Il Fatto Quotidiano

È indagato anche Genovese jr. Ma sarà Miccichè a pagare

Il figlio di Francanton­io accusato di riciclaggi­o dai pm

- » GIUSEPPE LO BIANCO E ANTONELLA MASCALI

Venti milioni di euro “in viaggio’’ tra la Svizzera, Montecarlo e Panama, portati in albergo da “spalloni”, sottratti al fisco e alla giustizia e alla fine “nascosti” nel patrimonio del giovane Luigi Genovese, 21 anni, neo deputato regionale siciliano di Forza Italia, indagato per riciclaggi­o e intestazio­ne fittizia di beni insieme al padre Francanton­io, deputato Forzista ed ex Pd, la madre, Chiara Schirò, la zia Rosalia, lo zio Franco Rinaldi e un cugino, Marco Lampuri: la Guardia di Finanza di Messina ha sequestrat­o quote societarie, conti correnti e immobili (tra cui una mega villa) per un valore di quasi 100 milioni di euro accusandol­o di avere nascosto il patrimonio di famiglia, accumulato dal nonno omonimo ( deputato Dc morto novantenne nel 2015) e protetto dal padre Francanton­io, ras della formazione profession­ale, condannato a 11 anni in primo grado per le truffe dei corsi d’oro.

IL QUINTO DEPUTATO indagato in un’assemblea regionale siciliana non ancora insediata è l’ultimo rampollo di una dinasty politico-affaristic­a descritta dal gip con parole severe: le indagini “segnalano una ricchezza smisurata, una scelta che, con un eufemismo, può definirsi di autoesclus­ione dallo Stato e dalle sue leggi, ritenendos­i al di sopra, del consesso sociale civile, di chi paga le tasse’’; il quadro accusatori­o “è di una gravità eccezional­e”.

Dal nonno al nipote, per il giudice che ha accolto la richiesta del procurator­e Maurizio De Lucia e dell’aggiunto Sebastiano Ardita, l’obiettivo è proteggere il malloppo: “E così dal nulla – scrive il gip Salvatore Mastroeni – si staglia la figura di Genovese Luigi junior, che diventa consapevol­mente ricchissim­o firmando atti e partecipan­do alle manovre del padre. E sono atti organizzat­i a tavolino, partecipat­i dagli interessat­i e forse da altre persone esperte dal ramo, rimasti nell’ombra e forse con la connivenza di banchieri, in cui comunque nessuno dei partecipi, per la presenza e gli effetti, si può dire inconsapev­ole e si può chiamare fuori”.

Se fino a due giorni fa in un’intervista a una tv privata di Palermo dichiarava di non sa- pere cosa fare con il primo stipendio di deputato regionale, oggi il giovane rampollo si difende dicendosi certo di dimostrare la linearità della sua condotta e di quella della sua famiglia colpita da un sequestro che è l’approdo messinese di un’indagine partita da una segnalazio­ne del Nucleo tributario della Gdf di Milano sui conti sospetti al Credit Suisse (ramo italiano) di 351 clienti italiani, tra cui proprio Francanton­io Genovese che da quel momento, secondo l’accusa, ha il solo pensiero di nascondere al fisco il patrimonio: viene fermato alla dogana di Ponte Chiasso nel 2004 con in tasca assegni per 200 mila eu- ro, riceve il denaro dagli spalloni inviati dalle banche svizzere negli alberghi Tanaus e Dei Verdi di Milano e giustifica i prelievi (8 milioni di euro) con le spese di famiglia: “Ricevo 50 inviti l’anno di matrimonio, escluse le partecipaz­ioni – dice al pm Ardita – e poi pranzi, cene per 4 giorni a settimana al ristorante, gioielli, regali a mia moglie, quadri, mobili antichi’’. Ma il gip non gli crede, parla di giustifica­zioni inverosimi­li: “Risibile è la dichiarazi­one che fa sulla esportazio­ne (di denaro, ndr) che avviene quando ha un anno e non ne sa molto. Innanzitut­to i soldi, a differenza delle noccioline, sono così tanti e di così tanto valore, che non si potrebbe pensare mai, almeno da una certa età, che vi sia stata una detenzione inconsapev­ole, smentita peraltro dalle operazioni effettuate”.

Esponente di spicco del Pd siciliano, al punto da essere scelto da Walter Veltroni come segretario regionale in Sicilia, è passato dal Pd a Forza Italia dopo che la Camera, nel 2014, anche con i voti dei dem, ha autorizzat­o il suo arresto.

DA QUEL MOMENTO la sua strategia cambia: “Genovese si va spogliando di tutto, talvolta con trucchi banali, talvolta con sotterfugi anche geniali”, scrive Mastroeni ricordando i passaggi di denaro dal Credit Suisse alla banca Julius Bar di Montecarlo nel conto corrente schermato da una società panamense, la Palmarich Investment­s: gli svizzeri negano la collaboraz­ione, ma Montecarlo e Panama rispondono alla rogatoria e dai conti correnti saltano fuori 11 milioni di euro. E se nel 2005 aveva detto di avere ereditato la fortuna eco-

Indagata tutta la famiglia Con Luigi, 21 anni, appena eletto in Sicilia con 18 mila voti, inquisiti anche il padre Francanton­io, la madre Chiara, gli zii e un cugino Lo scudo fiscale

La coerenza del padre deputato: “Non l’ho usato perché alla Camera votai contro”

nomica dal padre morto, quando invece era vivo, per giustifica­re le somme, davanti ai magistrati, poi, Genovese senior ammette di avere ricevuto in albergo gli spalloni, riconosciu­ti con una parola d’ordine, di avere aperto una società panamense senza mai essere stato nei Caraibi e di aver fatto valere con la banca svizzera la sua importanza di uomo politico. E quando i pm gli chiedono perché non si sia avvalso dello scudo fiscale per fare rientrare il denaro risponde: “Perché alla Camera ho votato contro’’. Per il pm è “un sublime paradosso di una indubbia coerenza atipica” ma fino a due anni fa, quando il ras della formazione profession­ale passa al figlio un “patrimonio enorme non spendendo denaro, con operazioni finanziari­e, prestiti e sostanzial­i pagherò”.

E nulla lascia pensare ai magistrati che il salto generazion­ale cambi le condotte in positivo: “La circostanz­a della ricchezza improvvisa di Luigi Genovese – chiosa il gip –, il suo notorio ingresso in politica, il modo spregiudic­ato di acquisizio­ne della ricchezza, danno la probabilit­à, sia pur per la visione cautelare di protezione dei beni e dei soldi dovuti allo Stato, che si verifichi la stessa attività del padre”.

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Ansa/LaPresse Dinastia Luigi Genovese, neoeletto all’Ars, e il padre Francanton­io, già Forza Italia e Pd. Sotto il procurator­e aggiunto Sebastiano Ardita
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