Il Fatto Quotidiano

Il manager ha già fatto capire molto in questi 7 mesi

Dal libro di De Bortoli alle dichiarazi­oni Mai una smentita. E negli archivi della banca ci sono i documenti, pronti per i magistrati

- » STEFANO FELTRI E CARLO TECCE

Il Pd può anche riuscire a evitare la convocazio­ne di Federico Ghizzoni in Commission­e banche, ma l’ex amministra­tore delegato di Unicredit in questi mesi ha già fatto capire quello che c’era da capire. Tutto comincia con una frase nel libro di Ferruccio de Bortoli, Poteri forti (o quasi), anticipata per la prima volta da Lettera43.it l’8 maggio scorso: “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamen­te all’ amministra­tore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizio­ne di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministra­tore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaborat­ore di fare le opportune valutazion­i patrimonia­li, poi decise di lasciar perdere”.

GHIZZONI non ha mai smentito quella ricostruzi­one. Dopo una settimana di eloquente silenzio, il 15 maggio concede addirittur­a alcune dichiarazi­oni ad Andrea Greco, inviato di Repubblica che lo va a trovare a casa, a Piacenza: “Se mi convochera­nno parlerò alla commission­e di inchiesta: in Parlamento, non sui giornali, risponderò ovviamente a tutte le domande che mi faranno”. Giusto per chiarire che non si tratta di un silenzio neutrale, che lascia qualche ambiguità, Ghizzoni consegna a Repubblica anche un’altra frase: “Adesso non parlo perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabi­lità della tenuta di un governo”. Ed è chiaro che la tenuta del governo è in bilico soltanto se si tratta di una ricostruzi­one corretta.

Anche altri membri del governo, come il ministro dei Trasporti Graziano Delrio, in quel convulso 2015 si erano attivati anche al di là delle loro deleghe formali per cercare compratori e salvare le banche in crisi. Ma la Boschi, all’epoca ministro delle Riforme, era l’unica a essere anche figlia di un vicepresid­ente appena commissari­ato di una di quelle banche e anche l’unica a giurare in Parlamento di non essersi mai occupata del dossier.

La Boschi ha poi lasciato passare sei mesi e dunque ha perso l’opportunit­à di denunciare De Bortoli in sede penale per diffamazio­ne, come aveva annunciato: se la ricostruzi­one era così lesiva della sua reputazion­e, come persona e come ministro, perché attendere? Soltanto due giorni fa ha annunciato una causa di risarcimen­to danni in sede civile contro l’ex direttore del Corriere della Sera. Vedremo se questa volta la minaccia si tradurrà in qualcosa di concreto. Di certo De Bortoli, con i suoi legali, chia- merà allora Ghizzoni a testimonia­re in tribunale. Con i tempi della giustizia, però, il tutto rischia di consumarsi mesi dopo le elezioni 2018.

Nel frattempo, però, molto è già stato ricostruit­o delle conseguenz­e dell’interessam­ento della Boschi. Come ha già raccontato il Fatto, dopo le richieste della Boschi, Ghizzoni ha chiesto di valutare l’operazione Etruria a Marina Natale, all’epoca vice direttore generale di Unicredit (che oggi guida la Sga, società del ministero del Tesoro che deve gestire i crediti deteriorat­i delle banche venete dopo l’intervento pubblico). Non sappiamo che forma ha avuto la richiesta della Boschi: se è stato un approccio verbale – magari alle celebrazio­ni per i 15 anni di Unicredit il 4 novembre 2014 – non ne sarà rimasta traccia. Ma le pratiche aperte restano, lasciano traccia.

L’ARCHIVIO di Unicredit conserva tutti i documenti per dieci anni: comunicazi­oni interne, stime di costo, bozze di lavoro. La prova che Ghizzoni ha valutato il salvataggi­o di Etruria sta lì, basta che la chieda un magistrato ( o la stessa Commission­e parlamenta­re, se ci fosse la volontà politica). Sarebbe cruciale anche stabilire il momento preciso: un conto è preoccupar­si dei destini della banca e dei suoi correntist­i dopo l’11 febbraio 2015, a commissari­amento avvenuto, ben altro cercare di evitare che Bankitalia decapiti i vertici e faccia perdere il lavoro a papà Boschi con una richiesta di intervento a Unicredit prima di quella data.

LA CONFERMA IL 15 MAGGIO

Se mi convochera­nno parlerò alla commission­e di inchiesta: in Parlamento, non sui giornali, risponderò a tutte le domande

LA PRESSIONE DELLA POLITICA

Adesso non parlo perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabi­lità della tenuta di un governo

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Ansa Decisivo L’ex amministra­tore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni
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