Il Fatto Quotidiano

Interinali Amazon, sciopero e paura

Le sigle dei precari: 2 mila hanno contratti di somministr­azione

- ROB. RO.

Per

Amazon Italia è arrivato il Black Fridaycon sciopero incorporat­o: dalle 6 di stamattina è in corso l’astensione dal lavoro presso il polo logistico di Castel San Giovanni (Piacenza). All’iniziativa lanciata dai sindacati del commercio, ieri hanno aderito le sigle dei lavoratori interinali. Nel centro di smistament­o piacentino, infatti, si stima che circa la metà degli addetti è assunto con contratto di somministr­azione, la fornitura di manodopera delle agenzie (soprattutt­o Adecco e Gi Group).

Il personale dello stabilimen­to ha posto sul tavolo il problema delle condizioni di lavoro nella logistica a servizio dell’e- commerce. L’obiettivo è anche simbolico, ma i promotori sperano di creare disagi ad Amazon per condurre il colosso dello shopping online a ridiscuter­e di turni, organizzaz­ione del lavoro e retribuzio­ni. L’azienda, da parte sua, ha promesso ai clienti che farà di tutto per evitare che lo sciopero rallenti le consegne dei prossimi giorni, tanto più in una fase in cui – grazie ai mega-sconti proposti per la ri- correnza di origine statuniten­se – ci si aspetta una valanga di ordini.

FACENDO i conti, le previsioni dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) parlano di un’adesione che tra i circa 2 mila lavoratori a tempo indetermin­ato non sarà più bassa del 25%. La mobilitazi­one è stata infatti approvata da un’assemblea di 500 persone. Non si esclude però che la percentual­e salga grazie all’eco mediatica suscitata nelle ultime 48 ore. Diverso è il discorso per i 2 mila lavoratori interinali. Si tratta di persone che hanno ancora più ragioni di protestare, perché oltre a vivere i problemi denunciati dai colleghi stabili non sono neanche assunti dall’azienda e lavorano in condizioni di estrema precarietà. Rischiano insomma molto di più a scioperare: temono di non essere riconferma­ti alla scadenza in caso di adesione. Per questo, in un primo momento erano stati tenuti fuori; ieri, invece, le organizzaz­ioni sindacali dei somministr­ati hanno comunque pensato di dare un segnale. “Se qualcuno di loro vuole partecipar­e allo sciopero – spiegano dalla

Nidil Cgil Piacenza – potrà farlo grazie alla nostra adesione. Non ci aspettiamo però che siano in molti, a parte quelli che già hanno deciso di lasciare Amazon a fine contratto”.

In ogni caso, lo scopo voluto da questi lavoratori è già stato raggiunto: da due giorni si parla di loro, dei loro turni faticosi per assicurare la rapidità nelle spedizioni, della loro richiesta di premi di risultato da aggiungere allo stipendio base. “I salari dei nostri dipendenti – ha detto Amazon – sono i più alti del settore della logistica, e sono inclusi benefit come gli sconti per gli acquisti su am azon. it, l’a s s i c urazione sanitaria privata e assistenza medica privata”. “Il problema – replica Fiorenzo Molinari di Filcams Cgil – sono le condizioni di lavoro e l’incidenza di malattie profession­ali. Bisogna migliorare l’o rg anizzazion­e per prevenire queste patologie; questo è più importante della questione economica”.

I più deboli Indetermin­ati in strada ma chi è in scadenza non protesterà nel timore di non essere rinnovato

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Ansa Un addetto di Amazon
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