Banca Etruria L’audizione di Ghizzoni che spaventa Maria Elena Boschi
Si possono abbandonare Repubblica ed Espresso smettendo di acquistarli, ed è cosa legittima.
In tanti, sentendoci traditi, l’abbiamo fatto.
Così come, praticamente tutti quelli che la sostenevano e leggevano, hanno abbandonato L’Unità, diventata da giornale di Gramsci a giornalino di Renzi, costretta alla fine a chiudere i battenti.
Solo il lettore deve decidere se un giornale merita di essere comprato e letto.
Le iniziative come quella dei naziskin a Como e questa di Forza Nuova sono orribili e molto preoccupanti, dovrebbero essere stroncate sul nascere con severità.
Pisapia e Alfano accomunati dallo stesso destino
I telegiornali hanno dato grande enfasi alla notizia che Pisapia ha rinunciato al mandato renziano di ricompattare la sinistra anche perché la sua impresa era già impossibile in partenza se intendeva riallacciare i rapporti tra Pd ed Mdp.
Ovviamente, dopo essere riuscito sia pure involontariamente a creare alla sinistra del Pd il partito dei Liberi e Uguali, il ritiro era ormai in re ipsa.
Ma, i telegiornali hanno dato pure ampio risalto alla dichiarazione di Angelino Alfano, in atto ministro degli “Esteri di chi l’ha visto”, di non volersi ricandidare alle prossime elezioni per dimostrare di non essere attaccato alla poltrona. Anche questa, per la verità, poteva essere passata come una notizia scontata, in quanto era prevedibile, allo stato dei sondaggi, che Alfano candidandosi avrebbe rischiato di non essere eletto.
Troppe frammentazioni limitano il potere di scelta
Nascono nuove formazioni politiche. Più frammentazioni equivalgono a più schieramenti programmatici. LA TESTIMONIANZA dell'ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni è essenziale per risolvere il contrasto tra Maria Elena Boschi e De Bortoli sull'intervento (richiesto?) di Unicredit in Banca Etruria. Poiché sembrerebbe che la Commissione d'inchiesta non abbia il tempo di audirlo, non sarebbe comunque opportuno (necessario) che Ghizzoni si esprima comunque al riguardo? Non potrebbe inviare alla Commissione una dichiarazione giurata in cui chiarire se le cose sono andate (o non andate) come ha scritto De Bortoli nel suo libro? Ciò, tra le altre cose (in primis, se la Boschi ha mentito in Parlamento), farebbe luce anche su questa azione civile che la Boschi ha anticipato di voler intraprendere contro De Bortoli. CARO IANNI, siccome non ogni giorno, ma ogni minuto ha la sua pena, io non saprei proprio dirle se Ghizzoni verrà audito dalla Commissione banche o no. Al momento, mentre scrivo (sono le ore 18.17 del 7 dicembre), parrebbe di sì, visto che il suo nome è nella lista approvata l’altroieri dai commissari. Ma è pur vero che quella lista include un’infinità di persone, più o meno da Adamo ed Eva in giù, dunque è sempre possibile che i renziani tentino qualche manovra dilatoria per allontanare dalla Boschi l’amaro calice di un’audizione che potrebbe smentire la sua versione. Che, fra l’altro, non è ben chiara. Inizialmente la Boschi negava sdegnosamente di aver chiesto a Ghizzoni di salvare, fra le 7 banche decotte, proprio quella vicepresieduta da suo padre. Poi Renzi, nel suo libro, scrisse che non c’è nulla di male se un ministro parla di banche con un banchiere (sorvolando sul fatto che De Bortoli non ha scritto che la Boschi parlava di banche con Ghizzoni, ma gli chiedeva di salvarne una, guardacaso proprio Etruria, senza pe- Per la società democratica non esistono limiti al numero di partiti che vengono fondati.
Ma la società intasata di piccole e medie forze politiche impedisce al comune cittadino di scegliere convinto e motivato.
C'è qualcosa di destabilizzante in questa ricerca democratica di creare partiti: ogni divisione è una perdita di stabilità. E la sfiducia è la risposta più comune. raltro avere alcun titolo per occuparsi di dossier finanziari). L’altra sera, a Porta a Porta, la Boschi è parsa correggere il tiro, negando di aver mai “fatto pressioni”: ma De Bortoli non parlava di pressioni, bensì di una semplice richiesta (che poi, provenendo da un ministro di primissimo piano, almeno all’epoca dei fatti, era ben più di una pressione, oltreché un’entrata a gamba tesa in pieno conflitto d’interessi). Non credo che Ghizzoni possa inviare, se nessuno glielo chiede, una dichiarazione giurata con la sua versione, essendo vincolato da un patto di segretezza sottoscritto all’uscita da Unicredit. Solo una convocazione in commissione (che ha i poteri della magistratura) o una richiesta di intervento scritto può liberarlo da quel “voto di silenzio”. DIRITTO DI REPLICA
È in regola il parcheggio nei pressi del Virgilio
In merito all’articolo dal titolo “L’ombra della speculazione dietro gli ‘scandali’ al ‘Virgilio’” pubblicato dal Vostro giornale in data 24 novembre 2017, occorre purtroppo evidenziare inesattezze e distorsioni dei fatti nei quali inspiegabilmente la società CAM s.r.l. viene coinvolta. In primo luogo, si evi- denzia che l’assunto seguente non corrisponde al vero: “Nel 2008 l’allora Sindaco Walter Veltroni ha avviato l’iter per la realizzazione di un parcheggio interrato ad aggiudicarsi i lavori la società CAM S.r.L”. In effetti, la società CAM s.r.l., in qualità di Concessionaria del Comune di Roma ha proposto la realizzazione del parcheggio, in modo lecito, legittimo e assolutamente trasparente; la proposta è stata espletata anche al fine di ri- Nell'articolo da voi citato scriviamo che il Tar – come si evince dalla sentenza dello scorso 24 marzo – ha annullato la delibera del luglio 2014 con cui il Campidoglio ha dato l’ultimo via libera al posteggio, prendiamo atto di non aver citato che è stato proposto ricorso al Consiglio di Stato sia dal Comune sia dalla Cam. In merito allo stop del Mibact al progetto del Business Center, tra il 19 e il 21 marzo 2013 si trovano nel notiziario Ansa e in numerose altre testate articoli relativi a una telefonata in cui l'allora ministro dei Beni culturali, Lorenzo Ornaghi, comunicava all'ex sindaco, Gianni Alemanno, “perplessità” del ministero sull'opera, di cui infatti successivamente non si è più parlato. Quanto alla piazza soprastante il posteggio, siamo lieti di apprendere la vostra volontà di risanare “un'area notoriamente degradata” ma dopo quasi 10 anni di cantiere la zona è ancora ben lontana dal decoro invocato.