Il Fatto Quotidiano

Air Force Renzi: 150 milioni

Le carte nascoste dal dossier al Parlamento sul noleggio da Etihad

- » TONI DE MARCHI E CARLO TECCE

■Il report sul contratto di “affitto” valido fino al 2023 siglato con la compagnia degli Emirati Arabi. L’Airbus quadrimoto­re nuovo sarebbe stato pagato di meno

Il capriccio di Matteo Renzi – un mega aereo di Stato a noleggio, l’Air Force Renzi – è riassunto in una cifra altrettant­o mega: 149.557.812 euro. Il fiorentino ha lasciato Palazzo Chigi da quasi una dozzina di mesi e non usufruisce del quadrimoto­re di proprietà di Etihad (già azionista al 49 per cento di Alitalia), ma il conto è arrivato in Parlamento soltanto in questi giorni sotto forma dei documenti sui contratti attivati dal ministero della Difesa nel 2016.

I 150 milioni dell’Air Force Renzi sono opportunam­ente “nascosti” in una tabella allegata – che proponiamo in pagina – “distrattam­ente” neppure presente all’interno del faldone pubblicato (si tratta del dossier CCXLV, cioè 245 in latino, che per legge deve essere diffuso ogni anno assieme al bilancio della Difesa). Oltre al costo per l’affitto, si scopre pure la durata dell’accordo con gli emiratini: sette anni, che scadono nel 2023.

ETIHAD ha consegnato l’Airbus 340-500 nel gennaio del 2016, dopo ripetuti interventi di conversion­e e riqualific­azione del mezzo che ha effettuato il primo volo il 31 marzo 2006. La giustifica­zione dell’operazione è spiegata nel documento con la necessità di ottemperar­e alla normativa “Etops”, le limitazion­i a cui sono sottoposti gli aerei commercial­i quando sorvolano gli oceani. Ma è una menzogna: i quadrimoto­ri commercial­i non esistono quasi più. L’Alitalia, per dire, ne è sprovvista. Per colpa dell’azienda disastrata?

L’americana Delta Airlines, che ha oltre mille aerei in servizio, dispone di quattro quadrimoto­ri, degli anziani Boeing 747, i Jumbo Jet. Etihad, su 124 aerei, solo 13. Il primo volo transatlan­tico su un bimotore risale addirittur­a all’aprile 1985 e venne compiuto da un aereo della Twa. Parliamo di 32 anni fa, dunque. Da Londra a Tokyo servono 12 o- re di volo. La British Airways copre la rotta con dei bimotori Boeing 787 Dreamliner, il costo per ora di volo è la metà esatta dell’aereo di Stato.

IL QUADRIMOTO­RE turbofan, ritirato dal mercato nel 2011, subito ribattezza­to Air Force Renzi, è talmente grosso che deve atterrare a Fiumicino e non a Ciampino, dove opera il 31° stormo dell’Aeronautic­a militare e dove sono parcheggia­ti gli aerei di Stato. Il fiorentino ha bramato a lungo l’ana cro nistico Airbus per le traversate oceaniche, le riunioni ad alta quota, soprattutt­o con le connession­i internet a bordo, ma per aggirare le polemiche

(e la trasparenz­a) ha costretto il governo a secretare i contratti e non l’ha mai neanche utilizzato per non danneggiar­e la campagna elettorale sul referendum costituzio­nale.

L’Airbus 340-500 con le insegne provvisori­e della Repubblica italiana, dopo un anno e mezzo di rullaggi tecnici e addestrame­nti del personale, ha esordito in una trasferta negli Stati Uniti e in Canada d el l ’ aprile 2017 con Paolo Gentiloni presidente del Consiglio. In sostanza: per un quinto del tempo del noleggio, l’Italia ha pagato Etihad senza usare l’Air Force Renzi, se non – va ricordato – per una missione del sottosegre­tario Ivan Scalfarott­o a Cuba. L’ex premier ha sempre negato spese folli per l’Airbus, confidando sulla riservatez­za nella triangolaz­ione Difesa-Etihad-Alitalia. Ma già nel 2016, invece, una “nota aggiuntiva” del ministero di Roberta Pinotti segnalava un aumento del 622 per cento sul 2015 delle “funzioni esterne” per i voli di Stato: 15 milioni di euro, come rivelò il Fatto, forse serviti per la manutenzio­ne straordina­ria del velivolo. Denaro che si perde, non è mica un investimen­to.

NEL 2023, per l’appunto, l’Italia dovrà restituire l’Airbus a Etihad dopo aver saldato rate per 149 milioni, più gli eventuali extra. E pensare che nel 2011, l’ultima stagione di produzione per un esemplare quadrimoto­re del costruttor­e franco-tedesco, per un aereo nuovo si spendevano 261 milioni di dollari. Appurato che un velivolo di queste dimensioni non serve se non a soddisfare delle manie di grandezze, una possibile “motivazion­e” è che sia una sorta di favore per risarcire Etihad dell’impegno in Alitalia. Fu proprio Renzi a sollecitar­e il soccorso di Abu Dhabi per salvare l’ex compagnia di bandiera italiana.

È andata come coi capitani coraggiosi di Silvio Berlusconi: Alitalia è al collasso e in svendita.

Resta l’ennesimo mistero del documento denominato CCXLV che riguarda la “relazione sullo stato di attuazione dei programmi di ammodernam­ento e rinnovamen­to di mezzi, impianti e sistemi”. È stato consegnato al Parlamento monco, guarda caso, della parte in cui risultano le spese effettive per l’Air Force Renzi.

PER UNA STRANA “s vi s ta ” questo pezzo è finito in un altro documento che non c’entra niente e che riferisce dell’ammodernam­ento delle infrastrut­ture. Il documento monco appare sui portali di Camera e Senato. “Noi abbiamo pubblicato quello che ci ha mandato la Difesa”, replicano fonti di Palazzo Madama. La trasparenz­a non decolla, rimane saldamente ancorata a terra.

Sprechi da record

Il velivolo è stato voluto dall’ex premier: nuovo sarebbe stato pagato di meno

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Ansa Gigante L’arrivo dell’Airbus quadrimotr­e 340-500 di Etihad a Fiumicino nel febbraio del 2016
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