L’Europa parla, la Cina compra tutta l’Africa rapita dagli yuan
Il regime comunista scambia infrastrutture per materie prime: e silenzio sui diritti umani
Nel giorno del vertice Europa-Africa di Abidjan, con la promessa dei capi di Stato e di governo europei di rimettere l’Africa al centro degli interessi del Vecchio continente, risulta ancora più evidente che negli ultimi anni solo la Cina ha avuto una visione per questo continente, mentre anche gli Usa sembrano essere in ritirata.
Nella sua espansione globale, Pechino non agisce certo da benefattore: il continente rappresenta per la Cina una fonte ricchissima di materie prime ( petrolio in N i g e r ia , Angola e Su d a n ; rame in Congo e Zambia; uranio in Tanzania e Namib i a), un enorme mercato, dalla demografia in crescita, verso cui esportare e anche una sorta di laboratorio di idee per “sperimentare differenti soluzioni in un ambiente a basso rischio”, come ha indicato il giornalista americano Howard French nel suo libro Chi na’s Second Continent (2014), in cui descrive la costruzione del nuovo impero africano da parte di un milione di imprenditori cinesi. Inoltre, alle infrastrutture – porti, ferrovie, dighe – già realizzate o progettate, segue l’influenza geopolitica lungo le linee della strategia lanciato dal presidente Xi Jinping: la Nuova via della Seta, ovvero la strada cinese verso l’Occidente.
CIFRE DEGLI INVESTIMENTI Dal 2000 al 2015, gli investimenti di Pechino verso il continente africano sono passati da meno di 10 miliardi a oltre 220 miliardi di dollari, anche se negli ultimi anni hanno subito un calo dovuto alla diminuzione dei prezzi delle materie prime. (Fonte: China Africa Research In i t ia t i v e de l l a
John Hopkins University, Washington). Le principali destinazioni del l’istituto di credito pubblico cinese ( Eximbank) a sostegno degli investimenti sono: EtiopiaeAngola( oltre 10 mld), Kenya (10 mld), seguiti da Sudan, Camerun e Congo , anche se le somme maggiori vanno verso Egitto (24 mld) e Nigeria (6 mld).
Al 2015 le miniere o industria estrattiva e le costruzioni sono in testa con oltre 25 miliardi di dollari, la manifattura e la finanza seguono con rispettivamente 15 e 10 miliardi, ricerca scientifica e servizi tecnologici a poco meno di 5 miliardi (dati elaborati da Financial Times). Secondo stime del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) il totale del commercio con gli Stati africani è stato nel 2017 tre vol-
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