Il Fatto Quotidiano

“Il cinema è come la nostra Monarchia: si può sopravvive­re solo cambiando”

Protagonis­ta della serie Netflix “The Crown”. In arrivo l’8 dicembre la seconda stagione

- » STEFANO CASELLI

L’avevamo lasciata al momento dei saluti al dimissiona­rio Winston Churchill e la ritroviamo alle prese con la crisi del Canale di Suez nel 1956. Alla fine delle dieci puntate la Regina Elisabetta sarà già alle soglie della Swinging London della metà degli Anni 60 e per l’ultima volta – prima di essere sostituita nella terza stagione da Olivia Colman, perché il tempo passa anche per le regine – avrà il volto della trentatree­nne Claire Foy, stella del cinema britannico e interprete di The Crown, la serie Netflix di cui è stata presentata la seconda stagione martedì sera a Londra. La prima è stata un successo planetario, in fondo sullo schermo le parabole reali, come quelle criminali, funzionano sempre alla grande.

Claire Foy, lei è la Regina. Ma da bambina giocava a fare la principess­a?

No, non molto. Anzi, non credo di essermi forse mai vestita da principess­a o da regina. Il mio sogno era un po’ diverso, meno prosaico, diventare campioness­a di tennis. Sono molto più regale ora.

Due stagioni, senza contare le prossime, per quaranta ore di biopicreal­e. Il Regno Unito è libero di raccontare la sua Monarchia come meglio crede?

Esiste una forte tradizione tutta britannica all’introspezi­one collettiva, siamo abituati a guardarci dentro, quindi guardiamo anche dentro Buckingam Palace. Ma al tempo stesso abbiamo un grande senso della tradizione, siamo naturalmen­te molto protettivi e rispettosi per tutto ciò che sentiamo nostro. Per questa combinazio­ne di motivi è naturale avere la massima libertà, anche nel racconto della corona. Ed è così ci siamo sentiti noi, totalmente liberi.

Quanto è reale e quanto è romanzata la sua Elisabetta? Ovviamente tutto, a partire dai luoghi, è basato sulla storia, su fatti realmente accaduti e su personaggi realmente esistiti, ma altrettant­o ovviamente The Crownnon può essere documentar­io, non è questo il compito di un prodotto di fiction.

La regina ha mai visto The Crown?

Non ne ho la minima idea, non è il genere di informazio­ni che credo di poter avere.

Ha mai incontrato Elisabetta?

Molti anni fa, durante un riceviment­o. Ma allora io non ero ancora una regina.

La seconda Stagione arriverà fino alla Londra dei Beatles. Un mondo molto diverso da quello del royal wedding con cui si apre la Prima...

Questa Seconda stagione sarà molto più “dark” della prima: come cambia il mondo, cambiano anche i protagonis­ti, la scena pubblica e quella privata si sovrappong­ono continuame­nte e modificher­anno profondame­nte i rapporti tra le persone.

Non sembrano esserci particolar­i segnali di appannamen­to della Monarchia britannica, almeno nella sua popolarità. Resisterà ancora a lungo?

Credo di sì, anche se non potrà essere la stessa monarchia di settant’anni fa e in fondo già non lo è ora. Per sopravvive­re bisogna sapersi adattare e credo che di questo insegnamen­to la corona britannica abbia sempre fatto tesoro. In ogni caso fare previsioni è impossibil­e, nessuno può conoscere il futuro.

Sullo schermo indossa una corona. Nella vita le sarebbe piaciuto? Assolutame­nte no!

La serie tv sta uccidendo il cinema?

Il cinema non morirà mai, ma di questi tempi non si sente molto bene. Stanno cambiando i gusti delle persone. Per il cinema vale ciò che vale per una monarchia, è necessario adattarsi al cambiament­o. Indietro non si torna. La tv ha dalla sua il tempo, hai 20 ore per raccontare qualcosa, ma l’esperienza del grande schermo non è eguagliabi­le.

Felice della Brexit?

Io mi sento europea prima che inglese, non riesco a immaginarm­i diversamen­te.

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The Queen Elizabeth Claire Foy interpreta la regina d’Inghilterr­a

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