Il Fatto Quotidiano

Una moglie può non sapere, ma a volte è meglio tacere

- » ELISABETTA AMBROSI

La domanda l’ha provocata Claudia Zanella, moglie di Fausto Brizzi, che ha scelto di fare una strategica uscita pubblica per difendere il marito dalle accuse di molestie, derubricat­e da lei a “voci” senza nessun fondamento. A quel punto è stato istintivo chiedersi, in generale: ma una moglie lo sa? Può cioè accadere che un regista, o un altro uomo di potere, costringa alcune attrici ad avere rapporti o comunque le metta in situazione di pesante imbarazzo senza che la consorte si accorga di nulla? La risposta è positiva. Perché è certamente possibile non rendersi conto che un coniuge tradisca, o prenda mazzette al lavoro, o magari sniffi quando non visto. Figuriamoc­i invitare delle donne a spogliarsi nel proprio studio privato.

IL PROBLEMA nasce semmai quando le testimonia­nze cominciano a uscire e l’imbarazzo a crescere. È facile immaginare le pressioni dell’accusato perché la propria compagna intervenga a sua difesa – una voce femminile fa gioco – così come è facile immaginare la paura, diciamo pure il panico, di lei rispetto alla possibile perdita di lavoro del marito, e dunque del suo benessere economico e di quello dei figli. Eppure non c’è dubbio: nel caso di accuse gravi, per quanto non provate, il silenzio è scelta più dignitosa di una forzata intervista pubblica. Se poi le accuse fossero addirittur­a dimostrate, ancora più opportuna sarebbe una presa di distanza. Non tutte hanno il coraggio di scrivere una lettera potente come quella di Veronica Lario – “le vergini offerte al drago” – e chiedere il divorzio, ma a tutte è concessa la possibilit­à di non girare la testa dall’altra parte di fronte a donne che sono in qualche modo vittime. Non farlo significa schierarsi dalla parte della conservazi­one, essere conniventi con lo status quo. Che in quanto tale, e nel caso delle molestie in particolar­e, è sempre una forma di violenza.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy