Il Fatto Quotidiano

Maduro annega e chiede aiuto a “Petro”

Nel 2018 inflazione oltre il 2500%, il presidente annuncia una moneta virtuale

- » PIERFRANCE­SCO CURZI

Chissà se il conio del primo Petro , la nuova moneta virtuale, aiuterà il presidente Nicolas Maduro a risolvere la crisi economica e la minaccia di default a causa del debito con l’estero, soltanto rimandata grazie al vigoroso intervento dei due partner-colossi, Russia e Cina.

A causa delle sanzioni internazio­nali, guidate da Washington, il blocco finanziari­o e il crollo del prezzo del petrolio, il Venezuela rischia davvero la bancarotta, con dirette conseguenz­e sulla vita, anzi sulla sopravvive­nza dei cittadini.

LA RICETTA giusta per bypassare l’embargo, secondo Palazzo Miraflores, è creare una sorta di bitcoin in salsa caraibica: una moneta digitale, dunque non reale, attiva solo in Rete, con cui effettuare transazion­i, pagamenti e operazioni finanziari­e. Lo strumento del futuro, secondo gli esperti, in crescita esponenzia­le, ma ancora senza basi solide. Il lancio del bitcoin risale al 2008 e si deve a Satoshi Nakamoto, pseudonimo del soggetto capace di creare l’idea virtuale applicata alla realtà. Bit è l’unità di misura del sistema numerico binario, coin traduce il termine moneta. Il bitcoin viene effettivam­ente utilizzato in alcuni Paesi in grave crisi, e il Venezuela fa parte di questa categoria, in quanto consente di operare senza avere di mezzo le banche e non intaccare l’inflazione. Maduro, dunque, non ha inventato nulla, ha solo chiesto ai suoi collaborat­ori di trovare una soluzione per evitare quello che lui sostiene essere un accerchiam­ento mediatico e poli- tico - i suoi avversari invece addebitano a lui il fallimento della nazione - e dimostrare come la minaccia statuniten­se possa essere superata con l’operazione virtuale.

L’ ANNUNCIO, considerat­o l’ennesima boutade del presidente, è arrivato durante l’ultima puntata dello show radiotelev­isivo che Maduro ha ereditato dall’ex presidente, Hugo Chavez: “Siamo nel XXI secolo - ha detto trionfante - il nuovo sistema si appoggerà sulle riserve naturali di petrolio, gas, oro e diamanti, servirà a rilanciare lo sviluppo economico del Paese e consentirà ai cittadini di effettuare transazion­i commercial­i”.

Per ora Maduro non è andato oltre l’accorato annuncio televisivo. Nel frattempo la moneta reale, il Bolivar, anch’essa legata alle risorse naturali, continua ad affon- dare: solo a novembre ha perso il 57% del suo valore. Le previsioni per il 2018 del Fmi parlano di un’inflazione venezuelan­a calcolata oltre 2.500%, con l’80% della popolazion­e sotto la soglia di povertà.

Il Venezuela galleggia sul petrolio, un pieno di benzina costa pochissimi centesimi di dollaro, ma, paradossal­mente, la gente ha difficoltà a garantirsi il cibo e le medicine. Prima della recente uscita sulla criptovalu­ta, Maduro, molto più concretame­nte, aveva fatto arrestare due ex ministri del petrolio per corruzione, annunciand­o poi la sua candidatur­a ufficiale per le presidenzi­ali del dicembre 2018. Ieri, inoltre ha costretto il suo ambasciato­re alle Nazioni Unite, Rafael Ramirez, ex presidente dell’azienda petrolifer­a statale, a dimettersi.

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Ansa Paese in crisi Il presidente Nicolas Maduro al palazzo Miraflores

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