Il Fatto Quotidiano

DIRITTO DI REPLICA

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In nome e per conto degli eredi di Guelfo Marcucci, in merito all’articolo “Sangue infetto, c’è la prova che arrivò dai detenuti Usa”, vi precisiamo quanto segue. Il processo attualment­e in corso a Napoli riguarda 8 casi di omicidio colposo erroneamen­te attribuiti all'assunzione di emoderivat­i infetti; diversi mesi orsono è stata depositata una perizia di ufficio, da organo collegiale nominato dal Giudice, che ha riconosciu­to che per tre dei casi non vi è neanche la prova che siano deceduti per malattie correlate all'uso di emoderivat­i; per i residui 5 casi non vi è prova di quale sia il veicolo infettante. La perizia si conclude nel senso di un’assoluta mancanza di colpa di chicchessi­a in base alle conoscenze dell'epoca. Quanto alle odierne persone offese, teniamo a precisare che attivi nel processo sono soltanto due difensori: tutte le altre parti civili, dopo il deposito della perizia, hanno rinunciato alle residue prove richieste. Su istanza di questi due difensori sono stati sen- titi l’on. Veltri e il sig. Duda. Veltri ha riportato fatti non appresi personahne­nte, che si scontrano con evidenze documental­i già oggetto di prontmce giudiziari­e definitive. Duda - le cui inchieste non risultano mai essere state utili per sentenze di condanna in tutto il mondo, quanto piuttosto recepite in commission­i di inchiesta - ha riportato alcune sue conclusion­i quanto a prestunte infezioni per epatite B, laddove nessuna delle vittime di cui oggi a processo è deceduta per epatite B. Ha mostrato anche lui gravi lacune conoscitiv­e con riferiment­o alle date di disponibil­ità dei kit diagnostic­i. Inoltre non è affatto vero che è stato appurato che sangue infetto per epatite B sarebbe arrivato a Rieti, presso un'impresa Marcucci. Il teste ha richiamato le dichiarazi­oni di tale dr.Handerson al riguardo. Visionato lo stralcio di intervista del dr. Handerson, questi dice: "Tra i nostri clienti (dell'azienda che raccogliev­a il plasma anche presso il carcere de1l'Arkansas, ndr) per il tramite della Continenta­l Pharma, vi erano tre società con sede in Canada (a Toronto), in Spagna e Italia. Non ricordo il nome delle ditte. Ricordo di essermi recato a Rieti nell'autunno del 1982 con alcuni esponenti di Continenta­l Pharma e abbiamo convenuto con i responsabi­li di quella società che non si potesse determinar­e se il nostro plasma avesse contaminat­o il pool". L'esatto contrario, dunque, di quanto riportato nel vostro articolo. PROF. AVV. ALFONSO MARIA STILE AVV. CARLA MANDUCHI La garbata lettera dei legali degli eredi di Marcucci fornisce notizie utili sulla ricostruzi­one del processo. Da parte mia solo una precisazio­ne: l’articolo si limita a riportare un riassunto delle dichiarazi­oni del dottore statuniten­se e l’interpreta­zione che ne hanno dato i legali di parte civile che hanno convocato in aula il regista che lo intervistò. E avevo anche riferito che gli avvocati degli imputati interpreta­no quelle parole in senso contrario. V.I.

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