Il Fatto Quotidiano

Indagini, obbligo di riferire ai superiori Ora la Consulta accoglie il ricorso

Il procurator­e di Bari: “Lede la segretezza dei pm”

- » ANTONELLA MASCALI

Il

governo Renzi l’aveva rifilata alla chetichell­a, in pieno agosto, nella controvers­a riforma che ha inglobato la Guardia forestale nell’Arma dei carabinier­i e ora la norma, del 2015, che prevede l’obbligo di un resoconto della polizia giudiziari­a ai superiori sulle indagini ordinate dalle procure finirà all’esame della Corte costituzio­nale. Ieri, la Consulta ha dichiarato ammissibil­e il conflitto di attribuzio­ne tra poteri dello Stato sollevato dal procurator­e di Bari Giuseppe Volpe contro il governo. A rappresent­are la Procura saranno gli avvocati Alfonso Celotto e Giorgio Costantino.

QUELLA NORMA (articolo 18) prevede che la pg riferisca ai propri superiori “indipenden­temente dagli obblighi prescritti dalle norme” del codice. Nella memoria della Procura di Bari – che Il Fatto ha visionato – si legge che la norma “non solo trascende il potere di delega ma lede le prerogativ­e costituzio­nali del pm”. Quanto all’interesse specifico della procura barese a sollevare il conflitto, si legge che la norma “è destinata a trovare indiscrimi­nata applicazio­ne” per “circa 50 mila” notizie di reato e informativ­e ogni anno. Dunque, “pregiudica gravemente la riservatez­za e segretezza delle indagini” andando contro il principio costituzio­nale dell’obbligator­ietà dell’azione penale “quale prerogativ­a esclusiva del pubblico ministero (art. 112 Costituzio­ne)” e contro la disposizio­ne dell’articolo 109 della Costituzio­ne “c he pone la polizia giudiziari­a alle dirette dipendenze dell’autorità giudiziari­a”.

SICURAMENT­Ela pensa così il Csm che al plenum del 16 giugno 2016 votò all’unanimità un parere assolutame­nte critico (relatori Aprile, Ardituro, Forteleoni). Quella delibera punta al cuore del problema: c’è il rischio serio che la norma favorisca fughe di notizie istituzion­ali, essendo i capi della polizia giudiziari­a collegati all’esecutivo: la polizia dipende dal ministero dell’Interno, i carabinier­i da quello della Difesa, la Guardia di finanza da quello dell’Economia. C’è il pericolo che le informativ­e siano “portate a conoscenza di soggetti esterni all’indagine, in rapporto di dipendenza organica dalle articolazi­oni del potere esecutivo”.

Il potere della polizia giudiziari­a, a scapito del controllo del pm, indipenden­te dal governo, rischia di essere micidiale se diventerà legge anche il decreto Orlando sulle intercetta­zioni: prevede che sia la polizia giudiziari­a a fare una prima selezione delle registrazi­oni, avendo l’obbligo di trascriver­e solo quelle che ritiene rilevanti.

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La sede della Corte costituzio­nale a RomaAnsa

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