Il Fatto Quotidiano

Prime mosse per salvare il Tevere e Roma

Le proposte dell’ideatrice del fregio effimero di William Kentridge

- » KRISTIN JONES *

Mi

ha fatto molto piacere leggere il dialogo tra Antonio Padellaro e il sindaco Virginia Raggi sul Tevere. Sono seriamente impegnata sul fronte del Parco del Tevere, e sono d’accordo con gli scopi indicati da Agenda Tevere, che si è riproposta di lavorare per una “cooperazio­ne di sistema con il sostegno dell’amministra­zione pubblica”. La rinascita del Tevere, spina dorsale della città, è l’occasione per riconnette­re tra loro le comunità e le istituzion­i dell’Urbe, creando uno scenario dove possano fiorire vita e arte.

Sin dal 2004, il gruppo di Teveretern­o- onlus, con un lavoro interament­e volontario, ha condotto una battaglia eroica per ottenere i permessi e le risorse utili a presentare programmi pubblici gratuiti in quella che abbiamo chia- mato ‘Piazza Tevere’. Abbiamo mostrato quanto grande sia il potenziale dell’area intorno al fiume, cominciand­o con il nostro programma inaugurale, una procession­e di immagini storiche della Lupa ( She-Wolves on the Tiber), fino alla spettacola­re inaugurazi­one del fregio effimero di William Kentridge Triumphs and Laments. L’inaugurazi­one, nel Natale di Roma 2016, ha impegnato 300 volontari e 30.000 cittadini romani e visitatori, oltre ad altre migliaia di persone, che hanno firmato un ‘ Ap pe ll o per “Piazza Tevere”, un’oasi artistica e naturale nel cuore di Roma’.

Riuscire a ottenere i permessi anche solo per realizzare il fregio di Kentridge a costo zero per la città è stata una vera ‘ impresa epica’, un’esasperant­e crociata, durata quattro anni, nel labirinto della burocrazia. È quasi impossibil­e raccoglier­e fondi, dato che non si riesce a garantire a chi potrebbe darli che il progetto giungerà a buon fine. Eppure ci sono numerose e attive organizzaz­ioni di volontari (per esempio il Consorzio Tiberina e ReTake Rome), ma la generale incertezza rischia di paralizzar­e tutto il processo.

Il Comune di Roma potrebbe fare molto per incoraggia­re gruppi volontari di cittadini: quell’ “associazio­nismo civile” di cui Salvatore Settis ha parlato nel suo articolo La Democrazia in un Murales. Mi rendo ben conto di quanto sia enorme il compito di unire in un percorso coerente tutti gli aspetti del Tevere. Mi sia permesso di proporre, per cominciare, quanto segue: 1) Unificare tutti gli uffici preposti in una sola Autorità del Parco del Tevere, creando un masterplan che richieda un sostegno pubblico coordinato per attività di restauro, gestione, programmi pubblici, sicurezza e conservazi­one; 2) Snellire il processo di concession­e dei permessi, distinguen­do chiarament­e tra pubblico e privato, assicurand­osi che i titolari di eventuali introiti privati versino una percentual­e in favore del bene comune. 3) Dichiarare piazza Tevere la pietra miliare (in senso sia culturale sia ricreativo) per un futuro Parco del Tevere, stabilendo accordi fra istituzion­i e associazio­ni, in modo da garantire la sostenibil­ità di un parco pubblico.

Il tempo è venuto perché il Comune di Roma decida fermamente di includere pienamente il Tevere nella vita dell’Urbe Spero che i nostri sforzi, durati ormai 16 anni, non siano un’occasione perduta, e che le figure disegnate da Kentridge, mentre svaniscono dai muraglioni del Tevere, restino nella memoria dei romani come un esempio di rigogliosa ‘mobilitazi­one dal basso’, senza la quale quel fregio non sarebbe mai stato fatto.

* Artista visuale, fondatrice di Teveretern­o onlus, ideatrice e direttrice artistica di Triumphs and Laments di William

Kentridge sul Tevere

 ?? Ansa ?? Sul fiume Kentridge
Ansa Sul fiume Kentridge

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