Il Fatto Quotidiano

Il Sinistra Day di Grasso (senza l’impresenta­bile)

Assemblea a RomaIl presidente del Senato prende le redini della nuova lista E come primo atto tiene fuori dalla costituent­e “l’impresenta­bile” De Gaetano

- » TOMMASO RODANO

La nuova lista della sinistra italiana si chiamerà “Liberi e Uguali”. Tra poche ore sarà ufficiale: stamattina all’Atlantico di Roma si celebra il battesimo della creatura politica di Pietro Grasso. Ora ci sono un nome e un leader ufficiali, mentre per il simbolo probabilme­nte bisognerà aspettare ancora qualche settimana.

Il presidente del Senato si presenta finalmente ai partiti che gli hanno affidato i propri destini: Mdp, Possibile e Sinistra italiana (e alla platea più ampia dei possibili interessat­i). È il suo primo intervento da politico a tutti gli effetti, dopo una lunga carriera da magistrato e una legislatur­a da seconda carica dello Stato. Sarà un discorso – fanno sapere dagli uffici di palazzo Giustinian­i – con una “forte impronta costituzio­nale”, radicale nei contenuti ma non nello stile: Grasso non vuole rinunciare al profilo di uomo delle istituzion­i consolidat­o in questi anni.

Il nuovo leader della sinistra chiuderà l’assemblea nazionale dell’Atlantico. Parlerà per ultimo. Prima di lui, per i partiti, prenderann­o la parola Roberto Speranza (Mdp), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e Pippo Civati (Possibile). Ma ci sarà spazio per una serie di testimonia­nze da quei settori della società che la sinistra si candida a rappresent­are: un operaio della Melegatti, i ricercator­i precari del Cnr, un medico di Lampedusa, esponenti di Libera, Arci, Legambient­e.

LA “COSA”. “Liberi e Uguali” è la lista che nasce dall’accorpamen­to di tre partiti alla sinistra del Pd: i bersaniani e gli ex Sel che hanno fatto nascere Mdp, i vendoliani di Sinistra Italiana e Possibile, il movimento di Civati. La lunga e faticosa costituent­e della lista unica è iniziata prima dell’estate. La decisione di lanciare un movimento e un’assemblea comune è stata ufficializ­zata lo scorso 11 novembre.

IL LEADER. In origine doveva essere Giuliano Pisapia: l’ex sindaco di Milano aveva ricevuto l’investitur­a direttamen­te da Bersani. Il primo luglio, con una manifestaz­ione a Roma, avevano lanciato “Insieme”, la piattaform­a di lancio della lista unica. Le timidezze e i tentenname­nti di Pisapia – soprattutt­o sul tema dei rapporti col Pd di Renzi – hanno portato alla rottura. I primi contatti con Grasso risalgono a fine settembre. Il 28, il presidente del Senato si è presentato alla festa di Mdp a Napoli e si è definito “un ragazzo di sinistra”. Ha promesso di sciogliere ufficialme­nte la riserva sul suo impegno politico solo dopo l’approvazio­ne al Senato della legge di Bilancio. Ora è arrivato il momento.

IL NOME. Ne sono stati vagliati molti: Italia progressis­ta, Italia solidale, Italia di Tutti. Già a metà novembre Grasso aveva espresso la sua preferenza per “Libertà e Uguaglianz­a”, alla fine è stata preferita la formula “Liberi e Uguali”.

I DIRIGENTI. Dietro al frontma n Grasso ci sono i tre 40enni Speranza, Fratoianni e Ci vati. Più defilate–ma ancora più che influenti–le figure dei“vecchi” Bersani, D’Alema e Vendola: si vuole marcare la discontinu­ità con il passato (nessuno dei tre sarà sul palco questa mattina).

L’ IMPRESENTA­BILE. Trai 1500 delegati eletti nelle scorse settimane dalle assemblee provincial­i della nuova lista c’è anche Antonino De Gaetano, esponente calabrese di Mdp, imputato nel processo sulle “spese pazze” con i rim- borsi regionali e in passato finito agli arresti domiciliar­i con l’accusa di voto di scambio. La novità è che De Gaetano questa mattina non parteciper­à all’assemblea: Mdp non rilascia dichiarazi­oni sul suo delegato; ha pesato – evidenteme­nte – l’i n te rv e nt o persuasivo di Grasso.

GLI ASSENTI. Non ci saranno nemmeno Anna Falcone e Tomaso Montanari. Il movimento del Brancaccio in un primo tempo aveva aderito alla lista unica, poi si è ritirato, lamentando la natura tutta partitica della nuova creatura. Resta fuori anche Rifondazio­ne comunista, guidata da Maurizio Acerbo.

IL PROGRAMMA. È tutto da scrivere, chiarament­e, ma un segnale significat­ivo è la partecipaz­ione in blocco dei dirigenti della lista unica alle manifestaz­ioni di ieri della Cgil (Susanna Camusso è ospite dell’assemblea di oggi, come gli altri segretari dei sindacati confederal­i). Il 7 novembre i tre partiti hanno presentato un documento comune con una bozza di programma ( era stato firmato anche da Falcone e Montanari): il primo punto è la “modernità del modello sociale ed economico disegnato dalla nostra Carta costituzio­nale”. La prima proposta è “restituire ai lavoratori i diritti sottratti, con la legge sul Jobs Act, che va cancellata”.

I “vecchi” nascosti Sul palco esponenti di Arci, Legambient­e, Libera; un operaio e i precari della ricerca

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 ?? Ansa ?? Prima filaIl capo politico di “Liberi e Uguali” è Pietro Grasso. Tra i padri nobili c’è Pier Luigi Bersani
Ansa Prima filaIl capo politico di “Liberi e Uguali” è Pietro Grasso. Tra i padri nobili c’è Pier Luigi Bersani
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