Il Fatto Quotidiano

Quagliarie­llo svela: “Le impronte di Matteo nell’assassinio di Prodi”

Tra i 101 franchi tiratori del Professore c’erano anche 40 renziani

- » GIANLUCA ROSELLI

Una

sessantina di dalemiani, 35/40 renziani e una quindicina di ex popolari. Più qualche cane sciolto. Alla mappa dei 101 franchi tiratori che il 19 aprile 2013 fecero mancare i loro voti all’elezione al Quirinale di Romano Prodi si aggiungono nuove impronte digitali. Quelle di Matteo Renzi.

NON CHE L’ATTUALE segretario del Pd non fosse tra i sospettati, anzi, ma ora a metterlo nero su bianco è Gaetano Quagliarie­llo che nel suo libro – Sereno è. Scena e retroscena di una legislatur­a spericolat­a (Rubbettino) – come ha anticipato il Corriere, riporta parole pronunciat­e in Transa- tlantico dall’allora coordinato­re del Pdl, Angelino Alfano, di fronte a un capannello di colleghi. “Alfano ci raccontò di aver sentito Renzi al telefono che gli assicurava con voce beffarda che avrebbe dato il suo contributo al silurament­o di Prodi. Nel centrodest­ra ancora non conoscevam­o bene Renzi e rimanemmo un po’ stupiti. Pensai: quanto è sp reg iud ica to questo ragaz- z o… ”, racconta al telefono Quagliarie­llo.

Chiedendos­i, però, come mai l’allora sindaco di Firenze si fosse sentito con Alfano. “Forse voleva far trapelare la cosa anche dalle nostre parti, chissà…”, dice il senatore di Idea.

Seppur astro nascente del partito e rottamator­e a spron battuto, Renzi allora era ancora un sindaco da poco sconfitto alle primarie da Bersa- ni. Votare contro Prodi, quindi, significav­a affossare il segretario e infatti, dopo l’incidente dei 101, Bersani lasciò la guida del partito, presa poi da Renzi.

INSOMMA, qualche interesse nella partita l’attuale segretario del Pd ce l’aveva. I renziani eletti in Parlamento, però, non erano più di una cinquantin­a, 35 se ci limitiamo ai fedelissim­i. Che la sera prima, il 18 aprile, vennero radunati dal capo a cena nel ristorante di Eataly, alla stazione Ostiense. Da quella riunione uscì chiara la volontà di votare per Prodi. Le malelingue, però, dicono che si trattò di una messinscen­a e che in realtà, poi, al telefono, si ordinò l’esatto contrario.

Del resto fu Renzi, in maniera poco elegante, il primo esponente politico a dichiarare ai Tg della sera del 19 aprile che “la candidatur­a di Prodi è arc hiviat a”. Ben prima del passo indietro ufficiale del Professore, che arrivò un paio d’ore dopo. “Per capire di chi sono le impronte digitali dei 101 basta vedere chi dal quel voto ha tratto giovamento. Beh, Renzi è tra questi, ma non è il solo. Ricordiamo­ci che in quel momento un Bersani segretario e un Prodi al Quirinale si sarebbero opposti a qual-

Interessi comuni L’allora sindaco di Firenze se ne vantò con Alfano Assieme a lui agirono popolari e dalemiani

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