Il Sinistra Day di Grasso (senza l’impresentabile)
Assemblea a RomaIl presidente del Senato prende le redini della nuova lista E come primo atto tiene fuori dalla costituente “l’impresentabile” De Gaetano
La nuova lista della sinistra italiana si chiamerà “Liberi e Uguali”. Tra poche ore sarà ufficiale: stamattina all’Atlantico di Roma si celebra il battesimo della creatura politica di Pietro Grasso. Ora ci sono un nome e un leader ufficiali, mentre per il simbolo probabilmente bisognerà aspettare ancora qualche settimana.
Il presidente del Senato si presenta finalmente ai partiti che gli hanno affidato i propri destini: Mdp, Possibile e Sinistra italiana (e alla platea più ampia dei possibili interessati). È il suo primo intervento da politico a tutti gli effetti, dopo una lunga carriera da magistrato e una legislatura da seconda carica dello Stato. Sarà un discorso – fanno sapere dagli uffici di palazzo Giustiniani – con una “forte impronta costituzionale”, radicale nei contenuti ma non nello stile: Grasso non vuole rinunciare al profilo di uomo delle istituzioni consolidato in questi anni.
Il nuovo leader della sinistra chiuderà l’assemblea nazionale dell’Atlantico. Parlerà per ultimo. Prima di lui, per i partiti, prenderanno la parola Roberto Speranza (Mdp), Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana) e Pippo Civati (Possibile). Ma ci sarà spazio per una serie di testimonianze da quei settori della società che la sinistra si candida a rappresentare: un operaio della Melegatti, i ricercatori precari del Cnr, un medico di Lampedusa, esponenti di Libera, Arci, Legambiente.
LA “COSA”. “Liberi e Uguali” è la lista che nasce dall’accorpamento di tre partiti alla sinistra del Pd: i bersaniani e gli ex Sel che hanno fatto nascere Mdp, i vendoliani di Sinistra Italiana e Possibile, il movimento di Civati. La lunga e faticosa costituente della lista unica è iniziata prima dell’estate. La decisione di lanciare un movimento e un’assemblea comune è stata ufficializzata lo scorso 11 novembre.
IL LEADER. In origine doveva essere Giuliano Pisapia: l’ex sindaco di Milano aveva ricevuto l’investitura direttamente da Bersani. Il primo luglio, con una manifestazione a Roma, avevano lanciato “Insieme”, la piattaforma di lancio della lista unica. Le timidezze e i tentennamenti di Pisapia – soprattutto sul tema dei rapporti col Pd di Renzi – hanno portato alla rottura. I primi contatti con Grasso risalgono a fine settembre. Il 28, il presidente del Senato si è presentato alla festa di Mdp a Napoli e si è definito “un ragazzo di sinistra”. Ha promesso di sciogliere ufficialmente la riserva sul suo impegno politico solo dopo l’approvazione al Senato della legge di Bilancio. Ora è arrivato il momento.
IL NOME. Ne sono stati vagliati molti: Italia progressista, Italia solidale, Italia di Tutti. Già a metà novembre Grasso aveva espresso la sua preferenza per “Libertà e Uguaglianza”, alla fine è stata preferita la formula “Liberi e Uguali”.
I DIRIGENTI. Dietro al frontma n Grasso ci sono i tre 40enni Speranza, Fratoianni e Ci vati. Più defilate–ma ancora più che influenti–le figure dei“vecchi” Bersani, D’Alema e Vendola: si vuole marcare la discontinuità con il passato (nessuno dei tre sarà sul palco questa mattina).
L’ IMPRESENTABILE. Trai 1500 delegati eletti nelle scorse settimane dalle assemblee provinciali della nuova lista c’è anche Antonino De Gaetano, esponente calabrese di Mdp, imputato nel processo sulle “spese pazze” con i rim- borsi regionali e in passato finito agli arresti domiciliari con l’accusa di voto di scambio. La novità è che De Gaetano questa mattina non parteciperà all’assemblea: Mdp non rilascia dichiarazioni sul suo delegato; ha pesato – evidentemente – l’i n te rv e nt o persuasivo di Grasso.
GLI ASSENTI. Non ci saranno nemmeno Anna Falcone e Tomaso Montanari. Il movimento del Brancaccio in un primo tempo aveva aderito alla lista unica, poi si è ritirato, lamentando la natura tutta partitica della nuova creatura. Resta fuori anche Rifondazione comunista, guidata da Maurizio Acerbo.
IL PROGRAMMA. È tutto da scrivere, chiaramente, ma un segnale significativo è la partecipazione in blocco dei dirigenti della lista unica alle manifestazioni di ieri della Cgil (Susanna Camusso è ospite dell’assemblea di oggi, come gli altri segretari dei sindacati confederali). Il 7 novembre i tre partiti hanno presentato un documento comune con una bozza di programma ( era stato firmato anche da Falcone e Montanari): il primo punto è la “modernità del modello sociale ed economico disegnato dalla nostra Carta costituzionale”. La prima proposta è “restituire ai lavoratori i diritti sottratti, con la legge sul Jobs Act, che va cancellata”.
I “vecchi” nascosti Sul palco esponenti di Arci, Legambiente, Libera; un operaio e i precari della ricerca