Ancelotti è il nuovo ct della Nazionale Ma arriverà a giugno
Mentre salta il blitz di Malagò sul commissario
Il futuro della Federcalcio è ancora un mistero, quello della Nazionale forse comincia a delinearsi: che ci sia un nuovo presidente eletto al posto di Carlo Tavecchio o un commissario del Coni nominato da Giovanni Malagò, in primavera sulla panchina azzurra potrebbe sedere Carlo Ancelotti. Il grande allenatore che Tavecchio cercava per salvare la poltrona, e che contrariamente alle indiscrezioni non ha mai detto no alla Nazionale. Ci vuole solo un po’ di pazienza: sei mesi possono bastare.
IN QUESTO arco di tempo succederanno due cose. Innanzitutto terminerà la stagione, che l’allenatore emiliano vuole concludere sotto contratto col Bayern Monaco, da cui è stato esonerato. E poi si sarà definita la situazione politica. Ieri, infatti, la giunta decisiva del Coni è stata molto interlocutoria: Malagò vorrebbe tanto mettere le mani sulla Figc, con un commissariamento “lungo e con poteri ampi”, l’unica soluzione per “curare i mali profondi del pallone”. Ma, com’era prevedibile, i suoi legali gli hanno detto che i “pezzi di carta” (come li chiama lui) non lo permettono: “Se noi avessimo portato la delibera saremmo stati oggetto di ri- corso, e probabilmente lo avremmo perso”. Troppo alto il rischio di finire in tribunale, troppo pericoloso per il Coni e per la sua poltrona. Così dal Foro Italico è arrivato solo un ultimatum. Il calcio ha venti giorni per mettersi in regola. Già oggi eleggerà Mauro Balata presidente della Lega Serie B. Molto più complicata sarà la nomina dei vertici della Lega Serie A, che mancano da mesi: ci sono da coprire nove caselle, a partire da presidente e amministratore delegato, entro l’11 dicembre, data della scadenza del commissariamento (che essendo Tavecchio dimissionario non può più essere prorogato). “Se succede bene, in bocca al lupo”, ha com- mentato Malagò. La Figc ufficializzerà il giorno dell’assemblea elettiva (il 22 gennaio) e il pallone sarà libero di scegliersi da solo il suo nuovo presidente. Ma lui spera di no.
IL PRESIDENTE del Coni scommette sugli appetiti di Claudio Lotito, gli interessi dei club, i veti incrociati: le società non si sono messe d’accordo in sei mesi, dovrebbero riuscirci in pochi giorni. Se la Lega fallisce ancora, i requisiti per il commissariamento ci sono tutti. Quanto alla presidenza federale, al momento il favorito pare il senatore di Forza Italia, Cosimo Sibilia (che come capo dei Dilettanti parte dal 34% dei voti), ma al prossimo candidato non basterà una semplice maggioranza, servirà un consenso ampio. Malagò, però, forse sottovaluta lo spirito di autoconservazione dei potenti del pallone: pur di non perdere la propria autonomia (il commissariamento, affidato al segretario del Coni Roberto Fabbricini, durerebbe più di un anno), in Federcalcio sono pronti a tutto. E i club della Serie A potrebbero anche eleggere un presidente pro-tempore (magari un interno, come il direttore Marco Brunelli) per respingere l’assalto del Coni.
FINO A QUANDO il caos politico non si sarà risolto, impensabile trovare un nome buono per sostituire Gian Piero Ventura. Figuriamoci convincere Ancelotti. Lui, però, non ha rifiutato. Anzi: i contatti sono stati avviati e nelle ultime ore dal Canada ha fatto sapere che in futuro sarà disponibile. La finestra giusta è in primavera, quando si libererà dal ricco contratto che lo lega al Bayern (in realtà fino al 2019, ma nel 2018 ci sarà la risoluzione): per le cifre in ballo e per come è finita (molto male), Ancelotti non vuole regalare al club tedesco sei mesi di stipendio. Non c’è neanche motivo, considerato che la Nazionale ha in calendario fino a giugno solo un’amichevole, per cui basta un traghettatore come Gigi Di Biagio, ct dell’under 21. Dopo, però, la Federazione avrà trovato una guida stabile per una nuova stagione del calcio italiano. Magari con Ancelotti in panchina.
Fattore Bayern Terminerà la stagione sotto contratto coi bavaresi. Ipotesi Di Biagio supplente