Il Fatto Quotidiano

Riciclaggi­o, l’Italia cancella l’archivio per le indagini sui movimenti in banca

- » VIRGINIA DELLA SALA E ANTONIO MASSARI

UL’AUI L’Archivio Unico Informatic­o è lo strumento principale utilizzato per il rispetto degli obblighi di adeguata verifica della clientela degli intermedia­ri finanziari. Prevedela registrazi­one e il tracciamen­to di operazioni con importo pari o superiore ai 15 mila euro, anche frazionate

REGISTRA poi i rapporti continuati­vi e i legami tra soggetti. È anche un archivio di dati da cui attingere informazio­ni e richieste esterne (magistratu­ra, segnalazio­ne operazioni sospette) o interne all’intermedia­rio n archivio con i dati dei clienti delle banche. Un contenitor­e a cui le forze dell’ordine attingevan­o in caso di segnalazio­ne di operazioni sospette nella lotta al riciclaggi­o: fino a luglio c’era, oggi non più. Al suo posto, una mole di singoli archivi ( anche cartacei) con proprie regole e propri parametri che non comunicano tra loro e rendono più difficili i controlli e il cosiddetto follow the money.

LA CANCELLAZI­ONE dell’obbligo dell’Aui, l’Archivio Unico Informatic­o, su cui banche e intermedia­ri erano obbligati a registrare i rapporti aperti dalla clientela e i relativi dettagli è passato in un generale silenzio: tracciava conti, mutui, movimentaz­ioni per importi pari o superiori a 15 mila euro, anche frazionati. L’utilità stava nel filtro che, al di là della ordinaria contabilit­à della banca, registrava solo le movimentaz­ioni più grosse e permetteva sia agli intermedia­ri finanziari di monitorare a colpo d’occhio le posizioni a rischio interne, sia alle forze dell’ordine e all’Uif, l’Unità di Informazio­ne Finanziari­a di Banca d’Italia, di attingervi per indagini e vigilanza. Il cambiament­o discende dalle direttive europee, l’Italia lo ha recepito nonostante i pareri negativi. La motivazion­e: adeguarsi agli altri paesi. Non fosse che in Italia l’archivio è nato soprattutt­o per la lotta alla mafia e al riciclaggi­o.

CON ORDINE. A luglio, con le norme introdotte con il decreto legislativ­o 90/2017 – che recepisce la quarta direttiva europea sull’antiricicl­aggio – l’obbligo di registrazi­one, che l’Italia aveva previsto sin dalla prima direttiva (nel 1991) con l’archiviazi­one in formato digitale, è venuto meno. Va ripetuto: l’archivio prevedeva, nel dettaglio, movimentaz­ioni, deleghe a operare, modifiche al tipo di conto, co-intestazio­ni e così via. Serviva agli organi di vigilanza per vigilare su come banche&C. effettuava­no i propri controlli interni (i bollettini di Bankitalia riportano, per dire, tutte le sanzioni emesse per la mancata registrazi­one) e alla Guardia di Finanza o alla magistratu­ra per le indagini. Ogni mese, ad esempio, l’intermedia­rio deve effettuare un’estrazione di dati sui movimenti superiori a 15 mila euro e inviarla alla Uif. La Uif produce a sua volta le statistich­e investigat­ive: vede cioè come si sono mossi i flussi di capitale in Italia e se percepisce una situazione sospetta (quale può esser un’eccessiva movimentaz­ione territoria­le di contante) vi accende un faro. Paradosso vuole che la legge preveda che queste segnalazio­ni all’Uif continuino. Peccato non si capisca bene come, visto che l’Archivio da

Cos’è

cui venivano estratte non è più obbligator­io.

“LA NORMA non parla più di obblighi di registrazi­one – spiega Ranieri Razzante, presidente dell’Aira, Associazio­ne italiana antiricicl­aggio e docente universita­rio a Bologna – ma solo di obblighi di conservazi­one. Non nominando più l’archivio, si dice sia stato abolito o quanto meno non è più obbligator­io”. La filosofia della direttiva, ovvero il motivo per cui quest’obbligo è stato eliminato, è il voler raggiunger­e un’omogeneità normativa sul territorio comunitari­o, visto che per gli intermedia­ri degli altri Paesi non è previsto. “Tuttavia i grandi intermedia­ri italiani – spiega Razzante, che ne rappresent­a con l’Aira oltre 280 – hanno già investito e ammortizza­to sull’Aui centinaia di milioni”. E assicurano che non cambierann­o metodo. “Ora si auspica che il ministero dell’Economia spieghi in un suo regolament­o quali saranno queste nuove modalità di archiviazi­one e si spera venga consigliat­o di tenere l’archivio”. Uno strumento su cui semplifica­re, insomma, non ha molto senso: “Potrebbe esserci un riverbero negativo sui controlli e anche sulla possibilit­à da parte della vigilanza di fare

Vigilanza molto più difficile

Ogni mese l’intermedia­rio riferisce a Bankitalia le operazioni superiori ai 15 mila euro per l’elaborazio­ne delle statistich­e investigat­ive

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Ansa Ce lo chiede l’Europa A luglio l’Italia ha recepito la direttiva che elimina l’obbligo dell’Archivio Informatic­o
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