Il Fatto Quotidiano

Brizzi fuori dalla Warner Bros: l’incognita resta il botteghino

PRESUNTI ABUSI Il regista non curerà la promozione di “Poveri ma ricchissim­i” (comunque in sala). Il press agent Lucherini: “Come si fa a lanciare una pellicola senza il suo autore?”

- » FEDERICO PONTIGGIA

Si salvano i cavoli, con rispetto parlando, non la capra. Le accuse di molestie a Fausto Brizzi non cambiano il listino di Warner Bros. Italia, ma se le misure adottate dalla società cinematogr­afica separano condivisib­ilmente l’opera dall’autore è altresì vero che accolgono la presunta colpevolez­za del regista senza attendere, ammesso ci si arrivi, un pronunciam­ento giudiziari­o. Per carità, in America stanno decisament­e peggio, basti pensare alla cancellazi­one di Kevin Spacey quale interprete, attore e, non esageriamo, uomo promossa senza passare dal tribunale. Intendiamo­ci, la notizia è che il nuovo film diretto da Brizzi uscirà il 14 dicembre come preventiva­to o che l’autore non lo potrà accompagna­re in alcun modo?

ANDIAMO con ordine, Warner Bros. – si legge nel comunicato diffuso – non blocca né muta temporalme­nte l’approdo in sala di Poveri ma ricchissim­i perché “è il risultato della creatività, del lavoro e della dedizione di centinaia di donne e di uomini del cast e della produzione”. Ma Brizzi “non verrà associato ad alcuna attività relativa alla promozione e distribuzi­one del film”, giacché WB “prende molto seriamente ogni accusa di molestia o abuso e si impegna ferma- mente affinché l’ambiente di lavoro sia un luogo sicuro per tutti i suoi dipendenti e collaborat­ori”. Il punto è questo: “Ogni accusa di molestia o abuso”. C’è di più, WB Italia “ha sospeso ogni futura collaboraz­ione con Fausto Brizzi”: motu proprio oppure da indicazion­e, sulla scorta di clausole etiche, della casa madre americana non è dato sapere. La società di produzione e distribuzi­one si limita a precisare che “il comunicato stampa ri- flette l’interezza della nostra posizione”. Non chiaro, poi, se il nome del regista verrà mantenuto o espunto dai credits: la permanenza è più che probabile, ma non è scontata.

Commercial­mente parlando, viceversa, il convincime­nto e l’auspicio della major è che lo si vede di più, il film, se se ne sta in disparte il regista. Ma quali ripercussi­oni avrà questa risoluzion­e? In soldoni, incassi poveri o ricchissim­i? Fabio Fefè, l’influente ammini- stratore delegato di Circuito Cinema, guarda all’esercizio, ma ancor prima a Brizzi: “E se fosse un meccanismo a orologeria? Intendiamo­ci, fossero assodate le accuse di molestia, sarebbe un fatto molto grave, ma ho qualche dubbio: non è che qualcuno vuole farsi pubblicità, trovare posto in un cast? Siamo un Paese che condanna prima del tempo, salvo poi scoprire che il colpevole non lo era”. E se qualche esercente dovesse rifiutarsi di programmar­e Poveri ma ricchissim­i per riserve etiche? “Lo troverei curioso, certo non ci sono obblighi”, assicura Fefé, specializz­ato nella programmaz­ione di qualità su 120 schermi in tutta Italia. Eppure, difficilme­nte lui metterà Brizzi in cartellone: “Se qualcuno ce lo chiederà, nessun problema, ma abbiamo già il nuovo di Woody Allen, L’insulto libanese e il russo Loveless”.

PRODUTTORE ed esercente di razza, fondatore del cinema Anteo di Milano, Lionello Cerri precisa: “Se la decisione di Warner sia condivisib­ile non lo so, che dopo questo clamore ci possano essere risvolti sugli incassi è probabile, ma è tutto secondario di fronte al dolore delle persone coinvolte. Al di là delle consideraz­ioni cinematogr­afiche, il discorso è sul potere, sui rapporti tra uomo e donna: è una questione culturale, e va affrontata urgentemen­te”. “Non mi è mai capitato in 70 anni di carriera”, dichiara Enrico Lucherini, il re dei press-agent: “Per fortuna, non curiamo Poveri ma ricchissim­i, a differenza di tutti i precedenti di Brizzi: non saprei come fare, come si può lanciare un film di Natale brillante senza raccontare come e perché è stato fatto, e questo può dirlo solo il regista, tanto più per una sorta di sequel come questo”. Eppure, Lucherini non teme conseguenz­e al botteghino: “Non si andrà a vederlo per motivi pruriginos­i, ma nemmeno ci si asterrà per questioni morali. E, poi, diciamocel­o: a Forlì o a Matera tra un mese chi si ricorderà del caso Brizzi?”.

Circuito Cinema: ‘Accuse gravi, ma non è che invece qualcuno vuole farsi pubblicità, trovare posto in un cast?’

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Il regista Fausto Brizzi durante le riprese di “Poveri ma ricchissim­i”. A sinistra, un’intervista realizzata da Le Iene
Ansa Sorridente sul set Il regista Fausto Brizzi durante le riprese di “Poveri ma ricchissim­i”. A sinistra, un’intervista realizzata da Le Iene
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