Il Fatto Quotidiano

Il Gufo colpisce ancora

- » MARCO TRAVAGLIO

Dimissioni, dimissioni! Da due giorni un solo grido si leva dalla Nazione tutta, dall’Alpi a Scilla. I destinatar­i sono ovviamente e sacrosanta­mente il presidente della Figc Carlo Tavecchio e il ct Gian Piero Ventura, che ieri è stato licenziato. Invece Tavecchio, uno che verrebbe scartato pure nel Terzo mondo come posteggiat­ore abusivo, resta. Ma è comunque bizzarro che in Italia l’etica della responsabi­lità – “chi sbaglia paga” – valga per il pallone e non per la politica, l’economia e il resto dello sport. Com’è ridotto il Coni l’abbiamo raccontato lunedì in un’inchiesta del Fatto: 23 federazion­i sportive su 44 sono in rosso, alcune tecnicamen­te fallite. E, se avessero partorito campioni e medaglie, si potrebbe pure perdonarle: invece da tempo lo sport italiano, in mano a carrozzoni, stipendifi­ci, marchettif­ici e ospizi per politici in disarmo, scarseggia di eccellenze. L’ètà dell’oro di Spagna 1982, di Mennea, Simeoni, Abbagnale, Oliva, Di Biasi, Cagnotto, Cova, Thoeni, Gros, Vaccaroni, Masala, Moser, Saronni, Canins, Meneghin e il Settebello di pallanuoto, per citare i primi che vengono in mente, dinanzi al quasi-deserto di oggi, è roba da lucciconi agli occhi. Quindi in che senso Malagò dice che al posto di Tavecchio se ne sarebbe già andato, visto che è ancora lì? E di quale “rifondazio­ne del calcio” blatera il cosiddetto ministro Lotti, complice o almeno palo del sistema?

Renzi invece va al Tg1, cioè a casa sua, e chiede che “chi ha sbagliato se ne vada”: il che, a parte la profondità del ragionamen­to, ci potrebbe anche stare se a dirlo non fosse lui, che non ha alcun titolo per decidere presidenti e ct (come l’amico B., che nel 2000 insultò Zoff dopo l’Europeo perso in finale con la Francia). O se a dirlo fosse lui, ma con l’annuncio delle dimissioni da segretario Pd, essendo il più grande perditore della storia dalla scomparsa di Fantozzi. Uno che, dopo le Europee del 2014 (quando gli elettori non lo conoscevan­o), è riuscito a schiantars­i in tutte le elezioni circoscriz­ionali, comunali e regionali, più referendum. Uno che annuncia la rinascita di Alitalia, e Alitalia affonda. Il risanament­o di Mps (“un bell’affare in cui investire”), e Mps cola a picco fino al salvataggi­o di Stato per la modica cifra di 9 miliardi. La resurrezio­ne dell’Unità, e l’Unità chiude. Il salvataggi­o di Almaviva, e Almaviva defunge. L’Italicum che tutto il mondo c’invidia, e la Consulta glielo rade al suolo. Il lancio in Borsa della Ferrari, e il titolo viene bloccato per eccesso di ribasso. Il rilancio della Rai liberata dai partiti (tranne il suo), e la Rai tracolla, anche grazie alle geniali epurazioni di Giannini, Giletti e Gabanelli.

Il boom del Pil ( il più basso d’Europa) e dell’occupazion­e (che cresceva di più quando non c’erano né lui né il Jobs Act né i 12 miliardi di incentivi alle imprese, la ripresa mondiale era al palo, i tassi e il petrolio erano alle stelle). Il Pd a vocazione maggiorita­ria, che ha subìto una scissione e oggi vale meno di quello di Bersani. Una collezione di fiaschi da far invidia a una cantina sociale. Quindi “chi ha sbagliato se ne vada”, esclusi i presenti.

Ps. Mentre finisco di scrivere, mi chiama Padellaro: “Ma l’hai visto il video di Renzi che fa a Putin il pronostico sui Mondiali del 2018?”. Azz, mi era sfuggito. E dire che i pronostici di Renzi li colleziono tutti, da quando il Divino Otelma lo definì “un vampiro astrale che porta sfiga a chi gli è vicino”. Per i Mondiali del 2014 augurò mirabilie agli azzurri, infatti vinse la Germania. Ci riprovò con gli Europei 2016, e vinse il Portogallo. Ma il meglio lo diede quando volò alle Olimpiadi di Rio e inferse messaggi beneaugura­nti a tutti gli atleti che, ignari dei suoi poteri nefasti, ringraziav­ano pure. Riempì di sms la schermitri­ce Rossella Fiamingo, favorita per la medaglia d’oro, infatti prese l’ar ge n to . Un altro superfavor­ito era Vincenzo Nibali: bastò un “Forza Vincenzo” e quello si schiantò per la prima volta in vita sua alla prima curva (doppia frattura). Chi teneva al medagliere azzurro convinse Renzi ad anticipare il rimpatrio. Lui, dalla scaletta dell’aereo, fece in tempo a twittare: “Il mio atleta preferito è una sola Federica Pellegrini, la Divina: l’ho vista in forma”, aggiungend­o un misterioso “Only Federica” in una lingua sconosciut­a. La povera Only arrivò quarta. In ottobre, Renzi si recò in gita premio alla Casa Bianca dal pensionand­o Obama, viatico per l’immancabil­e vittoria referendar­ia del 4 dicembre, e di lì augurò ogni bene alla missione europea a guida italiana della sonda Schiaparel­li su Marte: “Il nostro Paese vive u n’altra pagina di orgoglio. L’Europa arriva su Marte, con una missione a leadership italiana e la sonda Schiaparel­li. Un grande sogno europeo, reso possibile dalla straordina­ria qualità dei ricercator­i italiani che ho incontrato giorni fa a Torino. Viva chi ci prova, viva chi si mette in gioco, viva chi innova”. Di lì a poco, puntuale come un funerale, la capsula spaziale precipitò nel vuoto senza lasciare tracce. All’i m pl ac ab il e score del Grande Gufo mancavano giusto i Mondiali del 2018, infatti ecco il filmato che impazza sul Web. Il 10 giugno 2015, all’Expo di Milano (altro trionfo con 250 milioni di buco), Renzi disse a un impietrito Vladimir Putin: “Non parlo dei Mondiali, sennò c’è crisi diplomatic­a perché vogliamo vincere i Mondiali in Russia del 2018, quindi fermiamoci qui”. Ma ormai il destino azzurro era segnato. Un anno dopo, ignaro di tutto, Ventura accettò la Nazionale. Ora, dopo la doccia svedese, tutti a disquisire dei suoi schemi sbagliati. Calunnie: il povero citì non avrebbe avuto scampo comunque. Peggio della profezia di Renzi, poteva capitargli solo una sfida-sfiga di Fassino: “Se la Svezia pensa di qualificar­si ai Mondiali, faccia i playoff con l’Italia e poi vediamo chi vince”.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy