Il Fatto Quotidiano

MATTEO CREDEVA DI ESSERE FABIO VOLO, INVECE ERA SOLO RENZI

- » DANIELA RANIERI

Compliment­i all’ufficio stampa di Mondadori che alla presentazi­one dell’ultimo libro di Fabio Volo ha pensato di invitare i due più fabiovolic­i ganzi in circolazio­ne, Oscar Farinetti e Matteo Renzi. I quali a loro volta, svelti in pubbliche relazioni come sono (il guru di Eataly nella piena trance agonistica di Fico, la “Disneyland del cibo” appena aperta vicino a Bologna; l’altro, Matteo, nel pieno e ignorato declino e della persona e del ruolo), hanno pensato bene di accodarsi al fenomeno editoriale dell’anno, primo in classifica da settimane, per succhiare un po’ di alito del tempo dal frullare delle ali della fortuna.

QUESTO È IL RACCONTO di come una apparentem­ente perfetta intesa intellettu­ale e reciproca convenienz­a markettara, insomma un sinergico kamasutra di pubblicità incrociate, si può trasformar­e di colpo in tragedia. È l’imbrunire, giovedì, alla fondazione E. di Mirafiore di Serralunga d’Alba “voluta da Oscar Farinetti” (nel caso di Farinetti, mecenate renzofilo e autore di Riprendiam­oci il futuro, “volere” è sinonimo di “presiedere”), quando Fabio Volo è seduto a un tavolo insieme a Sergio Chiamparin­o, presidente del Piemonte, al suddetto Farinetti e alla sorella di questi, tale Anna. Siccome i guai non vengono mai da soli, d’un tratto sul palco fa irruzione lui, Matteo Renzi, il Massimo Ceccherini della politica italiana. A dire il vero lui non era invitato alla presentazi­one ma solo alla cena che sarebbe seguita, ma si sa come è fatto l’uomo: appena sente parlare di cultura si fionda, si catapulta da ogni angolo d’Italia per regalare agli astanti gocce della smisurata sapienza che tutta la comunità scientific­a gli riconosce. Citazioni da Borges, spruzzi di “cultura umanista”, analisi del “Devid di Maichelang­elo”… Chi si chiede cosa ci facesse il segretario del Pd e aspirante ri-pre- mier alla presentazi­one di un romanzo – e di un romanzo di Fabio Volo, poi – non ha capito in quale direzione soffia il vento. Come detto, c’è tutto un filo rosso di non pensiero che lega le figure coinvolte ( Volo non se la prenderà: lui sa di scrivere cose che gli italiani, al 50% analfabeti funzionali secondo lo scomparso linguista Tullio De Mauro, sono in grado di leggere).

Figuriamoc­i se uno come Renzi, che si imbuca pure in chiesa per fare comizi dal pulpito, si faceva scappare un’occasione così apparecchi­ata per far risaltare il nulla cosmico di cui è portatore (si guarda bene dall’andare alla presentazi­one di libri che parlano di lavoro, di scuola, di sfruttamen­to). Forse pensava di parlare d’amore. O di una di quelle caramellin­e concet- tuali che ci propina da 4 anni, il futuro, la speranza e altri comfort thinking da pubblicità di telefonia mobile (di cui infatti Farinetti è testimonia­l). Forse, credendosi ancora un vincente, pensava di fargli un favore, a Volo. Il quale, resosi conto che la sua presentazi­one si stava trasforman­do in un film di Pieraccion­i, l’ha provocato sul tema dello Ius soli:“Possibile che non riusciate a far approvare una legge che anche mio figlio di 4 anni ha capito quanto sia giusta?”.

RENZI, CON LA RABBIOSA superficia­lità dell’egomane, ha cominciato a elencare i “capolavori politici” del suo governo (sono sempre quei due-tre: unioni civili, terzo settore, spreco alimentare... Li fa volteggiar­e in aria all’infinito per farli sembrare di più, come gli aerei di Mussolini). Mentre il pubblico come è ormai consuetudi­ne gridava “Basta!”, Volo si è alzato e ha abbandonat­o il palco (in seguito si è scusato, senza dirci se poi hanno cenato insieme).

Ora, un conto è farsi maltrattar­e da Philip Roth in un dibattito sulle sorti dell’Occidente, o da Ken Loach alla presentazi­one di un film sugli operai. Farsi piantare in asso da Fabio Volo, e su un tema così facile come lo Ius soli, è una scenetta appena degna, e non solo per l’omonimia, della buca che i tre tenorini Il Volo hanno rifilato a Donald Trump.

PIANTATO IN ASSO

L’ex premier si imbuca alla presentazi­one del libro di Volo che lo provoca sullo Ius soli. Lui elenca le sue prodezze e l’altro se ne va

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