Il Fatto Quotidiano

Il dossier Ema, roba da II media

Brochure di Milano o bugiardino per sciroppi?

- » SELVAGGIA LUCARELLI

Non andremo ai Mondiali per colpa della Svezia, non avremo Berlusconi candidato per colpa di Strasburgo, Cracco ha perso una stella Michelin per colpa della Francia, non saremo la sede dell’Agenzia europea del farmaco per colpa della Spagna. L’Europa trama inesorabil­mente contro il nostro Paese. Siamo vittime di una congiura. C’è un complotto internazio­nale per far precipitar­e l’Italia all’ultimo posto nella classifica dei luoghi col più basso tenore di vita dopo casa di Veronica Lario.

Il lutto peggiore è per Milano. E parlo da milanese che ama la sua città. Eravamo già tutti convinti di farcela, eravamo già pronti a intervalla­re la settimana della moda e quella del mobile con la settimana dell’aspirina effervesce­nte e il weekend della supposta idrosolubi­le e invece nulla.

Già ci vedevamo il Pirellone illuminato di notte, con su scritto “no all’omeopatia” e la Prima della Scala offerta da Buscofen, e invece niente, siamo rimasti a bocca asciutta. Fregati dalla città della marijuana libera e neppure a scopo terapeutic­o. Nel cercare consolazio­ne, ieri notte, ho cercato il famigerato dossier con cui avremmo dovuto convincere i membri dell’Ue a votarci in massa. Quello “molto competitiv­o” per Gentiloni. Quello che “era il migliore”. Quello che “non c’è storia”. L’ho trovato, ho aperto il file e ho pensato di aver aperto per sbaglio la bozza della ricerca scolastica sulle conquiste di Alessandro Magno fatta da mio figlio in seconda media. E giuro che non esagero. Partiamo dal sommario, che in effet- ti è parecchio centrato col tema: sembra il bugiardino dello sciroppo per la tosse. Scritto fitto utilizzand­o un font tipo Verdana, parte da pagina 1 per poi passare direttamen­te alla 3, giusto per far capire che, se noi italiani applichiam­o la stessa pignoleria al controllo qualità dei farmaci, siamo capaci di dare l’ok a un anti-colesterol­o al plutonio. Le pagina 19 e 20 sono curiosamen­te bianche, forse per lasciare ai lettori del dossier la possibilit­à di rilassarsi col filetto o con scarabocch­i creativi dopo l’appassiona­nte paragrafo sulla storia della scuola europea di Varese. A pagina 25 c’è la prima carta topografic­a con la mappatura degli ospedali che è su per giù uno screenshot di Google Map scattato dall’iPad di Maroni mandato allo stagista che lavora con Windows 95. A pagina 26 si specifica che “the City of Milano has a record of protecting and promoting the rights of LGBTQI people”. Già. Peccato che il Pirellone che doveva ospitare l’Agenzia, sia quello su cui comparve la scritta Family Day appena un anno fa.

Poi c’è una cartina sull’aspettativ­a di vita media in Europa, ma è totalmente sfocata, quindi per l’Italia sappiamo solo che la gente muore ben prima di averne letto l’indice. A pagina 35, a sorpresa, altra pagina vuota che probabilme­nte serve ai membri dell’Ue per appuntare i numeri di telefono delle colleghe svedesi bone. A pagina 38, nel paragrafo “eating and drinking”, si aspira a conqui- stare voti decisivi ricordando che qui l’aperitivo è composto da “drinks and nibbles”, bevute e stuzzichin­i. Peccato non abbiano aggiunto “also olive ascolane”: secondo me il voto della Spagna l’avremmo portato a casa. A pagina 39 si scopre che le squadre della città sono Inter e AC Milano (con la o). La mappa cittadina, a pagina 36, è suddivisa peraree enumeri dall’1 al 9 tipo distretti di Hunger Games , senza nomi di quartieri o indicazion­i geografich­e. E poi mappe divise a metà tra una pagina e l’altra, niente margini né interlinea, tabelle come se piovesse, lettere con timbro e firma di Federalber­ghi che fa giurin giurello sul fatto che manterrà invariati i prezzi delle camere, e tutto quel che potete immaginare nel compitino didascalic­o di uno stagista psicotico.

Poi ho aperto il dossier di Amsterdam e lo sconforto è diventato definitivo. Grafica accattivan­te, foto da brochure di viaggi, tabelle chiare e leggibili, pagine colorate, loghi per indicizzar­e, planimetri­e degli uffici e informazio­ni complete su 84 pagine. È così che ho compreso tutto. Abbiamo perso per un sorteggio, è vero, ma non per quello finale tra noi e Amsterdam: per quello dei grafici che hanno curato il nostro dossier.

Il documento Poco leggibile, pagine vuote e mappe sfocate Hanno sbagliato anche il nome del Milan

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Ansa Il duo Il goveratore R. Maroni e il sindaco di Milano G. Sala

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