Trump & Bibi, sete di potere che fa un morto e 700 feriti
Primo giorno di Intifada, un morto e 750 feriti. Israele intercetta un razzo Hamas: “Trump non può cambiare la verità storica, non finisce tutto con le manifestazioni”
■ Gerusalemme capitale, il venerdì di rabbia proclamato da Hamas ha portato a scontri tra palestinesi ed esercito: una vittima e centinaia di persone ricoverate. Lancio di razzi, Israele risponde con raid aerei
Il ritmo cantilenante della preghiera del venerdì in Cisgiordania lascia il posto a grida di dolore e collera: volano pietre, lacrimogeni, proiettili di gomma.
Hamas, braccio armato palestinese nella West Bank, chiarisce i termini con cui ha recepito la decisione del presidente americano Donald Trump di spostare l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Ci vorranno due anni affinché la sede divenga operativa, e in questo spazio di tempo possono cambiare molte cose, ma Hamas ci tiene a sottolineare: “Né Trump né nessun altro potrà cambiare la verità storica e geografica e l’identità della Città Santa. Sogna chi pensa che tutto si esaurirà con le manifestazioni”, parola del capo dell’ ufficio politico Ismail Haniyeh, che aggiunge: “La santa intifada ha inoltrato due mes- saggi: il primo, che respingiamo la decisione del presidente Trump, e il secondo che siamo pronti ad immolarci per difendere Gerusalemme”. Il bilancio degli scontri fra Gerusalemme e Gaza è di un morto – un palestinese di 30 anni, Mohammad al-Masri, ucciso in scontri a est di Khan Younis - e 750 feriti.
LE CIFRE sono dalla Mezzaluna Rossa palestinese che accusa l'esercito israeliano di aver usato in alcuni casi proiettili di piombo e non di gomma. Tel Aviv lamenta due allarmi nel sud per lancio di razzi dalla Striscia: il sistema anti missili Iron Dome ne ha intercettato uno che aveva preso di mira l'area fra le città di Ashkelon e Sderot. Pronta risposta: colpi di cannone e attacchi ae- rei. I giorni della rabbia, dunque, non promettono nulla di buono. La politica gioca la sua partita. Il presidente russo, Vladimir Putin, lunedì 11 dicembre sarà in visita ufficiale in Turchia, per discutere con il presidente Recep Tayyip Erdogan degli sviluppi in Siria, e di Gerusalemme. Nella stessa giornata Putin dovrebbe andare anche in Egitto dove incontrerà il presidente Abdel Fattah al-Sisi; Mosca ha avuto un ruolo da protagonista nelle crisi di Siria e Iraq, e ora non vuole restare estromessa dalla mossa di Washington. Il Medio Oriente resta la scacchiera dove le grandi potenze giocano il loro Risiko, nelle strade restano le teste spaccate, la tensione dei soldati e le bandiere bruciate.
Il Risiko Mosca vuole giocare un ruolo nella crisi: Putin lunedì vola in Turchia e Egitto