Il Fatto Quotidiano

Vaccini, s’indaga a Roma: “Salute a rischio metalli”

L’inchiesta romana riguarda anche ipotesi di delitto colposo contro la salute pubblica. Tante le denunce arrivate ai pm: verifiche sulla somministr­azione

- VAL.PAC. E VDS

Commercio

o somministr­azione di medicinali guasti e delitto colposo contro la salute pubblica. Sono questi i reati iscritti dalla Procura di Roma nell’ambito di un fascicolo nato a seguito di una serie di esposti su presunti effetti collateral­i dei vaccini. L’indagine coordinata dal procurator­e aggiunto Nunzia D’Elia e dal sostituto Maria Letizia Golfieri – dopo la delega data ai Nas di Roma coordinati dal tenente Maurizio Santori – fa un passo in avanti con l’iscrizione dei reati. Non solo.

PERCHÉ OLTRE I SINGOLI esposti sui vaccini, si approfondi­rà anche un ulteriore aspetto: l’iter per rendere obbligator­i i vaccini. Nei mesi scorsi, i carabinier­i hanno anche acquisito i verbali di alcune interrogaz­ioni parlamenta­ri. Ma procediamo con ordi- ne. Nel fascicolo sono stati raccolti una serie di esposti arrivati nei mesi scorsi in Procura. Il problema non è la sicurezza dei vaccini (che non viene messa in discussion­e dai pm), ma la possibilit­à (tutta da accertare) che siano stati somministr­ati guasti. Tra le denunce sul tavolo dei pm, per fare un esempio, c’è quella di Michele (nome di fantasia) che parla di una “contaminaz­ione inorganica di particolat­o solido inquinanti ad alta densità atomica presente” in alcuni vaccini “utilizzati in ambito civile e militare”. Michele ha presentato il primo esposto a Udine, dove risiede, segnalando anche quelle che a suo dire erano sospette reazioni avverse e criticità della farmacovig­ilanza, sottolinea­ndo di aver già sottoposto i propri figli ad alcuni vaccini. Anche la sua denuncia è stata trasmessa a Roma.

ALTRO ASPETTO approfondi­to dai Carabinier­i, puramente investigat­ivo e che quindi non ravvisa nessun reato, riguarda l’iter che ha portato all’obbligator­ietà dei vaccini. A luglio la Camera ha dato il via libera al decreto voluto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha riportato l’obbligo di vaccinazio­ne per l’iscrizione a scuola nella fascia d’eta 0-16 introducen­do anche multe per i genitori. Tre giorni fa, sulla legge si è espressa la Consulta alla quale aveva fatto ricorso la Regione Veneto.

I giudici hanno bocciato il ricorso stabilendo la legittimit­à del decreto legislativ­o e specifican­do sia che la normativa sui vaccini spetta al legislator­e nazionale (quindi non alla Regione), sia che “la mancata vaccinazio­ne non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che saranno inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati”.

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