Roma, CasaPound e migranti: rivolta dei facchini Tuodì
Lavoratori dei magazzini gestiti dalle coop costretti a turni massacranti con paghe diverse e spesso in nero
Immigrati che lavorano in nero con turni da almeno dieci ore al giorno, abusi nell'utilizzo dei contratti di apprendistato, differenze ingiustificate negli stipendi e voci fittizie inserite nelle buste paga. Stando alla ricostruzione del sindacato di base SiCobas, questo è quanto accade quotidianamente nei magazzini romani dei supermercati Tuodì.
IL MARCHIOdi discount, oggi alle prese con una complicata ristrutturazione aziendale, ha come responsabile della logistica un politico di Casapound: David Zambrini, candidato nella lista di estrema destra alle elezioni per il municipio di Ostia. I lavoratori chiedono che interven-
Difficile vertenza
Il c apo della logistica si è presentato alle elezioni municipali con il gruppo di destra
ga, anche se Tuodì non si occupa direttamente del servizio di magazzinaggio, ma come tanti si appoggia a cooperative in appalto: in questo caso, la Facility Service Italia e la Logistica Integrata, entrambe del gruppo Cen. Le due società operano fisicamente nella periferia della Capitale, a Tor Cervara. Un sito nel quale “efficienza e sicurezza – si legge sul portale web di Tuodì – sono garantite da avanzate tecnologie a supporto dei processi operativi con un importante indotto di trasparenza verso i gestori dei punti vendita e il partner cui è affidato in outsourcing il trasporto”. Il racconto del SiCobas, però, mo- stra un altro lato: le condizioni dei facchini – per la maggior parte provenienti dall'Europa dell'Est o dall'Africa – sono sempre più dure, specialmente da quando la crisi del gruppo Dico, proprietario del Tuodì, ha portato all'utilizzo della cassa integrazione e a un taglio di organico. La catena è attualmente in concordato preventivo ma sta proseguendo l'attività. Per la verità, in estate aveva chiuso temporaneamente più di un centinaio di negozi, ma in queste settimane ha comunicato ai sindacati che sta via via riaprendo. Così la produzione nella logistica è ripresa ad alto ritmo e questi lavoratori hanno organizzato, ieri, uno sciopero con presidio ai cancelli. Al termine della mobilitazione, sono riusciti a incontrare i dirigenti delle aziende con le quali hanno finalmente avviato un confronto che si aggiornerà la prossima settimana.
La comune pratica di esternalizzare il magazzinaggio è adoperata dal Tuodì da almeno un decennio. In questo periodo di tempo, c'è stato un frequente avvicendamento di cooperative multiservizi e i facchini hanno quindi dovuto spesso cambiare, formalmente, il proprio datore di lavoro. W., per esempio, è stato dipen- dente della precedente assegnataria dal 2008 al 2013. Passato alla nuova ditta, è stato inquadrato come apprendista, uno status che mantiene ancora oggi. Questo, spiegano dal SiCobas, è una violazione delle norme e dei contratti nazionali, anche perché il ragazzo sta per compiere 32 anni e ha superato i limiti di età. “M. e B., invece, entrambi impiegati nel reparto discount durante il turno di mattina – sempre secondo le segnalazioni del sindacato di base - non hanno nemmeno un contr atto ”. Un altro collega, stando al racconto del sinda- cato, è stato protagonista di un episodio strano: “Un anno fa ho ricevuto una comunicazione obbligatoria nella quale risultavano le mie dimissioni volontarie. Ma che non le avevo mai firmate”.
CHI ATTACCA alle 5 di mattina non si muove prima delle 15. K. ha 38 anni, è sposato e ha due figli: “A noi stranieri – afferma – fanno fare i lavori più faticosi. Non siamo rispettati, a volte veniamo chiamati con un fischio. Allora io faccio presente che ho un nome, ma loro mi dicono che se non mi va di lavorare qui posso tornare a casa”. “Faccio almeno 10 ore al giorno – aggiunge – sia quando inizio la mattina sia quando inizio il pomeriggio. Per fortuna ho un contratto a tempo indeterminato ma per tutte queste ore mi danno solo 1.300 euro al mese, niente straordinari e manca ancora lo stipendio di luglio”.
Il Fatto Quotidianoha provato a contattare attraverso vari modi sia Tuodì, sia il consorzio Cen, per ottenere una replica ma nessuno ha risposto alle sollecitazioni. Intanto, il 13 dicembre la proprietà della catena discount presenterà un piano industriale da sottoporre ai suoi creditori.