Voto, ultimi fuochi: portone Pd in fiamme e comizi semivuoti nella città della testata
Risultato in bilico, ai seggi forse 60 mila su 186 mila aventi diritto
Il portone del circolo Pd di Ostia Antica dato alle fiamme da ignoti durante la notte chiude la campagna elettorale per il Municipio X di Roma nel segno delle intimidazioni. Come la testata assestata da Roberto Spada, ora in carcere, al giornalista Daniele Piervincenzi della trasmissione Nemo
( Rai2) o i roghi notturni di tanti cassonetti che hanno scandito le settimane di a vv ic in am en to alle urne. L’i n- cendio al circolo Dem è divampato verso l’una e mezza di notte, bruciando un’anta della porta di accesso. Un vicino ha avvertito i Vigili del Fuoco, arrivati nella notte a spegnere le fiamme.
Nel pomeriggio i militanti dem si sono ritrovati di fronte alla sezione, con il governatore del Lazio Nicola Zingaretti che promette “apriremo nuove sedi del partito ad O- sti a”. Insomma, una giornata tipo per ricordare che il territorio del litorale romano per oltre due anni è stato commissariato per mafia, con l’ultimo mini sindaco, Daniele Tassone del Pd, condannato in primo grado a 5 anni nel processo Mafia Capitale.
DOPO LA SOLIDARIETÀ espressa da istituzioni e territorio al giornalista, in Commissione di Vigilanza Rai ha tenuto banco il suo inquadramento contrattuale. Perché Piervincenzi non è un dipendente della tv pubblica bensì un cronista sotto contratto con una società esterna, la Fermantle Media. Una situazione molto comune nei programmi televisivi. “A milioni di italiani, è stato fatto credere che quello ferito a Ostia fosse un giornalista Rai, quando, in realtà, è un precario sotto contratto con un’azienda esterna, senza alcuna garanzia in caso di infortuni”, attacca Michele Anzaldi del Pd. La società di produzione replica: “Piervincenzi ha un contratto autonomo di collaborazione giornalistica, non da programmista-regista ed è assicurato contro rischi di morte, invalidità e infortuni”.
In questo scenario la chiusura della campagna elettorale di Giuliana Di Pillo (M5S) e Monica Picca (Fratelli d’Italia per il centrodestra) scivola via senza grossi sussulti. I 5 Stelle e il centrodestra si ritrovano in due piazze a poche centinaia di metri di distanza.
I comizi sono semivuoti, con alcune centinaia di persone in tutto sotto ai palchi. La prima a parlare è Giorgia Me-
“È assicurato” Commissione Rai, polemica sul contratto di lavoro del cronista aggredito
loni: “stasera prima di fare un selfie voglio il vostro casellario giudiziario”, scherza in riferimento allo scatto pubblicato da Fanpage.it che la vede in compagnia di un uomo identificato come membro della famiglia Spada. Poi stuzzica Luigi Di Maio: “Quando è stato chiamato in causa per una foto con un camorrista ha risposto che non sapeva perché fa centinaia di foto al giorno. Io migliaia, ho più foto che voti”.
Sul lato opposto della strada ci sono Virginia Raggi ed Alessandro Di Battista. “Molti si aspettano che io parli degli Spada, del fatto che alcuni partiti non hanno preso del tutto le distanze, ma io sono qui per parlare del futuro del litorale, potrà essere raggiunto navigando sul Tevere”, esordisce la sindaca. Che poi punge CasaPound: “Entrerà in Consiglio e magari in questo momento sta facendo accordi con qualcuno”. Intese elettorali che, ribadisce Di Battista, “non ci saranno ad Ostia”, citando “la sinistra che vuole fare alleanze per non scomparire”. E attacca: “Sono falsi, hanno abolito l’articolo 18 è poi ricordano Berlinguer, ma andate affanculo”.
DOPO IL PRIMO TURNO i5 Stelle erano avanti di 2.300 voti, con una tornata segnalata da urne deserte ( 36,15% di affluenza). Domenica potrebbero votare circa 60 mila persone su 186 mila aventi diritto, una sfida che si giocherà dunque su una differenza di poche migliaia di voti.