“Caro Silvio, fai riferimento alla Destra storica di Cavour, Sella e Mussolini...”
L’editoriale di Eugenio dell’11 marzo 2018
Ecco
la solenne omelia domenicale di Eugenio Scalfari che Repubblica metterà in prima pagina l’11 marzo 2018, giorno delle elezioni politiche (se sarà il 4 o il 18 dello stesso mese non cambia nulla). Titolo: Mackie Messer ha un coltello e vedere me lo fa.
“È un freddo venerdì di marzo e l’automobile sta percorrendo il viale di Arcore che porta alla residenza del pregiudicato Silvio Berlusconi. Ai fianchi della strada si stagliano gli alti tronchi delle querce, intervallati da cipressi. Un cinghialotto ci passa davanti e scompare nel folto del bosco. Sulle strisce di prato ai lati del viale saltellano qualche merlo, Ghedini e un’upupa, ‘ilare uccello’, cammina impettita con la piccola cresta sul capo. Sarà pure ilare, io invece sono preoccupato, si vota per il governo nazionale e i grillini possono conquistare il Paese.
ORA siamo arrivati. Berlusconi mi viene incontro e mi conduce in una piccola stanza. In un tavolo c’è la televisione, accanto una vetrinetta con un coltello esposto. Finalmente. Contro Berlusconi, Repubblica ha fatto una campagna ingiusta cominciata da me nel ’92 con un articolo dal titolo Mackie Messer ha un coltello ma vedere non lo fa in cui il padrone della televisione commerciale italiana era paragonato al gangster protagonista dell’Opera da tre soldi di Bertolt Brecht. Adesso l’arma è davanti a me: è un innocuo coltellino svizzero multitasking. Gli dico: ‘Me l’avessi fatto vedere prima non mi sarei sbagliato per 25 anni’. Berlusconi ride: ‘ Eugenio ti perdono’. Ci guardiamo: ormai siamo due vecchi, non più forti di gamba.
Io e Berlusconi abbiamo concordato di scambiarci idee e opinioni su quanto sta per accadere in Italia. Mi avverte: ‘Non mi domandare se ce la faremo. Io so soltanto che dobbiamo farce- la’. Sono d’accordo. I grillini sono la bestia famelica che vuole addentare la preziosa oligarchia italiana. Ho un’intuizione. Gliela rivelo: ‘La Destra storica di Cavour, Minghetti, Sella e Spaventa che guidò la costruzione dello Stato unitario rappresenta un perfetto riferimento all’opera che ti proponi con il tuo futuro governo con il Pd’. Mi risponde: ‘Hai dimenticato di includere il cavaliere Benito Mussolini tra i riferimenti della Destra storica’. Resto in silenzio e poi gli dico: “Sai, Marcello (Dell’Utri, ndr) aveva ragione, il Duce è stato un grande statista, da fascista pentito lo devo ammettere’.
Visita ad Arcore Sulle strisce di prato ai lati del viale saltellano qualche merlo, Ghedini e un’upupa
ARRIVA una telefonata e lui risponde brevemente. Stiamo chiacchierando da un’ora e gli domando se gli dà noia il fumo. ‘Francesca (Pascale, ndr ) fu-
ma spesso, lo sai’. Così accendo anch’io. Telefona a Francesca che ci aspetta per il pranzo. Lei vuole sapere quando buttare la pasta. Le dice che abbiamo ancora una mezz’ora di lavoro. ‘ Sarà un pranzo elegante, come le cene’, mi sibila stringendo gli occhi sinceri. Non ne dubito, gli faccio, l’ho sempre saputo e non ti faccio domande, né una né dieci.
Terminiamo e raggiungiamo Francesca a tavola. Tonnarelli con le spuntature di maiale, poi parmigiana di melanzane. Berlusconi racconta barzellette. Rido e penso. Quest’uomo, tra i tanti pregi e qualità che ha mostrato in questi tormentati 25 anni, sta dando prova di una fermezza di carattere molto rara e di una visione istituzionale inconsueta in questo Paese di democrazia fragile. Spesso vengono dimenticati questi principi. Voglio qui ricordare che furono sostenuti a spada tratta da Bruno Visentini, Ugo La Malfa, Enrico Berlinguer, Aldo Moro, i fratelli Rosselli, Ferruccio Parri, da tutti gli azionisti e da questo giornale.
DURANTE
il ritorno a Roma rimugino su quanto ci siamo detti. L’Italia si può suicidare? Sembra impossibile ma un colpo può partire per caso ed esser fatale, perciò con le pistole politiche e mediatiche non bisogna giocare. Stamattina, andando alle urne, meditate su questo e votate Silvio Berlusconi, alla guida di un partito riformatore e liberale in senso crociano e argine oligarchico al populismo”.
(
Per comporre questo apocrifo di Scalfari gli articoli consultati sono stati una decina, in particolare gli editoriali del 20 novembre 2011, 5 luglio 2012, 4 agosto 2013).