Sconti, risse e ansie: maledetto il giorno che ti ho comprato
Black Friday Invenzione statunitense, ma in Italia è un fenomeno soprattutto virtuale: offerte sui grandi siti internet d’acquisti
Vademecum per il Black Friday, a cui ci stiamo rapidamente adeguando, ben più in fretta di quanto abbiamo fatto per Halloween e il dolcetto-scherzetto, che all’inizio ci sembrava una pagliacciata. Qui si parla di desideri, da soddisfare approfittando d’irripetibili sconti sul prezzo di vendita.
L’IDEA VIENE dall’America, targata 1952, anno in cui le principali catene commerciali, guidate dai grandi magazzini newyorchesi, decisero d’istituire una festività laicissima dedicata alla celebrazione del consumismo, approfittando del giorno di “ponte” collocato tra la Festa del Ringraziamento (quarto giovedì di novembre, secondo i voleri di Abramo Lincoln) e il successivo weekend. Oltreoceano la faccenda è diventata presto una cosa seria e noi, dalla flemmatica Italia, ci siamo abituati a guardare con ironia i servizi tv che mostravano le file di grintosi acquirenti, già dalla sera prima in fila davanti ai superstore, fino al folle momento, acme del desiderio di possesso, delle porte che si spalancavano e della gente che si precipitava dentro, sciamando tra i corridoi con in spalla un televisore mega-schermo o abbracciati a un’aspira polve re. Un’esperienza di tormento ed estasi nel più flagrante spirito americano, denominata “black” perché non poteva esserci niente di più nero che finire incastrati nei terrificanti ingorghi automobilistici attorno ai principali shopping mall.
L’apice del fenomeno negli Usa si tocca nel 2012, sulla coda della grande crisi finanziaria quando, in un weekend, 247 milioni di americani sborsarono 59 miliardi di dollari, 423 pro-capite. Poi le cifre hanno cominciato a calare ( 20 per cento in meno in due anni), ma nel frattempo la cosa ha fatto presa anche da noi, fanalini di coda in un’Europa già convertitasi a festeggiare San Consumatore. La ragione sta nel boom dell’e-commerce, abitudine italiana sempre più consolidata, tra le angustie dei commercianti. Nel solco delle modificazioni del marketing Usa, il Black Friday al l’italiana è dunque un fenomeno prevalentemente via Web, coi grandi siti di acquisto – Amazon, Ikea, Zalando, Media World & co, ma anche con linee aeree come Ryan Airecatene “culturali” come Feltrinelli – che puntano sulle offerte per acquisti online (che in America sono diventati invece l’occasione per un’altra trovata commerciale battezzata Cyber Monday, il lunedì di supersconti, successivo alla sbornia del weekend novembrino e indirizzato a chi preferisce acquistare da casa). Il crescente successo dell’iniziativa anche in Italia ha spinto ora il Codacons a invocare la definitiva istituzione ufficiale del Black Friday per i negozi e gli store fisici italiani, per fronteggiare il boom dell’e-commerce e non lasciare esclusi dalla scorpacciata i consumatori “analogici”, riscattando l’afflosciarsi di un fenomeno legato ad altri tempi come i “saldi” post-festivi, sempre meno graditi a un pubblico motivato più dal “tutto e subito”, che dalla saggezza degli acquisti di fine stagione. Nel frattempo, per chi ha la concentrazione necessaria ad approfittare delle offerte del Venerdi Nero, è tempo d’affilare il mouse in vista della veglia che permetterà di usufruire degli sconti istantanei, che su alcuni siti promettono d’arrivare al 70 per cento, magari attivando le “notifiche” dello smartphone quanto alla disponibilità degli oggetti nella propria “Lista Desideri”.
UNO SU DUE tra gli italiani che spenderanno nel Black Friday 2017, lo farà davanti a un monitor. Gli altri si metteranno in marcia verso i centri commerciali di zona. Infine, uno striminzito drappello di sofisticati militanti dell’anti consumismo, nelle stesse ore celebrerà il Buy Nothing Day, la Giornata del Non-Acquisto – invenzione molto radical che protesta contro lo strapotere del consumismo e invoca una dimensione più controllata dei nostri bisogni. Nei negozi che aderiscono al l’iniziativa i registratori di cassa resteranno chiusi e il pubblico potrà solo osservare i prodotti. Magari guardando con un certo disgusto i disgraziati che s’accapigliano per una lavatrice, dall’altro lato della strada.
Su Web Partecipano online anche linee aeree come RyanAir e catene “culturali” tipo Feltrinelli