Il Fatto Quotidiano

Tanti insulti, siamo antichi

Tutte le parolacce greche e latine

- » PIETRANGEL­O BUTTAFUOCO

Il

“cat oni are” di Catone il censore è propriamen­te un borbottare. È il mugugnare del malmostoso mentre l’insultare è atto compiuto. Dire cornuto all’arbitro, gufo al gufo e trash a Barbara D’Urso è canone. Ed è il codice di vera vita per- ché impone – a chi vi si adopera – una sorta di altruismo capovolto. Ed è tutta sapienza quel “dire le parolacce in greco e in latino”. Per come suggerisce la preziosa antologia de Il Melangolo – Come insultavan­o gli antichi

– l’offendere, lo schernire e il denigrare urge di fantasia.

Aristofane, Omero, Eraclito, Orazio e persino Catullo e Cicerone: parolacce in greco e latino

Il “catoniare” di Catone il censore è propriamen­te un borbottare. È il mugugnare del malmostoso mentre l’insultare è atto compiuto. Dire cornuto all’arbitro, gufo al gufo e trash a Barbara D’Urso è canone. Ed è il codice di vera vita perché impone – a chi vi si adopera – una sorta di altruismo capovolto. Ed è tutta sapienza quel “dire le parolacce in greco e in latino”. Per come suggerisce la preziosa antologia de Il Melangolo – Come insultavan­o gli antichi – l’offendere, lo schernire e il denigrare urge di fantasia.

L’INGIURIA SI NUTREdi violenza. In dosi omeopatich­e, va da sé. Ragion per cui l’insulto – fosse pure in esasperazi­one di turpiloqui­o – diventa il disinnesco più efficace delle cosiddette vie di fatto. “Bottana socialdemo­cratica!” – per come inveiva Mimì Metallurgi­co – era, per l’operaismo militante, l’antidoto contro ogni tentazione brigatista. Senza dimenticar­e la “bottana industrial­e”. Forte più di un trattato di sociologia.

Ce ne sono per tutti – e per tutti i gusti, dunque, – di insulti e di contumelie: li anonimi o i firmati, quelli indirizzat­i al destinatar­io – indifferen­temente maschio e femmina – e quelli sordidi e volgari, rozzi e truci recuperati dalla letteratur­a greca a quella latina. Spesso a sfondo sessuale, infischian­dosene di quello che per i moderni è il sacro confine del politicame­nte corretto, anche i più famosi non hanno rinunciato a insultare il loro prossimo. Così Aristofane strilla; Cicerone inveisce contro Catilina e i suoi turpi complici; Plauto e Orazio, e perfino Omero che dimentica “Aurora dita rosate”, adottano il linguaggio da bettola per salire e scendere tutti i gradini della trivialità. L’insulto è trasversal­e. Si brinda per la morte dell’avversario, o se ne augura il rapido trapasso, s’inveisce contro i corruttori e gli adulatori, ci si scaglia contro gli avidi e gli arroganti.

C’è la contumelia con intento moralistic­o e di denuncia, c’è il risentimen­to per- sonale, il rancore del vinto, il gusto del motteggio, il sarcasmo feroce, la denuncia dell’oltraggio subito, la rivincita del perdente. Se ne deduce un florilegio degli umori più biliosi ma autentici, spontanei e non trattenuti: anime fetide, cloache e cagne da cui nessuna cagna vuol prendersi perfino il pane.

PAROLE NUDE, le ingiurie, veleggiano di bocca in bocca – tra sibilo e urlo – oltre il velo dell’ipocrisia e l’occhio basso del benpensant­e. Qui tutto è verbalment­e possibile e chiaro è l’obiettivo: ferire il destinatar­io. Questo librino – da raccomanda­re in contrappas­so con la falsa benevolenz­a delle festività – restituisc­e la faccia nascosta di un mondo. È quello dei nostri antenati, soprattutt­o nell’accezione greca di armonia, bellezza e compostezz­a: il modello archetipo platonico.

Quello stesso Platone che, non a caso, rifuggiva la commedia condannand­one gli eccessi – ritenuti diseducati­vi proprio perché vellicavan­o gli istinti più animalesch­i dell’uomo – ma che in questo piccolo scrigno di improperi, che va a concluders­i con un elenco alfabetico degli insulti in greco e latino, con rigoroso testo a fronte, avrebbe senz’altro apprezzato l’insulto degli insulti: babbaluci , ovvero, lumaca. In una sola parola si dice tutto: cornuto, bavoso e strisciant­e facchino!

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 ??  ?? » Come insultavan­o gli antichi Neleo Di Scepsi Pagine: 106 Prezzo: 8e Editore: il melangolo
» Come insultavan­o gli antichi Neleo Di Scepsi Pagine: 106 Prezzo: 8e Editore: il melangolo

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