IL DUBBIO RENZIANO DI REPUBBLICA
SCESO DALL’AMACA, Michele Serra, ieri su Repubblica , ha oscillato dubbioso fra l’essere “troppo renziano” e l’essere “troppo anti-renziano”. Dov’è il mezzo, dov’è il giusto? Un dubbio ingenerato – racconta – dalle lettere dei cittadini al quotidiano che si sentono traditi o addirittura oltraggiati dalle critiche al segretario del Pd. La riflessione, dopo aver messo da un lato Zagrebelsky e dall’altro Recalcati o Giannini e Scalfari, è subito sfociata in una sorta di “cari lettori, scusate, ma abbiate pazienza” e al solito dibattito a sinistra che non può essere ignorato: “Potrebbe mai un giornale degno di questo nome rinunciare a dare voce e pagine, e repliche, al coro animatissimo della cosiddetta sinistra?”. No che non può rinunciare, chiaro. Però, va detto, questa brezza di anti-renzismo, questa nuova e lieve critica al fiorentino, dopo anni di assoluto allineamento, creano scalpore e confusione. Sarà che i lettori, che hanno sempre ragione, si sentono un po’ disorientati. Ancora di più se poi leggono e ascoltano il fondatore Eugenio Scalfari che esalta le virtù nascoste di Silvio Berlusconi. Ai lettori, smarriti, viene da chiedersi: è cambiata Repubblica o è cambiato Berlusconi? Forse loro, i lettori, no. Non siamo cambiati su Berlusconi.