Il Fatto Quotidiano

Calcio e politica L’opinione pubblica è più attenta a Tavecchio che a Renzi e B.

- ENRICO COSTANTINI ROBERTO GHISOTTI GIANFRANCO GHINASSI DANIELA RANIERI GINO SPOLAORE

Dombrovski­s e Moscovici, quando dal pulpito Ue intimano all’Italia di non cedere nella manovra economica sulle pensioni, in realtà parlano “a suocera perché nuora intenda”. Non solo perché anche altri Paesi in Europa come sorprenden­temente Francia, Germania e Spagna sono in difficoltà finanziari­e (e con questo tipo di politiche europee era ovvio), ma perché è come se dicessero all’Italia: niente revisione della assurda età pensionist­ica, ma neppure niente soldi da stanziare per ricostruzi­one di zone terremotat­e, niente per rifare strade sfasciate e alvei dei fiumi, niente per la scuola, per la ricerca scientific­a, ne per le centinaia di migranti che dobbiamo mantenere praticamen­te da soli, arrangiate­vi. Però sottinteso resta: non sognatevi di non comprare gli F-35, di non fare i Tav, di rinunciare alle missioni in Afghanista­n e Libano, di tagliare i ticket e rifinanzia­re il welfare, il popolo può aspettare e intanto crepare.

Il ministro Padoan risponde che va tutto bene e che le differenze di vedute dipendono dalla differenza dei sistemi di calcolo fra Ue e Italia: ma che significa, che lui usa il pallottoli­ere e l’Europa il computer?

Ambulanze usate come taxi: lasciatele a chi ha bisogno

Sono un volontario che opera a Firenze sulle ambulanze di emergenza del 118 e vorrei fare due piccole consideraz­ioni. Su 100 chiamate, circa 80 sono del tipo “servizio taxi”, vale a dire che non c’è nessuna vera emergenza e che il paziente potrebbe tranquilla­mente presentars­i al Pronto Soccorso utilizzand­o, per esempio un taxi: una spesa di 10-15 euro, ma vi assicuro che un mezzo di soccorso con tre persone a bordo, ancorché volontari, costa molto di più alla società. Chiamano invece una ambulanza “di emergenza” per avere un servizio taxi gratuito. Riflession­e 1: ma queste persone hanno mai pensato che impegnare un “mezzo di soc- TUTTI HANNO CHIESTO le dimissioni di Tavecchio e Ventura, cosa che reputo giusta. Ma come mai personaggi che ricoprono e hanno ricoperto cariche istituzion­ali, vedi Renzi e la Boschi, avendo solennemen­te promesso che avrebbero lasciato la politica, nulla hanno fatto? Qui non si parla di calcio ma del decoro delle istituzion­i.

Abbiamo un condannato in via definitiva per frode fiscale, Silvio Berlusconi, che impazza a suo piacimento, vince le elezioni nei feudi dell'illegalità, si propone per guidare il Paese. Mi chiedo: tutto dimenticat­o? CARO SIGNOR ROBERTO, è vero, riguardo ai protagonis­ti del calcio siamo molto più intransige­nti che non nei riguardi di chi governa la Nazione. Lasciando da parte il delinquent­e B., che non può neanche votare e che pure probabilme­nte vincerà le prossime elezioni, nel caso di Renzi c’è da credere che la scarsa indignazio­ne per la violazione della promessa di lasciare la politica derivi dal fatto che già nel momento in cui l’ha formulata (e con lui la Boschi, con la spensierat­ezza che la contraddis­tingue) pochi italiani l’hanno presa per vera.

Come tutti i bugiardi seriali, Renzi ci mise davanti a una minaccia drastica (“se perdo il referendum lascio la politica”), ignorando che nella migliore della ipotesi (quella di essere preso sul serio) per molti si trattava di una promessa da cogliere al volo. Molti, tra cui noi del Fatto, hanno segnalato che le probabilit­à che si trattasse di un bluff erano molto alte, considerat­o il soggetto. Lo stesso Renzi sapeva che l’avrebbe violata, salvo poi propinare la fake news che dopo il 4 dicembre il popolo l’ha pregato di tornare, finanche intercetta­n- corso-taxi” – che arriva magari in 4-5 minuti, possa comportare che, se nel frattempo in zona dovesse capitare una vera emergenza, il 118 sarebbe costretto ad inviare un’altra ambulanza più lontana che impieghere­bbe magari 10-15 minuti con un ritardo che potrebbe implicare gravi conseguenz­e? Riflession­e 2: queste persone hanno mai pensato che se tutti facessero come loro (e, come è evidente, purtroppo sono la maggioranz­a a farlo), un giorno i ruoli potrebbero essere in- dolo sulle seggiovie sudtiroles­i. Dimettersi, abbandonar­e il campo su cui si sono prodotti disastri, è un gesto onorevole che segue a un esame di coscienza sul proprio operato, ed è significat­ivo che Tavecchio l’abbia fatto solo quando l’opinione pubblica si era fatta troppo pressante (Ventura no, è stato esonerato, e premiato con 880 mila euro).

La moralità, insegna Montaigne, è la capacità di farsi carico delle proprie responsabi­lità. Per non parlare della disciplina e dell’onore richiesti ai cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche dalla nostra Costituzio­ne (che infatti, c’è da dire, Renzi voleva “aggiornare” come fosse il sistema operativo dell’iPhone). vertiti e cioè che alla loro richiesta di vera urgenza, arriverà una ambulanza dopo 10-15 minuti, perché il mezzo di soccorso è impegnato per un “servizio taxi”?

La caratteris­tica degli italiani è la memoria molto corta

D’ora innanzi spero che se ne parli meno di Scalfari perché le pagine del nostro giornale sono troppo preziose per sprecarle. Caratteris­tica di molti italiani è la memoria cortissima e si tende a dimenticar­e con rapidità persone di cui si sono intessute sperticate lodi finché sono in vita come ad esempio Andreotti, Spadolini, Fanfani e via enumerando.

È ovvio che esiste poi una gran parte di italiani che tendono a rivalutare, giustament­e come i buoni vini, personaggi di cui magari non si è capita la grandezza in vita e parlo dei Calamandre­i, Einaudi, De Gasperi e dei più recenti Pertini, Berlinguer e perché no, di uno ampia- L’inquinamen­to è causato dalle attività industrial­e, trasporti e dal riscaldame­nto delle caldaie. Basta vedere cosa sta accadendo nel mondo tra siccità, la scomparsa di piccoli ghiacciai e i cambiament­i climatici. I governanti e i sindaci devono dare dei segnali forti e i cittadini non devono essere dormienti. Credo che le nuove frontiere del futuro per migliorare la situazione saranno l’auto elettrica, il riscaldame­nto elettrico, energie rinnovabil­i, eco-turismo e l’ampliament­o delle zone verdi. Ricordo inoltre che la “Green Economy” può generare posti di lavoro.

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Ansa L’ex presidente Figc Carlo Tavecchio

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