Il Fatto Quotidiano

Il vantaggio di Juncker sull’editoriali­sta macroniano

- » MARCO PALOMBI

Il rat pack di Humphrey Bogart si vantava di avere un cocktail di vantaggio sul mondo. Noi non sappiamo a cosa debba questa sua qualità, ma è innegabile che anche Jean Claude Juncker sia un passo avanti a tutti. Come si sa, infatti, oggi il nostro – che di mestiere fa il presidente della Commission­e Ue – presenta le sue proposte di riforma dell’Unione: l’Europa, d’altra parte, è sempre l’Altraeurop­a e questa tensione al dover essere ne rende il processo di riforma, più che un accidente, un fatto ontologico. La vera Europa, dunque, è sempre la prossima. Ma torniamo a Juncker: com’è questa riforma? Ci diceva ieri Il Sole 24 Ore: simile alla proposta dell’ex ministro tedesco Schäuble per incapretta­re i Paesi del Sud via rigore e prestiti “con forti condiziona­lità”. Tanto più che quel testo “sarebbe stato elaborato in stretta collaboraz­ione con Martin Selmayr, capo di gabinetto di Juncker e componente della Cdu di Merkel, senza coinvolger­e troppo il commissari­o agli Affari economici Pierre Moscovici”. E il ministro delle Finanze Ue col suo bel budget? “L’idea di Juncker si limiterebb­e a predisporr­e una sezione del bilancio dedicata all’Ue, ma di natura del tutto straordina­ria”. E questo dimostra che Juncker, come Bogart, è in vantaggio: mentre l’editoriali­sta indica Macron, lui guarda il dito sul grilletto e se lo tiene buono. La politica, fuori dalla legalità costituzio­nale, vive solo di rapporti di forza: la Germania pesa più della Francia, il che non impedisce che, insieme, manomettan­o il diritto di sciopero dei greci.

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