Il Fatto Quotidiano

La consulente di Padoan e il gatto liberista di Schrödinge­r

- » MARCO PALOMBI

Ieri il Corseranon ci ha solo dato una notizia (e giornalist­icamente “un buco”), ma ha illuminato un mondo. Ci si riferisce al fatto che una consiglier­a di diversi ministri del Tesoro, compreso Pier Carlo Padoan, sia accusata dai pm di Milano di essere stata pagata dalla multinazio­nale delle consulenze Ernst & Young (per cui precedente­mente lavorava) in cambio di informazio­ni riservate sulle intenzioni del governo in materia fiscale. Fin qui siamo nell’ambito dei possibili reati, ma il paradosso è che Ernst & Young – e società sue pari come Kpmg – lavorano già in chiaro per ministeri ed enti pubblici, spesso addirittur­a in posizioni che consentono loro (i cui clienti maggiori sono le big company, banche in testa) di indirizzar­e l’azione dello Stato. Ora, un commentato­re liberista ne farà una questione di “cattura del regolatore”, di norme sui conflitti d’interessi che separino il grano dal loglio, che consentano alla polverina magica della concorrenz­a di guarire le ferite inferte dai cattivi ai mercati. I mercati, però, non vogliono la concorrenz­a, ma il monopolio: tanto è vero che dicendo “mercati” pensiamo in genere proprio ai grandi consulenti e alle grandi compagnie. Qui c’è un paradosso: il liberismo nella testa dei suoi cantori più naïf è un sistema ideale da applicare in condizioni ideali, cioè mai. Vive in una scatola, il liberismo, ed è sia vivo che morto, come il gatto di Schrödinge­r. Disclaimer per liberisti: questa è una battuta. Disclaimer per animalisti: nessun gatto è stato maltrattat­o in questo piccolo esperiment­o culturale.

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