Hap & Leonard, e fu così che salirono sul ring per darsele di santa ragione
Siamo quasi verso la fine e il caro Hap e il caro Leonard si spogliano e si buttano su un ring per una lotta a furia di colpi proibiti. Con tanto sangue, altro che finta. Per quale motivo? Ovviamente tocca al lettore scoprirlo. Quello che si può dire è che l’ultima preziosissima perla di Joe R. Lansdale è come una mitraglia che colpisce senza pietà. Al solito, una lettura mistica scandita da un ritmo che rasenta la velocità della luce.
TUTTO COMINCIA che Hap è da solo nell’agenzia di investigazioni. Brett, la sua “ragazza”, è a casa abbattuta da un raffreddore killer, insieme con la loro figlia Chance. Leonard, invece, smaltisce le pene d’amore con uno sconosciuto a Houston. Hap & Leo. Il bianco e il nero, L’etero e il gay. Hap è in ufficio, dunque, e si presenta Louise Elton, cinquantenne di colore che abita proprio di fronte all’agenzia. Ha un problema. Un grosso problema. Caccia un rotolo di dollari e qualche spiccio, pochissima roba a dire il vero, e chiede ad Hap Collins di indagare sull’omicidio del figlio, ritrovato cadavere in una sorta di Scampia texana, piazza di spaccio, ghetto nero e tante altre brutte cose.
I sospetti ricadono per intero sulla polizia di quella zona. Corrotta è solo un eufemismo. Una banda di criminali, quei poliziotti, allo stato puro. Jamar, questo il nome del ragazzo, è stato ucciso dopo aver cercato di proteggere la sorella Charm, fermata e umiliata dagli agenti. Hap e Leonard entrano in azione e vanno dall’unico testimone del fattaccio: uno sbandato che sostiene di aver visto la polizia massacrare Jamar. Ma qualcosa non torna e stavolta le memorabili battute dei due detective privati hanno sullo sfondo l’America razzista e profonda di Trump.