autore non lo potrà accompagnare in alcun modo?
ANDIAMO con ordine, Warner Bros. – si legge nel comunicato diffuso – non blocca né muta temporalmente l’approdo in sala di Poveri ma ricchissimi perché “è il risultato della creatività, del lavoro e della dedizione di centinaia di donne e di uomini del cast e della produzione”. Ma Brizzi “non verrà associato ad alcuna attività relativa alla promozione e distribuzione del film”, giacché WB “prende molto seriamente ogni accusa di molestia o abuso e si impegna ferma- mente affinché l’ambiente di lavoro sia un luogo sicuro per tutti i suoi dipendenti e collaboratori”. Il punto è questo: “Ogni accusa di molestia o abuso”. C’è di più, WB Italia “ha sospeso ogni futura collaborazione con Fausto Brizzi”: motu proprio oppure da indicazione, sulla scorta di clausole etiche, della casa madre americana non è dato sapere. La società di produzione e distribuzione si limita a precisare che “il comunicato stampa ri- flette l’interezza della nostra posizione”. Non chiaro, poi, se il nome del regista verrà mantenuto o espunto dai credits: la permanenza è più che probabile, ma non è scontata.
Commercialmente parlando, viceversa, il convincimento e l’auspicio della major è che lo si vede di più, il film, se se ne sta in disparte il regista. Ma quali ripercussioni avrà questa risoluzione? In soldoni, incassi poveri o ricchissimi? Fabio Fefè, l’influente ammini- stratore delegato di Circuito Cinema, guarda all’esercizio, ma ancor prima a Brizzi: “E se fosse un meccanismo a orologeria? Intendiamoci, fossero assodate le accuse di molestia, sarebbe un fatto molto grave, ma ho qualche dubbio: non è che qualcuno vuole farsi pubblicità, trovare posto in un cast? Siamo un Paese che condanna prima del tempo, salvo poi scoprire che il colpevole non lo era”. E se qualche esercente dovesse rifiutarsi di programmare Poveri ma ricchissimi per riserve etiche? “Lo troverei curioso, certo non ci sono obblighi”, assicura Fefé, specializzato nella programmazione di qualità su 120 schermi in tutta Italia. Eppure, difficilmente lui metterà Brizzi in cartellone: “Se qualcuno ce lo chiederà, nessun problema, ma abbiamo già il nuovo di Woody Allen, L’insulto libanese e il russo Loveless”.
PRODUTTORE ed esercente di razza, fondatore del cinema Anteo di Milano, Lionello Cerri precisa: “Se la decisione di Warner sia condivisibile non lo so, che dopo questo clamore ci possano essere risvolti sugli incassi è probabile, ma è tutto secondario di fronte al dolore delle persone coinvolte. Al di là delle considerazioni cinematografiche, il discorso è sul potere, sui rapporti tra uomo e donna: è una questione culturale, e va affrontata urgentemente”. “Non mi è mai capitato in 70 anni di carriera”, dichiara Enrico Lucherini, il re dei press-agent: “Per fortuna, non curiamo Poveri ma ricchissimi, a differenza di tutti i precedenti di Brizzi: non saprei come fare, come si può lanciare un film di Natale brillante senza raccontare come e perché è stato fatto, e questo può dirlo solo il regista, tanto più per una sorta di sequel come questo”. Eppure, Lucherini non teme conseguenze al botteghino: “Non si andrà a vederlo per motivi pruriginosi, ma nemmeno ci si asterrà per questioni morali. E, poi, diciamocelo: a Forlì o a Matera tra un mese chi si ricorderà del caso Brizzi?”.
Circuito Cinema: ‘Accuse gravi, ma non è che invece qualcuno vuole farsi pubblicità, trovare posto in un cast?’