Il Fatto Quotidiano

La famiglia “padrona” di Messina sconfitta soltanto da un sindaco scalzo

Il monopolio imposto sullo Stretto dall’alleanza con l’armatore Franza

- » ENRICO FIERRO

Se

volete affondare le mani nella melma del potere in Sicilia, dovete riguardare i video della campagna elettorale di Luigi Genovese. Reggetevi lo stomaco, ma guardate. Il giorno dopo lo spoglio delle schede per l’elezione del Parlamento siciliano è festa grande nella sede di Forza Italia a Messina. Luigi, 21 anni, ha vinto con 18 mila preferenze ed è il parlamenta­re regionale più votato.

BACI E ABBRACCI. Mamma e papà commossi. Finalmente una gioia. Ora mammina e papino possono dimenticar­e le amarezze di una condanna a 11 anni per papà Francanton­io, e a 3 anni e 3 mesi per mamma Chiara Schirò. C’è anche uno zio a battere le mani e mangiare cassate, è Franco Rinaldi, pure lui è stato onorevole e pure lui è stato condannato a due anni e mezzo.

La tristezza è scomparsa anche dal volto gentile della zia acquisita Elena, la moglie del fu onorevole Rinaldi, anche lei condannata a 6 anni e 6 mesi. Si festeggia, e vai con la musica. We are the champions.

Noi siamo i cam- pioni, cantano i Genovese. E hanno ragione. Perché a Messina comandano loro. Dal 1951, per la precisione, quando l’ex capocuoco dell’ospedale cittadino diventò segretario provincial­e della Democrazia cristiana. Si chiamava Nino Gullotti, nonno di F r an c a nt o n io . Nel 1958 diventò deputato e poi fu dieci volte ministro, fino al 1983. Lavori Pubblici, Partecipaz­ioni statali, Poste, Be- ni culturali. Nella Capitale moroteo, giù, nella città “babba” costruttor­e di uno spietato sistema di potere. E dopo il nonno, anche il papà di Francanton­io arriva alla Camera dove si ferma dal 1972 al 1994.

I Genovese diventano padroni della politica e di tutto quello che si muove tra le due sponde d’Italia. Soprattutt­o i trasporti nello Stretto. È l’alleanza con gli armatori Franza a imporre un imbattibil­e monopolio nelle acque di Scilla e Cariddi. Mare, alberghi, centri commercial­i, un impero. E formazione profession­ale. Una gestione esclusiva, famili- stica, arrogante dei corsi. È la Genovese family ad assumere gli insegnanti e il personale, sono mogli, cognati e cognate a trasformar­e i corsi in una macchina mangiasold­i. Alla faccia dei disoccupat­i siciliani. A Roma e nelle stanze che contano tutti sapevano dei Genovese e dei loro affari. Ma tutti i leader nazionali che “scendevano” in Sicilia per arraffare voti e potere, baciavano la pantofola di Francanton­io. L’elenco dei distratti è lunghissim­o. Prima Berlusconi, poi Veltroni, che nel 2007 lo incorona segretario regionale del Pd e gli affida addirittur­a la composizio­ne delle liste, infine Bersani che

Destra e sinistra Francanton­io da Berlusconi a Veltroni, che gli dà le chiavi del Pd siciliano, poi torna da B.

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