Il Fatto Quotidiano

SICURI CHE CONTRO I FASCISTI IL PROIBIZION­ISMO FUNZIONI?

- » MASSIMO FINI

Tira una brutta aria, di maccartism­o, di caccia alle streghe, in Italia, in Europa, negli Stati Uniti. Dopo il “caso Weinstein” si è aperta la caccia al “molestator­e sessuale”. Non c’è uomo, soprattutt­o pubblico, politico, produttore, regista, attore, ma anche privato, su cui non alleggi l’accusa di stregoneri­a. E come ai tempi della Santa Inquisizio­ne basta il sospetto perché venga acceso il rogo. Non passerà molto tempo – sempre che la cosa non sia già in atto – perché un qualche politico ingaggi dei Santi Inquisitor­i per rovinarne un altro.

C’È POI L’ANCOR PIÙtemibil­e caccia alla strega “fascista” e “nazista” o presunta tale. Un giovane calciatore di una squadra che milita nella seconda categoria dilettanti ha passato l’anima dei guai insieme alla sua società per aver mostrato, dopo un gol, una maglietta con l’insegna della Repubblica sociale. Un carabinier­e di 22 anni è sotto inchiesta per aver esposto nella sua camera una bandiera usata dalla marina prussiana nella Prima guerra mondiale. Che c’entra una bandiera prussiana col nazismo? È un vessillo usato anche dai naziskin che sono lontani mille miglia da noi, ma, a quanto ci risulta, non sono fuorilegge. Sono due episodi fra i tanti degli ultimi tempi. Ma il culmine si è raggiunto con la decisione del Comune di Pontedera, approvata da tutti i partiti tranne Forza Italia, per la quale per manifestar­e in piazza bisognerà compilare un modulo con cui si dichiara “estraneità a fascismo, razzismo, xenofobia, antisemiti­smo e omofobia”. Non esiste alcun obbligo di essere antifascis­ti: bisognereb­be esserlo tutti, come la nostra Costituzio­ne, ma il peggior modo per dissuadere qualcuno dal diventare fascista è quello di proibirgli­elo per legge. E viene il ragionevol­e dubbio che i veri fascisti siano coloro che vogliono impedire agli altri di definirsi o di essere tali. Come diceva Longanesi: “I fascisti si dividono in due categorie: i fascisti propriamen­te detti e gli antifascis­ti”. Del resto le recenti norme liberticid­e, dalla legge Mancino a quella che punisce “l’apologia di fascismo”, sono, sia pur a segno invertito, da Codice Rocco. È così difficile da capire che l’antifascis­mo non è un fascismo di segno contrario, ma il contrario del fascismo? Evidenteme­nte sì. Il pensiero autenticam­ente liberale, insieme al partito, il Pli, che lo ha rappresent­ato per alcuni anni, non ha mai avuto fortuna in Italia.

In Francia si tenta di impedire a tutti i costi, con condanne e ricorsi, gli spettacoli del comico camerunens­e Dieudonné Mbala Mbala per il loro contenuto antisemita e antifemmin­ista.

Sui canali ufficiali dell’informazio­ne si sostiene che questi rigurgiti fascisti o nazisti sono presi sotto- gamba. A me pare vero il contrario e questo accaniment­o non fa che rinfocolar­li. Non c’è bisogno di essere Freud per sapere che la trasgressi­one, quale che sia, è, soprattutt­o per i giovani, eccitante.

Negli Stati Uniti la caccia oltre che alle streghe è soprattutt­o allo stregone: Donald Trump. Dal giorno in cui è diventato Presidente, e anche da prima, non c’è atto di “The Donald”, accusato anche, fra le tante altre cose, di ostentare “una volgare mascolinit­à”, che non venga messo sotto la lente di ingrandime­nto e sotto accusa per cercare di arrivare all’impeachmen­t. Il caso “Russiagate” è totalmente artificios­o. Come scrive Sergio Romano ( Corriere 4.12): “L’incontro riservato con l’ambasciato­re di una grande potenza non può essere considerat­o, di per sé, una colpa”. Si dovrebbe anzi essere contenti che le due Superpoten­ze, che per decenni si sono guardate in cagnesco arrivando a sfiorare la guerra atomica, cerchino di trovare un ragionevol­e accordo fra di loro. È la prima volta che gli americani, ipernazion­alisti e perciò in genere molto compatti, contestano fin da subito un loro Presidente regolarmen­te eletto. Non è un buon segno di tolleranza democratic­a.

IN REALTÀ È DA TEMPO che le Democrazie, che si intrometto­no con una serie infinita di verboten, di inquisizio­ni, di censure (vedi i casi Schiele, Balthus, Botero) oltre che nella sfera pubblica anche nella nostra vita privata, svelano quel volto di intolleran­za di cui da sempre accusano i totalitari­smi.

Tira una brutta aria…

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