Roma, studentato di lusso garantito dai soldi pubblici
“VALORIZZAZIONE” Una residenza privata per “facoltosi” universitari sorgerà nell’area dell'ex dogana a San Lorenzo, di proprietà di Cassa depositi e prestiti. Un’operazione che sembra penalizzare le casse dello Stato
Èsempre una buona notizia l’apertura di uno studentato moderno, con spazi di co-working e co-living. Ma quando i prezzi delle stanze sfiorano 800 euro al mese, la notizia è buona solo per pochi. Specie se il progetto è concepito in un quartiere sovrappopolato, dove i servizi essenziali scarseggiano e l’edilizia pubblica è un miraggio. È quanto succederà a Roma, a San Lorenzo, quartiere a ridosso della più grande università d’Europa, con l’arrivo del gruppo olandese The Student Hotel (Tsh). Nato da un’idea dell’imprenditore scozzese Charlie MacGregor, il format sta spopolando in tutta Europa. Dopo Olanda, Spagna e Francia, è ora dell’Italia, con due hotel a Firenze e uno a Bologna per il 2018.
A ROMA affonderà le radici nei 23.000 metri quadri dell’ex Dogana di San Lorenzo. Il progetto capitolino, un investimento da 90 milioni di euro, prevede la ristrutturazione dello storico edificio su viale dello Scalo San Lorenzo e la demolizione e ricostruzione dell’altro stabile. Otto piani di palazzo, aree studio, ristorante, bar, sala giochi, piscina sul tetto. Una sorta di ostello super accessoriato, che potrà ospitare fino a 900 persone, tra studenti, liberi professionisti e turisti tradizionali.
Proprietaria dell’ex Dogana è Residenziale Immobiliare 2004 Spa, società creata ad hoc per “valorizzare” una parte consistente del patrimonio pubblico capitolino, ad oggi partecipata al 75% da Cassa Depositi e Prestiti Immobiliare (parteci- pata al 100% da Cdp) e al 25% dal gruppo Fingen. Ma sarà Residenziale Immobiliare ad occuparsi della bonifica e d el l’ottenimento dei permessi, come confermato da Cdp che non rilascia dichiarazioni. Poi, solo una volta sbrigate queste pratiche, The Student Hotel acquisterà definitivamente lo spazio e inizierà a costruire.
Un investimento conveniente per il gruppo olandese. “Se gli oneri di Cassa De- posito e Prestiti sono la bonifica e i permessi, 90 milioni di euro sembrano un po’ p oc hi ”, commenta Paolo Berdini, ex assessore all’Urbanistica del Comune di Roma. Che aggiunge: “Se questi sono i soldi, vorrei capire cosa si intende per valorizzazione”. E il cambio di destinazione d’uso da uffici ad albergo è garantito dal Piano Casa Regionale, “lo strumento di cui ormai si avvalgono tutti per costruire nella capitale e per piegare le regole”, chiosa ancora Berdini.
FESTE, cocktail, mostre ed eventi culturali hanno caratterizzato la recente storia dell’ex Dogana, nota per essere stata il teatro della Resistenza romana, durante l’occupazione nazifascista. Una gestione targata Dead Poets Society e MondoMostre Skira che, fino a dicembre 2018, olieranno la macchina “rigeneratrice” messa in moto. Ma per quest’area era stata concepita ancora un’altra destinazione nel 2013: l’apertura di un supermercato Esselunga, scongiurata dalle proteste del comitato di quartiere, laLibera Repubblica. A decidere però le sorti di questo spazio, come di tanti altri a Roma, è Cassa Depositi e Prestiti Spa, la commistione societaria tra pubblico e privato, controllata per l’83% dal Tesoro e per il rimanente da fondazioni bancarie. “La finanziarizzazione del patrimonio pubblico e la sua vendita rappresentano la morte dell’urbanistica”, dichiara l’architetto Antonello Sotgia, autore di Roma, alla conquista del West. Dalla fornace al mattone finanziario (e- dito da Derive e Approdi). Cassa, fondi immobiliari di investimento e le società di gestione del risparmio tracciano le fisionomie della città con il consenso delle istituzioni e le rotaie di Scalo San Lorenzo sono la massima espressione di questo disegno.
