Il pg sugli scontrini: “Condannare Marino a due anni e mezzo”
▶IL SOSTITUTO
procuratore generale di Roma Vincenzo Saveriano ha chiesto la condanna dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino a due anni e sei mesi al processo d’appello per il cosiddetto “caso scontrini”: secondo l’accusa, avrebbe pagato 56 cene usando la carta di credito “aziendale” del Campidoglio. Il pg ha chiesto ai giudici della terza corte d’appello di condannare l’imputato per 54 delle 56 cene oggetto del procedimento. Peculato e falso, i reati contestati. Allo stesso tempo il pg Saveriano ha sollecitato l'assoluzione di Marino per l’accusa di truffa legata ai contratti di consulenza, in particolare la certificazione di compensi a collaboratori fittizi, della Onlus “Imagine”. Il processo riprenderà l’11 gennaio con l’arringa del difensore dell’imputato. In primo grado Marino è stato assolto dalle accuse di peculato, truffa e falso. “Vorrei affermare con grande chiarezza - ha detto Marino - che mai nella mia vita e nelle miei funzioni da sindaco ho utilizzato denaro pubblico per motivi personali”. Ha poi aggiunto: “Spontaneamente mi presentai in procura e offrii a chi indagava su di me le chiavi della mia agenda elettronica. (...) Se sono un ladro, sono un ladro scemo e incapace di intendere e di volere”.