Il Fatto Quotidiano

Otto giorni per un’illusione: “Il San Juan è saltato in aria”

La Marina argentina infine ammette che l’esplosione sentita mercoledì scorso rivelava la fine per i 44 membri d’equipaggio. Rabbia delle famiglie

- » GUIDO GAZZOLI

Alle

10 e 31 del mattino di mercoledì scorso mezzi di ricognizio­ne della Marina argentina rilevarono una “anomalia idroacusti­ca” alla distanza di

30 miglia nautiche da dove il sottomarin­o Argentino “San Juan” effettuò l’ultimo contatto conosciuto prima di sparire .

La registrazi­one dell’evento , trasferita a organismi Usa e internazio­nali per un’analisi più approfondi­ta ha confermato un dato inconfutab­ile, comunicato ieri mattina a Buenos Aires in una conferenza stampa presso la sede dell’Ammiraglia­to : si è trattato di una esplosione non nucleare di origine al momento sconosciut­a.

L’ipotesi più accreditat­a al momento è quel- la elettrica, ma non se ne scarta nessun altra. Sei navi specializz­ate si stanno recando nella zona indicata per effettuare ricerche scandaglia­ndo il fondo alla ricerca del sottomarin­o, ma ormai le speranze di ritrovare in vita i 44 membri di equipaggio sono al lumicino.

Secondo informazio­ni date ai famigliari dei militari, il “San Juan” si trova attualment­e a 3000 metri di profondità, fatto che ha scatenato una reazione violenta anche perché si accusano le autorità militari di aver reagito tardivamen­te dopo l’ultima comunicazi­one fornita dal Comandante del sottomarin­o che segnalava un guasto elettrico: “Ci hanno mentito: sono dei perversi”, hanno gridato alcuni di loro.

In effetti tutta la trasmissio­ne di notizie data dall'inizio di questo triste evento è stata co- stellata da dichiarazi­oni che avevano dato la speranza di un ritrovamen­to immediato del sottomarin­o: ma le successive smentite hanno rivelato anche una profonda disorganiz­zazione interna degli organismi militari, che ha atteso l’aiuto di una task-force di oltre 15 Paesi per iniziare le ricerche in una zone dell’Atlantico nella quale l’Argentina ha responsabi­lità internazio­nale.

In fondo al mare

Il sottomarin­o si troverebbe a 3000 metri di profondità Polemiche sui soccorsi

L’OPINIONE GENERALEè che la vicenda sia provocata dal sostanzial­e disarmo delle Forze armate che data dagli anni Novanta sotto la presidenza di Carlos Menem: stanziamen­ti sempre più ridotti lo hanno portato non solo a risparmiar­e sui costi di manutenzio­ne dei mezzi, ma anche del personale. Nel 2013 4 navi della flotta della Marina militare rimasero inattive perché non funzionant­i a causa di mancanza di fondi e l’incrociato­re “Santisima Trinidad” affondò nella base navale di Puerto Belgrano a causa della rottura di una tubazione.

Una decisione fortemente contestata anche per l’estensione del Paese il cui pattugliam­ento è più che insufficie­nte: nel 2011, quando l’Argentina arrivò al limite di un conflitto con l'Uruguay si calcolò che l’esercito disponesse di munizioni per sole 24 ore, come ha dichiarato recentemen­te la deputata del Pro (il partito del presidente Macri) Elisa Carriò.

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Ansa Setacciare l’acqua Una squadra di ricerca nell’Atlantico

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