Riondino: “Bene Emiliano sull’Ilva, ora basta acciaio”
Il ricorso del governatore contro il piano ambientale del governo “è un’azione dovuta”
“Ambientalizzare
è una parola che non esiste nel vocabolario di un impianto siderurgico come l’Ilva”. L’attore Michele Riondino è da sempre impegnato, con il Comitato cittadini liberi e pensanti, nella battaglia per la salute a Taranto, la sua città. La trattativa per l’acquisizione degli stabilimenti da parte di Arcelor Mittal in questi giorni si è complicata. Il ricorso del governatore Michele Emiliano, contro il decreto con il quale il presidente del Consiglio ha fissato al 2023 la scadenza per gli interventi ambientali, potrebbe portare allo spegnimento della fabbrica. Riondino, è giusta questa scelta del presidente Emiliano?
È utile per dimostrare a tutti che Taranto non è più disposta a svendersi, ma non ringrazio il governatore: è un’a- zione che è dovuta. E mi sorge un dubbio: Emiliano è per la decarbonizzazione, ma non vorrei che si punti a decarbonizzare l’Ilva e passare alla produzione a gas per permettere la nascita del gasdotto Tap nel Salento. Il sindaco Melucci, poi, dovrebbe fare di più.
Per esempio?
Nei wind day, i giorni di tra- montana, il Comune chiude le scuole. Questo significa che, dopo aver perso salute e lavoro, viene negato anche il diritto all’istruzione dei bambini. Il primo cittadino non dovrebbe fermare le scuole, dovrebbe fermare le attività inquinanti, come chiedeva una mozione del M5S.
Esiste per voi un'alternativa alla vendita dell'Ilva ad Arcelor Mittal?
Il nostro comitato ha proposto un accordo di programma, per chiudere con l’acciaio e riutilizzare i lavoratori per bonificare il territorio. Taranto deve avere uno sviluppo non più legato alla grande industria, ma legato al terziario e in particolare al turismo. Su questo concentreremo i nostri sforzi verso il concerto del primo maggio 2018. Governo e sindacati pensano che sia un errore interrompere la trattativa con chi mette sul piatto investi- menti per il risanamento ambientale...
Non attaccano i discorsi di Maurizio Landini o del ministro Carlo Calenda: cercano di colpevolizzare chi impugna il decreto perché viene prorogata ulteriormente la scadenza dell’Autorizzazione integrata ambientale, cosa che costringe noi tarantini a continuare a vivere con questi problemi. La Fiom è convinta di aver raggiunto importanti risultati sulla copertura dei parchi minerali, che dovrebbe avvenire a partire dal 2018, e che altro ancora si poteva ottenere...
Non abbiamo ancora visto un progetto per la copertura di un impianto enorme, nè uno per la bonifica. Non vengano a dire che salta il tavolo per causa nostra. Bisogna smetterla con la logica del ricatto occupazionale. La Fiom non è coerente.
Perché?
Nel 2005 ha firmato un accordo di programma per l’Ilva di Cornigliano (Genova), con il quale si disponeva la chiusura dell’area a caldo. Perché in Liguria 12 anni fa andava chiusa e oggi a Taranto può rimanere aperta? Inoltre la stessa Fiom ha occupato la fabbrica genovese un mese fa proprio per difendere quel documento.
Proponiamo l’accordo di programma per chiudere con l’acciaio: i lavoratori siano utilizzati per bonificare il territorio