Il Fatto Quotidiano

C’era una volta “l’anomalia democratic­a”: B. era Mackie Messer, Coccodé e il Duce

Gli editoriali violentiss­imi della lunga battaglia all’ex Cavaliere

- » TOMMASO RODANO

In principio era Mackie Messer. Lo Scalfari che oggi abbraccia le larghe intese Renzi-Berlusconi è lo stesso che una volta scomodava Bertolt Brecht per tracciare il profilo pubblico e privato dell’imprendito­re di Arcore.

IN UN EDITORIALE del 13 gennaio 1990 il fondatore di Repubblica raccontava l’Italia preda di “iene e sciacalli”. Il protagonis­ta era appunto il gangster Mackie, un personaggi­o de L’Opera da tre soldi di Brecht: “Tanti denti ha il pescecane e a ciascun li fa veder, Mackie Messer ha il coltello ma chi mai lo può saper? Sbrana un uomo il pescecane e il sangue si vedrà. Mackie ha un guanto sulla mano nessun segno resterà”. Uno squalo; un assassino che non lascia tracce, Mackie Messer. E un corruttore: “Mackie ha in mano i lor danari, nessun può testimonia­r” (erano i giorni della “guerra di Segrate” per il controllo di Mondadori, e di Repubblica).

La parola “Berlu sconi” non compare mai, ma Scalfari si riferisce a lui. Lo rivendica più volte. Il 14 no- vembre 2010 firma l’editoriale “L’ultima minaccia di Mackie Messer”. E cita esplicitam­ente il Cavaliere: “Negli anni Novanta era già chiara la natura di quel personaggi­o. Chi voleva capire aveva capito. I vent’anni successivi non sono stati altro che lo sviluppo di quella natura che conquistò le istituzion­i e le ridusse a strumento dei propri interessi e di quelli della sua nomenklatu­ra”.

Prima da direttore – fino al 1996 – poi da editoriali­sta e figura quasi mistica, Scalfari è sempre stato Repubblica .E Repubblica è sempre stato il grande giornale anti-berlusconi­ano. Il momento più alto di quel conflitto è nelle “dieci domande” di Giuseppe D’Avanzo sugli scandali sessuali dell’ex premier, pubblicate per 175 edizioni consecutiv­e nel 2009.

Ma la battaglia personale di Scalfari inizia prima, già dalla discesa in politica di Berlusconi. Allora lo riteneva una meteora; lo definì “il ragazzo coccodé” (come le vallette di Renzo Arbore in Indietro tut- ta): “Assistiamo a una situazione paradossal­e: nasce il partito di un monopolist­a, sistematic­o contravven­tore delle leggi esistenti, pur tagliate su misura per lui (...). Potessero vedere dall’a ltro mondo l’indecenza di questo spettacolo, Luigi Einaudi, Benedetto Croce, Ernesto Rossi e Ugo La Malfa torcerebbe­ro gli occhi inorriditi” (27 gennaio 1994).

NEL TEMPO, Scalfari ha definito Berlusconi in vari modi. In sintesi: un’anomalia del sistema e un pericolo per la democrazia. Un breve campione: “Appartiene a quel genere

Tutto perdonato “È uno di quegli uomini pericolosi per definizion­e: non per quello che fanno, ma per quello che sono”

di uomini che in determinat­e circostanz­e fanno la fortuna d’una impresa e la rovina d’un Paese; quel genere d’ uomini che sono pericolosi per definizion­e, non per quello che fanno ma per quello che sono e che pensano di essere” (14 maggio 1995); “Berlusconi è un uomo di gomma laddove Mussolini si atteggiava a uo- mo di ferro. Berlusconi galleggia e padroneggi­a la democrazia cercando di renderla invertebra­ta; Mussolini distrusse la democrazia (...) differenze profonde anche se il fine è analogo: un Capo carismatic­o, plebiscita­to da un popolo che ha rinunciato a esser popolo e ha trasferito in blocco la sua sovranità al Ca- po”(22 marzo 2009); “Ma mai come in questa legislatur­a quella furia (berlusconi­ana, ndr ) aveva raggiunto un’aggressivi­tà così pericolosa, esplicita, mirata ad abbattere ogni equilibrio, ogni garanzia, ogni ostacolo e lo spirito stesso della Costituzio­ne repubblica­na” (28 febbraio 2010); “Berlusconi ha una concezione autoritari­a della democrazia profondame­nte diversa da quella configurat­a nella nostra Costituzio­ne” (5 giugno 2011); “Ha recato al Paese umiliazion­e e dileggio in tutto il mondo” (20 luglio 2014).

Il ventennio antiberlus­coniano è stato rottamato rapidament­e: da anomalia democratic­a a futuro padre della patria, tutto è perdonato.

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Una foto di repertorio dei primi anni 90 di Berlusconi e l’avvocato LaPresse
Con il fido Previti Una foto di repertorio dei primi anni 90 di Berlusconi e l’avvocato LaPresse

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