È IL 2002 quando lo Stato cede l’ex Dogana a Fintecna Spa, a sua volta controllata nel 2012 al 100% da Cdp, in- sieme ad altri due asset strategici, l’ex Zecca di Stato e l’ex Istituto Geologico Nazionale, il futuro progetto Pentagramma. Obiettivo: fare cassa con il patrimonio pubblico sulle macerie del debito italiano. Nel 2007 Fintecna Immobiliare, che diventerà Cassa Deposito e Prestiti Immobiliare, sempre controllata al 100% dalla Cassa madre, mette in vendita il pacchetto di immobili. Viene costituita così una società partecipata a metà dalla filiale di Cdp e da investitori privati, Residenziale Immobiliare 2004 appunto. Valore stimato dell’operazione: 368 milioni di euro. Le quote della società vanno a Fingen, Pirelli Re e Gruppo Maire, che in seguito lasceranno la società.
Un’interrogazione parlamentare dell’allora senatore Francesco Storace solleva i primi dubbi sul reale valore degli immobili, stimando soltanto l’ex Zecca 540 milioni. Le tre società sborsano comunque 184 milioni di euro a Fintecna, che ne avrebbe dovuti sborsare altrettan- ti: un investimento a costo zero, proprietaria prima e proprietaria dopo per seguire passo passo il processo rigenerativo dell’area. Nel rendiconto del 2011, Residenziale Immobiliare 2004 Spa aveva accumulato 315 milioni di debiti: “Con fondi pubblici e privati, Cassa Deposito e Prestiti ha trasformato un bene pubblico in rendita privata”, dichiara Berdini. E nel 2017 la valorizzazione ha preso le forme di un ostello di lusso nel quartiere studentesco per eccellenza.
INTANTO i collettivi de La Sapienza promettono battaglia: “Il diritto allo studio è sotto assedio e lo Student Hotel è un ulteriore schiaffo alla dignità degli studenti”. “Sono stato costretto a prendere in affitto una stanza a 370 euro, nonostante sia risultato idoneo per i posti alloggio”, racconta Emiliano, primo anno di Psicologia. Lo studente è, però, un idoneo non vincitore: non usufruisce cioè del welfare studentesco, pur avendo tutte le carte in regola, perché i posti sono pochi. Secondo alcuni dati del Coordinamento Universitario Link, gli idonei per i posti alloggio aumentano infatti del 32% nel Lazio, ma su un totale di 3.082 idonei non beneficiari, i vincitori di una residenza sono solo 1.937. Stando ai numeri di Laziodisu, i posti letto a Roma sono 2.040; 2.515 in tutta la Regione. Nel Lazio, nell’anno accademico 2017-2018, gli studenti con i requisiti per accedere ai servizi per il diritto allo studio sono in crescita del 24%. Proprio come il caro affitti, aumentato del 4%, per una media di 416 euro al mese per una singola e 302 euro per una doppia. Cifre duplicate se si guarda alla Capitale.
Federica, idonea vincitrice, ha invece preferito prendere una stanza in affitto – 275 euro in doppia – perché la sua residenza era troppo lontana dal centro. Nella residenza di Valleranello, periferia sud-est di Roma, su 400 posti letto 35 sono inaccessibili. Circa la metà delle piastre per cucinare sono rotte e gli spazi comuni abbandonati. Il wifi non è sufficiente a coprire l’intera area e c’è un’emergenza blatte. Dagli alloggi di Ponte di Nona, periferia est, i ragazzi impiegano oltre un’ora per raggiungere le università del centro. Una vera corsa a ostacoli che viene fatta ogni giorno da centinaia di studenti che si muovono lungo le arterie che portano a Roma.
OPERAZIONE A BUON MERCATO Ristrutturazione e bonifica del sito a carico del venditore Il gruppo olandese pagherà 90 milioni di euro
23.000 MQ VICINO ALLA SAPIENZA Otto piani di palazzo, aree studio, ristorante, bar, sala giochi, piscina sul tetto. Una stanza costa 800 al mese