Carige e le altre, sugli aumenti iperdiluitivi serve una norma ad hoc
▶PER GLI IRRISOLTI
problemi gestionali, Banca Carige, colonna portante della struttura bancaria ligure, è spinta a un mega aumento di capitale di 560 milioni, in pessime condizioni negoziali. L’aumento avviene con emissione di ben 50 miliardi di nuove azioni al prezzo di un centesimo ciascuna, 60 azioni nuove per ciascuna vecchia. Eppure, le emissioni “iperdiluitive”, come nel caso Carige, hanno effetti dirompenti. Il cda mira ad allettare il mercato con un prezzo molto basso, ma l’azionista storico, che per ciascuna vecchia azione possiede ora il “diritto” di acquistarne 60 nuove al a 1 centesimo solo sborsando ulteriori 60 centesimi, può anche cedere questo “diritto”, che viene negoziato in Borsa. Nel caso di Carige, con un prezzo dell’azione prima dell’emissione di 14,1 centesimi, avviene che ben 12,8 centesimi – il 91,3% del valore – si spostano dalla vecchia azione al valore del “diritto”; che, però, l’azionista difficilmente recupererà e così subisce un’ulteriore e pesantissima perdita. Nei primi sette giorni di trattazione, il prezzo del diritto Carige è sceso da 0,076 euro del 22 novembre a 0,0012 euro del 30, una perdita del 92% del valore dell’azione al 21 novembre. Se l’emissione fosse meno diluitiva il rischio di perdita sarebbe limitato. Viene da chiedersi perché le decisioni cruciali del cda sembrino ignorare l’interesse dei piccoli azionisti per cedere all’appetito degli investitori. Si dirà che, altrimenti, l’aumento non avrebbe successo; ma la banca ha ulteriormente tradito la fiducia residua dei suoi azionisti, quasi sempre clienti. Sarebbe preferibile introdurre una norma che lasci alle assemblee societarie la fissazione di limiti all’arbitrio del cda sulla diluizione dei titoli. Inoltre Carige precisa che viene “sottoscritto il contratto di garanzia”. Il consorzio di collocamento diviene di “garanzia”. Ma non garantisce nulla, potendo ricorrere a scappatoie contrattuali qualificate nel comunicato del cda come “prassi internazionali”, come se garantisse qualcosa ricevendo comunque laute commissioni. Una inaccettabile posizione di rendita, condita di illusionismo linguistico.
* Presidente AssoTAG