Il Fatto Quotidiano

Fassino, l’ultima profezia

- » MARCO TRAVAGLIO

Fermi tutti, che nessuno si muova: una novità sensaziona­le, rivoluzion­aria, palingenet­ica irrompe sulla scena politica italiana e la sconvolge al punto che da oggi nulla sarà come prima. Noi non l’avevamo notata, ma rendiamo onore a Eugenio Scalfari che, malgrado l’età, non ha perso il gusto dello scoop. Tenetevi forte: “La notizia che fuori discorso (qualunque cosa voglia dire, nd r) Renzi ha dato è la sua dimostrazi­one di buona fede e di forte desiderio che il rientro dei dissidenti avvenga: è stato incaricato Piero Fassino di trattare con loro le modalità di rientro e il merito dei temi che saranno discussi e sui quali i rientrati avranno il loro peso indipenden­temente dal loro numero”. Badate bene: “Fassino è una personalit­à primaria”, mica secondaria. “A suo tempo fu segretario del partito che allora si chiamava Ds”: me

cojoni.“Poi fu un ottimo sindaco di Torino”, anche se i torinesi non se ne accorsero, tant’è che appena si ricandidò lo asfaltaron­o. “E ora è una delle personalit­à più attive del Pd”: praticamen­te l’incarnazio­ne del moto perpetuo, dunque figuriamoc­i gli altri. Al solo sentir pronunciar­e “Fassino”, i bersaniani usciti nove mesi fa dal Pd perché delle scelte di Renzi non condividon­o nulla, nemmeno le cravatte, dovrebbero scattare sull’attenti come un sol uomo e rientrare a passo di carica in “un partito che a quel punto andrebbe da Bersani a Franceschi­ni, da Pisapia a Minniti, da D’Alema a Orlando”, cioè sarebbe identico a quello da cui se ne sono andati a febbraio.

Noi già li immaginiam­o, ingolositi e arrapati dall’incarico a Fassino di “trattare con loro le modalità di rientro”. Slurp, gnamm, che leccornia! E come facciamo a dirgli di no? Fassino è quello che avevamo sempre sognato, quel diavolo di Renzi ci ha proprio incastrati: non ci resta che consegnarc­i a lui con le mani alzate e scusarci per aver dubitato di lui! Oltretutto Fassino è un amuleto portafortu­na. Nel 2008 Antonio Padellaro dirigeva l’Unità e quasi ogni giorno il segretario Ds Fassino protestava per la linea troppo critica e sbarazzina, anche a causa della rubrica del sottoscrit­to, di cui auspicava caldamente il licenziame­nto. All’ennesimo rifiuto di Antonio, Fassino: “Se volete fare di testa vostra, fatevi un nuovo giornale vostro e poi vediamo come va”. Padellaro, che ancora non ci aveva pensato, gli rubò l’idea e di lì a un anno nacque il Fatto, che ne ha appena compiuti otto, mentre l’Unità non c’è più. Ma Fassino mica si fermò lì, eh no. Nel luglio 2009, quando Beppe Grillo si candidò alle primarie per la segreteria del Pd, lanciò la seconda delle sue leggendari­e profezie.

“Se

Grillo vuol far politica, fondi un partito e vediamo quanti voti prende. E perché non lo fa?”. Grillo, che ancora non ci aveva pensato, gli rubò l’idea: oggi i 5Stelle sono davanti al Pd. Gli amici, visto l’esito boomerang dei due primi oracoli, presero da una parte il compagno Piero e lo pregarono di fermarsi lì. Ma lui niente, passò direttamen­te al terzo. Del resto, non c’è il due senza il tre. Nel maggio 2015, il sindaco Fassino, irritato dalle critiche di una consiglier­a M5S, tal Chiara Appendino, al suo bilancio colabrodo, le lanciò un’altra delle sue proverbial­i sfide: “Si segga su questa sedia e vediamo se sarà capace di fare quello che auspica: deciderann­o gli elettori”. Gli elettori, che ancora non ci avevano pensato, gli rubarono l’idea e corsero a eleggere la Appendino sindaco di Torino al posto suo. Primo caso di un’Appendino che prende il posto di un attaccapan­ni. Lui ne fu talmente depresso che i colleghi dell’Anci lo lasciarono per qualche mese presidente dell’associazio­ne dei comuni anche da semplice consiglier­e comunale: nessuno aveva cuore di avvertirlo col dovuto tatto che non era più sindaco e di scortarlo all’uscita. Renzi, vedendolo ridotto a uno straccio, pensò di mollargli uno strapuntin­o di consolazio­ne: quello di “commissari­o straordina­rio ai migranti”. Poi l’idea di far accogliere quei poveri disperati appena sbarcati sulla banchina da uno con la faccia di Fassino parve eccessiva anche a Matteo: qualcuno, per solidariet­à o compassion­e, avrebbe potuto rimpianger­e di non essere affogato durante la traversata.

Ma il problema restava: come tenerlo impegnato, onde evitare che lanciasse nuove sfide-sfighe? Pensa e ripensa, ed ecco la soluzione: commissari­o straordina­rio a un altro genere di migranti, quelli di Mdp. La missione presenta più di un rischio, oltre a quello di un generale, collettivo, corale pernacchio: Fassino potrebbe ricomincia­re con gli oracoli che l’han reso celebre nel mondo della scaramanzi­a. Tipo quelli che, sul Web, lo vedono protagonis­ta assoluto di tutti i passaggi cruciali della Storia. “Se questo Giulio Cesare vuole infischiar­sene del Senato, passi il Rubicone poi vediamo se riesce a conquistar­e il potere”. “Se questo Dante Alighieri vuol fare lo scrittore, pubblichi qualcosa e poi vediamo quanti lo leggono”. “Se questo Cristoforo Colombo vuole raggiunger­e nuovi continenti prenda delle caravelle e salpi pure, poi vediamo dove arriva”. “Se questo Walt Disney è così bravo a disegnare topi e papere, lo faccia e poi vediamo se interessa a qualcuno”. “Se il Regno Unito vuole uscire dalla Ue, faccia un referendum e poi vediamo quanti votano Brexit”. “Se questo Bergoglio pensa di avere la vocazione, si faccia ordinare prete e poi vediamo se diventa papa”. “Se questo Trump vuol candidarsi alla Casa Bianca, si metta coi repubblica­ni e poi vediamo se viene eletto”. E così via. Ora, per attirare Grasso in trappola, c’è il rischio che parta con una delle sue captatio benevolent­iae : “Piero, se non vuoi rientrare nel Pd, fai il leader della Sinistra e poi vediamo quanti voti prendete”. A quel punto, tanto varrà risparmiar­e i soldi delle elezioni.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy